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L'UNUCI per l'Umbria

Il Volume "La Divisione "Perugia" Dalla Tragedia all'Oblio" è disponibile in tutte le librerie. ISBN 886134305-8, Roma, 2010, Euro 20,00 pag. 329.



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mercoledì 26 marzo 2014

Due appuntamenti prossimi da non perdere

Carissimi Soci,
consentitemi di ricordarvi i 2 prossimi appuntamenti riportati in oggetto, con la preghiera di voler appuntare in grosse lettere le rispettive date, tali da non poter sfuggire alla  vostra attenzione tra i numerevoli impegni di oggigiorno che costellano in modo crescente le nostre giornate. 
La partecipazione all'invito pervenutoci gentilmente dall'Associazione degli Amici delle Miniere, la ritengo un gesto doveroso di ringraziamento verso quanti hanno sacrificato la loro vita nelle miniere, contribuendo all'economia e alla crescita del benessere della città. La nostra presenza alla S. Messa e alla deposizione della corona al monumento del Minatore, intorno alla nostra Bandiera, costituirà una sincera e sentita manifestazione di affetto e di vicinanza ai familiari dei minatori e di testimonianza dei valori di patria all'intera cittadinanza.

Il secondo appuntamento, Visita al Polo Mantenimento Armi Leggere e Museo delle Armi di Terni, prevede l'iscrizione alla partecipazione entro il prossimo martedì 25, specificando se si vuole restare a pranzo presso l'Ente.
 L'iscrizione nominativa è necessaria per l'autorizzazione all'ingresso. La visita, oltre adessere di per sè interessante ed istruttiva, è anche una piacevole occasione di trascorrere insieme una mezza giornata.

Le modalità di iscrizione sono come sempre: direttamente in Sezione personalmente o per telefono (0743.224227), con sms al sottoscritto (3383697144) e/o con e-mail.

Vorrei ricordarvi anche, che il 25 marzo scade anche il termine per l'iscrizione alla Visita al Quirinale e Museo delle bandiere. Conoscere per tempo il numero dei partecipanti, facilita ed ottimizza l'organizzazione del viaggio.
In attesa, un cordialissimo saluto.

A.Cuozzo

giovedì 13 marzo 2014

Unuci Spoleto. Conferenza su "L'impresa di Monte Marrone" 31 marzo 1944. Martedi 18 marzo 2014





IN OCCASIONE DEL 70° ANNIVERSARIO DELL'IMPRESA DEL I° RAGGRUPPAMENTO MOTORIZZATO,
  IL GEN. MASSIMO COLTRINARI, 
PRESENTATO ED INTRODOTTO DAL PRESIDENTE, 
GEN. ANTONIO CUOZZO, 

TERRA' UNA CONFERENZA SUL TEMA

Il profilo di Monte Marrone tra Monte Castelnuovo, nel sistema delle Mainarde
L'IMPRESA DI MONTE MARRONE,
LA PRIMA VITTORIA ITALIANA DOPO L'ARMISTIZIO
31 MARZO 1944

Posizione del I Raggruppamento Motorizzato al comando del gen. Utili ed azione su Monte Marrone
SPOLETO, SEDE UNUCI, MARTEDI' 18 MARZO 2014 ORE 17 

Azione e percorso delle tre compagnie del battaglione Piemonte il 31 marzo 1944 su Monte Marrone
Nella conferenza si illustrerà l'azione del Battaglione Piemonte per la conquista di Monte Marrone, la preparazione dell'azione, i rapporti con il Corpo di Spedizione Francese e il Corpo Polacco, in cui era inserito nel settore delle Mainarde il Corpo Italiano di Liberazione, il rafforzamento delle posizioni, l'attacco tedesco del 10 aprile 1944. Si illustrerà inoltre il significato profondo di questa azione.  Gli Alleati, dopo le vicende armistiziali. realizzarono grazie anche all'impresa di Monte Marrone che gli Italiani erano in grado e sapevano fare la guerra, sopratutto in montagna. Questa constatazione incise profondamente neli mesi successivi, sopratuto in termini di sostegno alle forze combattenti italiane 
PER APPROFODIMENTI:

www.coltrinaristoriamilitare.blogspot.com
www.corpoitalianodiliberazione.blogspot.com

per info:
 ricerca 23@libero.it


giovedì 6 marzo 2014

Cefalonia XI Le forze contrapposte

Parte seconda

Le Operazioni 

 

