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venerdì 15 dicembre 2017

lunedì 6 novembre 2017

Mercoledi 8 novembre 2017 ore 16,30 Conferenza

Nota di presentazione della Conferenza



La conferenza di mercoledì 8 novembre 2017 su Caporetto: una sorpresa strategica
è incentrata sulle cause che determinarono il ripiegamento del Regio Esercito dall'Isonzo al Piave. Quali le ragioni?
La principale è quella da ricercarsi nella adozione da parte tedesca di una nuova tecnica di attacco che era stata applicata i 1 settembre 1917 a Riga ( livello divisione) e contro di noi il 24 ottobre 1917 (livello corpo d'armata) e contro i francesi nella primavera del 1918 (livello di armata).
Questa nuova tecnica è direttamente discendente dai procedimenti di impiego adottati da Annibale nella battaglia di Canne nel 216 a.c. in cui due esercito consolari romani furono distrutti.
Una battaglia combattuta duemila anni prima è la soluzione del superamento del binomio ostacolo-reticolato-mitragliatrice che per tre anni ha inchiodato gli eserciti nella battaglia di logoramento

Comprendere il significato di questo sarà l'oggetto della conferenza. 


Massimo Coltrinari
informazioni: direttore.cesvam@istitutonastroazzurro.org

lunedì 2 ottobre 2017

martedì 19 settembre 2017

La Brigata Acqui nel 1916


3.5.  La Brigata “Acqui” nel 1916

La Brigata “Acqui”[1] composta dal 17° e dal 18° Reggimento di fanterria, era stata sul finire era sulle trincee di Monfalcone.

I Quadri della brigata nel 1916 erano i seguenti:
Comandante della Brigata continuava ad essere il magg. gen. Giuseppe Menarini, dal 17 luglio 1915 al 9 gennaio 1916, che lascerà il comando al magg. gen. Giuseppe Paolini che lo terra dal 24 gennaio 1916 al 19 giugno 1916; magg. gen. Gaspare Leone, dal 4 luglio 1916 al termine della guerra.

Comandante del 17° Reggimento fanteria era  ancora il col. Secondo Achino, dal 19 giugno 1915 al 18 maggio 1916; ten. col. Valentino Ortalli dal 25 maggio 1916 al 22 agosto 1916, ferito in combattimento; ten.col. Roberto Fonte, dal 29 agosto 1916 al 23 dicembre 1916; col. Augusto Bianchi dal 25 dicembre 1916 al 13 agosto 1917.

18° Reggimento  Vedere se inserirlo

Di seguito i comandanti di battaglione nel 1916

17° Reggimento fanteria:

I Battaglione
. Magg. Luigi Buzza, dal 12 diembre 1915 al 4 aprile 1916
. Magg. Ettore Scala, dal 13 aprile 1916 al 2 luglio 1916
. Magg. Michelangelo Bimonte, dal 11 agosto 1916 al 4 luglio 1917.

II Battaglione
. Magg. Paolo Trezzi, dal 1 agosto 1915 al 23 luglio 1916
. Cap. Pasquale Marotta, dal 25 luglio 1916 al 1 agosto1916
. Cap. Silvio Prestinari, dal 1 agosto 1916 al 7 agosto 1916
. Cap. Fedele Ussegio, dall’8 agosto 1916 al 7 settembre 1916
. Cap. Mario Capobianco, ad interim
. Cap. Paolo Pisasale, dal 9 dicembre 1916 al 12 gennaio 1917.

