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Dal 2019 questo blog ha riportato la collaborazione del CESVAM con la Sezione UNUCI di Spoleto. Con la presidenza del Gen Di Spirito la Sezione ha adottato un indirizzo di ampio respiro che si sovrappone a molti indirizzi del CESVAM stesso. pertanto si è deciso di restringere i temi del blog al settore delle Informazioni in senso più ampio possibile, e quindi all'Intelligence in tutti i suoi aspetti con note anche sui Servizi Segreti come storia, funzioni, ordinamenti. Questo per un contributo alla cultura della Sicurezza, aspetto essenziale del nostro vivere collettivo

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Contro tutti e tutto. I soldati Italiani nei Balcani nel 1943

Il Volume "La Divisione "Perugia" Dalla Tragedia all'Oblio" è disponibile in tutte le librerie. ISBN 886134305-8, Roma, 2010, Euro 20,00 pag. 329.



Ordini: ordini@nuovacultura.it, http://www.nuovacultura.it/ Collana storia in laboratorio;

Un Triste destino per la Divisione "Perugia"

Un Triste destino per la Divisione "Perugia"
La Divisione "Perugia" avrebbe avuto miglior sorte se Informazioni ed Intelligence avessero trovato più ascolto presso i Comandi Superiori

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lunedì 30 giugno 2025

Tesi di Laurea Luigi Di Lorenzo Spionaggio e Contro spionaggio durante la Prima Guerra Mondiale. Il Triangolo segreto. Attacco al cuore dei servizi austroungarici

 Master I Livello in

“Terrorismo e Antiterrorismo Internazionale. Obiettivi, Piani e Mezzi”

“SPIONAGGIO E CONTROSPIONAGGIO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE”

 Analisi e considerazioni

Anno Accademico 2022 -2023


Il triangolo “segreto”

a.      Attacco al cuore dei servizi austroungarici

A seguito dei due attentati ai danni delle due corazzate italiane, Benedetto Brin prima e Leonardo Da Vinci dopo, negli alti Comandi delle Forze Armate si vennero a creare situazioni di incredulità e confusione. Queste due pesanti perdite che, per numero di vittime (724) equivalsero ad una vera e propria sconfitta navale, gettarono nello sconforto e nella paura l’opinione pubblica del tempo. Perché, oltre al nemico esterno, era oramai chiaro che se ne doveva fronteggiare anche uno più pericoloso: quello interno, difficilmente individuabile e definito traditore.[1]

L’inchiesta che si costituì in seguito, portò alle dimissioni degli alti vertici della Marina Militare, accusati di non aver prevenuto le azioni di sabotaggio. Rinunciarono all’incarico il Duca d’Aosta, Capo di Stato Maggiore e il Capo della 1° Squadra Navale, l’Ammiraglio Cutinelli.[2] I nuovi vertici della Marina Militare italiana decisero, dunque, di costituire un ufficio di controspionaggio per impedire il verificarsi di episodi simili a quelli già accaduti. A capo di questo ufficio fu nominato il Capitano di Vascello Marino Laureati che, unitamente ad un numero esiguo di agenti segreti, avviò una serie di indagini. Si verificarono, fortunatamente, due episodi che agevolarono il lavoro di questa nuova task force. Nel primo fu protagonista un fruttaiolo napoletano che comunicò – indispettito – alla Polizia italiana di essere stato contattato da un esule italiano in Svizzera “per affari molto delicati”. Il commerciante fu comunque spinto ad andare a Zurigo nelle vesti di infiltrato speciale per cercare di carpire più informazioni possibili.[3] Il secondo episodio riguarda un progetto di attentato alla diga del bacino idroelettrico di Terni ubicato nelle Marmore alte. Il controspionaggio venne a sapere che un certo Giuseppe Larese fu designato quale esecutore materiale di questo attentato. Immediatamente fu messo sotto sorveglianza dagli agenti dei servizi segreti italiani. Larese ebbe in consegna una valigia nel cui sottofondo erano nascoste delle cariche di dinamite. La valigia fu prontamente ed abilmente sostituita dagli agenti con una identica ma carica di finti esplosivi. Ovviamente l’attentato non riuscì e il Larese fu arrestato mentre tentava di allontanarsi dalla diga. Sotto interrogatorio, confessò di essere al soldo dei servizi segreti austroungarici e rivelò i piani di cui ne era a conoscenza. Le informazioni raccolte da questi due episodi portarono allo smascheramento dell’Evidenzbureau dietro tutti gli attenti verificatisi in Italia e soprattutto venne individuato il loro quartier generale a Zurigo nella locale sede del Consolato austriaco. A capo della loro organizzazione vi era Rudolph Mayer, Ufficiale della Marina austriaca, il quale ricopriva, come copertura, la carica di Vice console. Ricevute tutte le informazioni utili, Laureati costituì una squadra in grado di operare in territorio svizzero al fine di fare irruzione nel quartier generale dell’Evidenzbureau per impadronirsi di documenti, progetti e nomi degli agenti che operavano in Italia. Il piano prevedeva di entrare nell’ufficio di Mayer ed aprire la presunta cassaforte al cui interno si trovavano i progetti di sabotaggio e le cartelle dei sabotatori. A capo dell’operazione fu scelto il Capitano Pompeo Aloisi il quale scelse diversi soggetti che, per mestiere e ruolo ricoperto, potevano portare ad esito positivo l’operazione.