Il presidio tedesco nell’isola alla data dell’8 settembre era costituito, come sappiamo, da due battaglioni di fanteria da fortezza con molte armi pesanti ed una batteria di semoventi su nove pezzi.
Di quale entità furono i rinforzi da esso ricevuti sia durante la settimana delle trattative che subito all’inizio delle ostilità.
A questa domanda risponde il capitano Bronzini. “il 15 settembre – egli dice – iniziandosi le ostilità, noi del comando di divisione giudicammo che i tedeschi fossero saliti a tremila uomini. Ma il grosso dei rinforzi fu inviato ad ostilità aperte, dopo il 15. sbarcarono allora tre battaglioni della 1ª divisione alpina, nota per la sua feroce aggressività, e due battaglioni di cacciatori di montagna della divisione “Brandemburgo”. La direzione delle operazioni fu assunta da un colonnello alpino. Il ten. col. Barge fu “silurato” e, tra il 15 ed il 20, richiamato sul continente greco”.
Sicchè, subito dopo il 15, i tedeschi vennero a disporre sull’isola di sette battaglioni di fanteria, di cui cinque di truppe scelte, più la batteria di semoventi. Ma furono anche sbarcate – come risulta da diversi indizi – numerose armi di rinforzo, mortai e piccole artiglierie, col relativo personale.
In quanto a dislocazione, il presidio tedesco godeva di una situazione favorevole. Le forze, quasi per intero, presidiavano un settore topograficamente isolato qual’era quello di Luxori, comprendente l’intera penisola di Paliki; ed il possesso della posizione di Kardakata, unica via terrestre di accesso a detta penisola, accentuava il vantaggio.
Sfavorevole invece era la posizione di Argostoli dove era dislocata la sola batteria di semoventi, a sostegno della quale però, come si è fatto cenno, erano state inviate, durante le trattative, truppe di fanteria di entità imprecisabile.
Per quanto riguarda il presidio italiano, occorre aggiungere a quanto s’è già detto che dei sei battaglioni di fanteria disponibili solo tre – quelli del 17° fanteria – erano in piena efficienza addestrativa; quelli del 317° fanteria erano invece composti di reclute non ancora sufficientemente istruite e comunque non ancora provate dal fuoco.
Altre truppe utilizzabili, all’occorrenza, come fanteria – ma con gli effetti che simili ripieghi comportano – erano: la compagnia carabinieri, quella di finanza e due compagnie di lavoratori del genio.
Tutto il resto degli uomini era impegnato in servizi di specialità (genio, sanità sussistenza) o nei reparti di artiglieria (circa sei gruppi, più una batteria da 120 della Marina).
È perciò ora possibile un rapido confronto fra le forze contrapposte.
Superiorità, da parte tedesca, nella qualità della fanteria e nell’armamento a questa relativo.
Superiorità, da parte italiana, di artiglieria. Vantaggio che però venne frustrato dalla assoluta padronanza aerea tedesca, a cui il presidio italiano non potè contrapporre che una assai scarsa reazione contraerea.
Il rapporto delle forze, l’8 settembre così favorevole a noi, si era dunque invertito appena iniziate le ostilità.
La lunghezza delle trattative non fu, a questo riguardo, fattore determinante: l’invasione sarebbe ugualmente avvenuta se le ostilità si fossero iniziate la stessa sera dell’8.
E neppure la conservazione delle importanti posizioni di Kardakata, la cui cessione ebbe certo influenze negative sullo sviluppo minuto delle operazioni, avrebbe potuto cambiare l’esito finale della lotta.
Basta infatti tener presente che il presidio italiano, quando anche avesse soppresso di colpo quello tedesco, non avrebbe poi avuto forze e mezzi sufficienti su tutti i punti dell’isola per opporsi con probabilità di successo ad azioni di sbarco sostenute da notevoli forze aeree.
Le truppe italiane si presentavano alla lotta, per effetto del generale sentimento antitedesco, in condizioni morali buone, ma che tuttavia non si possono definire ottime. Elemento negativo principale il fatto che dalla madrepatria, durante sette lunghi giorni, non era giunto, neppure sotto forma di promessa, alcun aiuto, si aggiungevano gli effetto della sfibrante settimana delle trattative, dalla quale, a cagione delle gravi e comunque riprovevoli manifestazioni di indisciplina, la compagine dei reparti ne era uscita assai scossa e decaduta.
Il morale delle truppe tedesche era principalmente sostenuto da tre fattori: l’adeguatezza dei mezzi a disposizione e la certezza di sicuri e rapidi rifornimenti dal continente greco; l’assoluta padronanza aerea in una zona, nella quasi totalità, scoperta; l’episodio del 13 contro le motozattere, ritenuto – con giudizio superficiale ma tuttavia, sul momento, di grande effetto – atto di tradimento da parte italiana.