III Battaglione
. Magg. Filippo Lanciano, dal 5 novembre 1915 al 23 maggio 1917

18° Reggimento fanteria
DA VEDERE SE VIENE SCRITTO
I Battaglione
.
II Battaglione
.
III Battaglione
.
Il IV battaglione sarà costituito nel 1917

Gli Ufficiali della Brigata “ Acqui” Caduti nel 1916 sono:
17° Reggimento
. Cesare Antiga, capitano, da Miane (Treviso) il 27 giugno 1916 a Monte Resta
. Albino Colli, capitano, da Verona, il 29 marzo 1916 Cave di Selz
. Ulderico Schiavotti, da Lama dei Peligni, il 14 luglio 1916 Monte Interrotto
. Enrico Panini, tenente, da Spilimberto (Modena) il27 settembe 1916 Ospedale di Modena
. Manlio Pettinari, s.tenente, da Roma, il 14 luglio 1916 Ospedale someggiato Ronchi
. Alberto Paolini, aspirante, da Civitella Roveto, il 13 luglio 1916 Monte Catz
. Pietro Torre, aspirante, da Barletta, il 14 luglio 1916 Monte Interrotto.

18° ReggimentoDecidere se farlo


Il Quadro generale delle perdite dellaDECIDERE SE DELLA BRIGATA O DEL REGGIMENTO 17 brigata, per il 1916, sono le seguenti


17° Reggimento Fanteria
Il Reggimento fu inviato in linea nel 1916 per cinque cicli operativi. Al settore di Monfalcone, dal 1° gennaio al 12 febbraio 1916, ed non ebbe perdite, tranne 4 feriti tra i Sottuficiali e la Truppa; al settore di Selz, dal 20 marzo  al 12 maggio 1916, ed ebbe 1 Ufficiale Caduto, 11 Feriti e nessun Disperso; tra i Sottufficiali e la truppa 101 Caduti, 425 Feriti e 37 Dispersi; nella controffensiva nel Trentino a seguito della “Spedizione Punitiva” da 20 giugno al 22 luglio 1916  4 Ufficiali Caduti, 5 Feriti e nessun Disperso; tra i Sottufficiali e la truppa 72 Caduti, 341 Feriti e 9 Dispersi; nel Trentino, dal 23 luglio al 30 novembre 1916 nessun Ufficiale Caduto, 4 Feriti e nessun Disperso; tra i Sottufficiali e la truppa 18 Caduti, 168 Feriti e nessun Disperso; infine nel settore di Monfalcone, dicembre 1916, nessuna perdita fra gli Ufficiali, mentre tra i Sottufficiali e la truppa, 6 Vaduti, 8 Feriti e nessun Disperso.
Nel 1916 il Reggimento ebbe  5 Ufficiali Caduti, 20 Feriti e nessun Disperso; tra i Sottufficiali e la truppa 197 Caduti, 946 Feriti e 46 Dispersi

18 Reggimento Vedere se inseririre



Molto ricco il quadro delle ricompense della Brigata del 1916. E’ citata nel Bollettino di Guerra n. 310 del 31 marzo 1916. Il testo del Bollettino recita:
“In valle di Daone il giorno 20, scontro di piccoli riparti sulle pendici settentrionali del Monte Melino. Il nemico, respinto e fugato, abbandonò armi e munizioni. In valle Sugana efficaci azioni della nostra artiglieria: nell’alto Cprdevole, contro baraccameti alla testa di Rio Selvazza; nell’alto Boite, contro truppe nemiche nei pressi di Som Pauses, a nord-ovest di Podestagno. Lungo la fronte dell’Isonzo, ieri, azioni intermittenti delle artigliere, ostacolate da dirotta pioggia.
Maggiori particolari intorno al successo delle nostre armi ad est di Selz, mettono in luce la bella azone della Brigata “Acqui”. Il giorno 27 con vigoroso sbalzo offensivo essa espugna in tratto di circa 150 metri di un esteso e fortemente munito trincieramento nemico. Rigettati i violenti contrattacchi dell’arvversario, le valorose truppe, risolute ad espugnare ad ogni costo l’intero trinceramento, vi riuscirono nel pemeriggio del 29, dopo tre giorni di lotta aspra e continua, facendo numerosi prigionieri e ricco bottino di armi” Generale Cadorna.

La Brigata riceve riconoscenze alle bandiere dei suoi Reggimenti per le operazioni sia dell’anno precedente che dell’aprile 1916  nell’area di Monfalcone.