Il primo fu l’avvocato livornese Livio Bini, un rifugiato a Zurigo per problemi finanziari, che segnalò l’ubicazione del covo di Mayer. Poi due ingegneri triestini, ottimi agenti segreti: Salvatore Bonnes e Ugo Cappelletti. Infine, gli “uomini di mano”: il sottoufficiale di Marina ed esperto tecnico Stenos Tanzini, già arruolato nel controspionaggio navale, e un meccanico triestino, Remigio Bronzin. Infine, uno scassinatore professionista, Natale Papini, prelevato dal carcere di Livorno con una doppia scelta: o Zurigo o il fronte. Inoltre, i documenti ci narrano anche la presenza di un basista nell’ufficio che poteva muoversi indisturbato al suo interno: il suo nome però è rimasto ancor oggi incognito. Quest’ultimo fu importantissimo per tracciare il percorso da seguire, e per come prese i calchi delle serrature delle sedici porte che conducevano alla cassaforte. [4]

Il consolato austriaco a Zurigo era situato al centro della città, all’ultimo piano del civico 69 della Bahnhofstrasse, in un edificio esistente tutt’oggi all’angolo tra la stessa Bahnhofstrasse e la Seidengasse.[5] L’inizio dell’operazione fu deciso per la notte del 16 febbraio 1917. Tanzini, capo squadra, unitamente a Bini, conoscitore del posto, Bronzin e Papini, “bracci” dell’operazione, entrarono nell’edificio. Giunti dianzi alla porta che dava accesso all’ufficio di Mayer, si accorsero di non aver effettuato la copia di quest’ultima porta poiché non fu conteggiata nelle sedici precedenti. A quel punto dovettero abbandonare l’operazione. Recuperato il doppione dell’ultima porta, si decise di ripetere l’operazione nella notte del 21 febbraio. Gli stessi fecero accesso nuovamente nell’edificio ed in pochi minuti entrarono nell’ufficio di Mayer trovandosi di fronte la famosa cassaforte tanto ricercata. Dopo circa tre ore di lavoro la cassaforte fu aperta dall’esperto Papini. Il preziosissimo contenuto, soldi, gioielli di varia natura e documenti segreti, rinvenuto all’interno della stessa fu portato nell’ambasciata italiana a Berna al Capitano Aloisi, dove fu analizzato, catalogato e successivamente trasportato in Italia, a Roma. I documenti contenevano tutti i nomi degli attentatori e collaboratori italiani, ma anche quelli degli agenti segreti austroungarici operanti in Italia e negli altri paesi dell’Intesa, nonché i piani per nuovi attentati. Anche il controspionaggio della Francia e dell’Inghilterra ne beneficiarono, riuscendo a rendere inoffensive le reti spionistiche austriache sul proprio suolo. Dai documenti sottratti risultò il coinvolgimento austriaco nello scoppio del deposito di munizioni Black Tom avvenuto il 30 luglio del 1916 nel New Jersey. L’esplosione era stata talmente violenta da danneggiare perfino la statua della libertà. Quest’informazione contribuì a determinare l’entrata in guerra degli USA contro Austria e Germania. Seguirono poi una quarantina di arresti e quasi altrettante condanne a morte. Fu un trionfo. L’intera rete di spionaggio austroungarica venne spezzata, compiendo così un atto che, secondo anche il parere del Comandante Supremo della Regia Marina, “valse più di una battaglia”.


 



[1] Galli Gabriele, “21 FEBBRAIO 1917: “COLPO DI ZURIGO”, sezione Accade oggi in sito web Il dito nell’occhio, 21 febbraio 2016.

[2] Napolitano Silvano, “007 ITALIANI IN AZIONE: IL COLPO DI ZURIGO”, in sito web HistoriaPage STORIA E ALTRE STORIE.

[3] Galli Gabriele, “21 FEBBRAIO 1917: “COLPO DI ZURIGO”, sezione Accade oggi in sito web Il dito nell’occhio, 21 febbraio 2016.

[4] Galli Gabriele, “21 FEBBRAIO 1917: “COLPO DI ZURIGO”, sezione Accade oggi in sito web Il dito nell’occhio, 21 febbraio 2016.

[5] Napolitano Silvano, “007 ITALIANI IN AZIONE: IL COLPO DI ZURIGO”, in sito web HistoriaPage STORIA E ALTRE STORIE.

venerdì 20 giugno 2025

Marco Montagnani. Aggiornamento e sviluppo di ricerche e studi sulla vicenda del "Conte Rosso"

 Anche in relazione alla vicenda di "Ultra" nella Battaglia dei Convogli  1941 - 1943




“L’AFFONDAMENTO DEL PIROSCAFO REQUISITO “CONTE ROSSO” - 24 MAGGIO 1941”.

APPENDICE 01/2025 DEL 01.05.2025

MORTI – DISPERSI – SOPRAVVISSUTI: NUOVO COMPUTO ALL’8 APRILE 2025

 

Nell’ottobre del 2023 l’Istituto del Nastro Azzurro Fra Combattenti Decorati al Valor Militare ha pubblicato, a cura del suo Centro Studi sul Valor Militare (CESVAM) e per i tipi Archeoares, il saggio di Marco Montagnani, “L’affondamento del Piroscafo requisito “Conte Rosso” - 24 maggio 1941”. Oramai pressoché esaurito.

 

 L’Autore vuole divulgare, con cadenza mensile, salvo imprevisti o contingenze, appendici di ciò che per vari motivi non ha trovato posto nell’opera pur essendo interessante, compresi aggiornamenti e correzioni ai suoi contenuti e le novità importanti relative alla tragica storia del Piroscafo.

La sintetica significatività dei suoi contenuti la caratterizza.

 

Chiunque volesse fornire a titolo gratuito materiali per una rubrica*, la cui pubblicazione sarà insindacabilmente valutata dalla Redazione, potrà scrivere all’indirizzo: federazione.asti@istitutonastroazzurro.org allegando la liberatoria che ne autorizza la divulgazione. Detti materiali non saranno restituiti salvo particolari accordi.

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inizio:30 aprile 2025

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