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venerdì 30 aprile 2021

La Guerra di Liberazione. Il Primo Fronte. Il Regno del Sud. La lunga lotta per esistere

 Le vicende delle forze armate combattenti 

Il primo fronte deve combattere una sua propria battaglia per esistere. Dopo il ritiro dalle posizioni di Montelungo, sconfitti e con il morale bassissimo, la possibilità di avere truppe combattenti italiane stava per scemare. I Britannici insistevano per non concederle ed impiegare i soldati italiani solo nelle Divisioni Logistiche dette “Ausiliare”, mentre il solo sostegno statunitense poteva non bastare se le truppe ed i quadri mostravano le carenze disciplinari mostrate fino ad allora. Le diserzioni, ovvero l’assenza arbitraria e momentanea alle bandiere come si usava dire allora avevano caratterizzato la compagine combattente italiana. La rivolta di oltre 190 Allievi Ufficiali dei bersaglieri rimase significativa. Ci volle tutta la abilità del gen. Utili, e la sensibilità del gen. Messe per riuscire a controllare la situazione che stava degenerando in modo incontrollabile. La situazione migliorò nel mese di marzo con l’arrivo di unità integre dalla Sardegna. La felice azione di Monte Marrone fu la svolta che salvò la situazione: gli americani e quindi tutti gli altri alleati si convinsero che gli Italiani potevano ritornare utili nel prosieguo della guerra. Assegnati al settore adriatico, come divisone del Corpo d’Armata polacco, la bella prova di Filottrano a luglio, fece sì che gli Alleanti, compresi i britannici, anche per le esigenze ormai pressanti di “Anvil”, decisero non solo di accettare truppe combattenti italiane, ma anche di elevarne il numero da 25.000, e portarle a 40. /50.000 giugno luglio, e a settembre, a 250.000 con la creazione dei Gruppi di Combattimento. Intanto il numero delle unità logistiche, dette “Ausiliare” avevano raggiunto i 200.000 uomini.

La battaglia per l’esistenza come combattenti era stata vinta. Il Regio Esercito, e le altre Forze Armate partecipavano alla guerra, combattendo non solo come contributo alle esigenze logistiche. Per l’Italia si poteva sperare in un futuro migliore.

martedì 20 aprile 2021

La Guerra di Liberazione. il 1944 Le sclete sono terminate. I Parte

 

Il trauma della crisi armistiziale del settembre 1943 produsse i suoi effetti per anche nel mese di ottobre, di novembre e di dicembre. Con la fine dell’anno era ormai chiaro a tutti che l’Italia era divisa in due, che eserciti stranieri si combattevano sul suolo nazionale e che vi era una parte di italiani che operavano a favore di una coalizione ed una parte che operava per l’altra. Nel mezzo la massa di coloro che cercavano solo di sopravvivere. Molti di loro adottarono una forma di attesa, per vedere chi avesse prevalso, altri si adattavano alle circostanze e cercavano di approfittarne per migliore la propria posizione, altri sopravvivevano e basta, nelle tantissime difficoltà che la situazione presentava. Erano giorni tristi, difficili e in qualcuno si fece strada che il peggio doveva ancora avvenire. Le popolazioni meridionali erano leggermente avvantaggiate, in quanto il regime alleato era più tollerante. Il mercato nero fioriva, i vincoli sociali si stavano allentando, e l’autorità statale era molto labile, ma nella sostanza si sopravviveva senza patemi d’animo e apprensioni. Nel centro e nel nord Italia la popolazione era presa tra l’azione tedesca di occupazione e repressione e l’azione dei repubblichini di Salò animati da una grande voglia di ricostruire un fascismo che tutti, in un modo o nell’altro, anche inconsciamente, ritenevano che avesse fallito. Era iniziata la caccia ai “traditori”, a qualcuno a cui dare la colpa di tanti disastri e punirlo; nel contempo cercare di agire in modo tale che l’idea fascista, pura e scintillante, potesse essere finalmente realizzata. Tutti erano chiamati a vivere “pericolosamente”, ma nella realtà erano estremisti più velleitari che reali, in quanto tutto dipendeva dai tedeschi e dall’andamento della guerra, che peraltro non si sarebbe decisa in Italia.

mercoledì 7 aprile 2021

Rivista QUADERNI n. 3 del 2020 Luglio settembre 2020

 



Per la parte dedicata alla Storia, iniziano con questo numero le pubblicazioni dedicate al centenario del Milite Ignoto che ricorre il prossimo anno. L’’Istituto è particolarmente impegnato in questa data anniversaria, e la Rivista non può che assecondare questa scelta. Prosegue, sull’abbrivio della Giornata del Decorato del 2021, che non si è potuta celebrare per via della epidemia da Covid19, che non può fermare l’attività posta in essere a corredo scientifico di detta giornata, le note riguardanti la campagna di Sicilia del luglio 1943 e degli avvenimenti riguardanti la campagna d’Italia del 1944. Contributi di Massimo Coltrinari e Luigi Marsibilio, nell’ambito delle ricerche avviate a seguito dei Progetti in corso riguardanti le tematiche della Guerra di Liberazione, e una di Giorgio Clemente che affronta particolari situazioni di nostri militari durante la seconda guerra mondiale e una nota di Consalvo Dolce riguardante l’intervento dell’impegno degli Stati Uniti nel Vietnam.

 

Per la parte geografica apre Valentina Trogu trattando della sociologia della deterrenza, mentre in geopolitica delle prossime sfide, una nota sul covid e come viene affrontato, che fa riflettere sulla leaderschip degli Stati Uniti nel mondo occidentale e Luca Bordini che tratta della digitalizzazione nelle FF.AA. Infine Stefano Chiarle tratta dell’Ucraina e del suo cammino verso la democrazia.

 

Nelle rubriche, quelle relative al CESVAM si riportano alcune peculiari attività del Centro, con la evidenziazione delle realizzazioni editoriali mentre gli Indici della rivista QUADERNI ON LINE si riferiscono al III trimestre del 2020. Si può finalmente dire che un costante aggiornamento delle NOTIZIE CESVAM e degli eventi a cui si partecipa come CESVAM è possibile trovarlo sulla home page della piattaforma www.cesvam.org alla rubrica “Eventi” ed alla rubrica “Notizia CESVAM”, mentre è in progetto la pubblicazione su questa rivista dei contenuti dei vari comparti della piattaforma

La rubrica di chiusura riporta la iconografia brigate di fanteria della prima guerra mondiale, come tradizione di questa rivista.

Da ultimo, l’editoriale del Presidente Nazionale ed il Post editoriale del Direttore del Periodico sono intonati al tema della celebrazione del Milite Ignoto, nel solco delle scelte sopra dette, e dei contenuti evidenziati nella pubblicazione consorella. (massimo coltrinari)

 

In I di Copertina:  Lapide Commemorativa del Bollettino della Vittoria del 4 Novembre 1918

Per info: quaderni.cesvam@istituton

Per richiedere la rivista: segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org