 Alla Bandiera del 18° Reggimento fanteria la  Medaglia d’Argento al Valore Militare con la seguente motivazione
“Dando mirabile esempio di ardimento e salda disciplina, si mantenne fieramente e per alcun tempo da solo, sulle alture di Vermigliano (Basso Isonzo) faticosamente conquistate (19-23 luglio 1915) e contribuì validamente alla occupazione del valloncello sovrastante a Selz (27-29 marzo 1916)”

La Medaglia di Bronzo al Valor Militare viene concessa ai due Reggimenti i cicli di operazioni nel 1915 e nel 1916 con le seguent motivazioni:
alla Bandiera del 17° Reggimento fanteria:
“Per lo slancio, la tenacia ed il valore spiegati dal I battaglione del reggimento in aspre e sanguinose giornate di battaglia (Monte Sei Busi, 29 agosto-30 ottobre 1915; Valloncello di Selz 22-23 aprile 1916; Gallio 25 luglio 1916.”

alla Bandiera del 18° Reggimento fanteria:
Per l’alto spirito offensivo e la saldezza esemplare di cui diede prova il II Battaglioe del reggimento in aspre e gloriose giornate di battaglia (Vermignano 18 luglio 1915 e 21 ottobre 1915; Selz, 21 luglio 1915, 27 e 28 marzo 1916 e 22-23 aprile 1916; Monte Catz 26-27 giugno 1916”




Nel 1916 elementi della Brigata “Acqui” si distinsero per il loro Valore Militare. Il Comandante del 18° Reggimento fanteria per il suo comprtamento nelle operazioni del 25-26 giugno nella zona di gallio e di Monte Ctaz, sull’Altipiano di Asiago, ricevette il titolo di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia.

Nel Febbraio 1916 la Brigata ebbe la sua prima delle tre Medaglie d’Oro al Valore Militare concesse ai suoi componenti nel 1916. Una medaglia d’oro fu concessa al sottotenenteUgo Polonio, da Trieste, del 18° Reggimento fanteria, (Vermegliano, 21 ottobre).

La ricostruzione degli eventi è la seguente:
Nell'azione svolta dalla brigata Acqui il giorno 21, un'altra figura di eroe rifulge: il sottotenente di M. T. Polonio Ugo, da Trieste, appartenente alla 6a compagnia del 18° fanteria, (colonnello Cittadini).
 Arruolatosi volontariamente in giovanissima età, si era già segnalato in molteplici ardite azioni, e il 20 ottobre, alla testa di un valoroso manipolo, si era spinto fuori dalle nostre trincee di Vermegliano per posare tubi esplosivi sotto ai reticolati nemici, raggiungendoli pel primo e facendo egli stesso brillare due tubi.
Nel pomeriggio del 21, avuto l'ordine cli attaccare il tratto di trincea avversaria che ha di fronte, balza dall'appostamento, trascinando con l’esempio e con la parola i suoi, sotto un micidiale fuoco di mitragliatrici che falcia il plotone. Ferito al braccio destro, risponde ai soldati che l'avvisano della ferita: <
<< Addio, ragazzi: muoio contento per la Patria! >>
Addosso gli venne trovato una lettera diretta al padre e scritta due giorni prima, nella quale si legge:
«Due sono le mie fedi, i miei culti: la Patria e la Famiglia. Non ho mai amato una donna. Solo alla Patria io sacrificherò la mia vita se muoio, solo alla famiglia se vivo. Il mio amore di patria, è un amore puro, bello, sublime. L'Italia che io amo non ha niente di quelle piccinerie che appassionano gli altri. La mia Italia, l'Italia dei miei sogni mesti e nostalgici, è l'Ideale, è il Bello, il Grande, ciò che per gli altri è Dio. Se muoio, muoio nella piena coscienza del mio sacrificio: non sono affatto un incosciente, un esaltato, un ubbriaco di parole.  Muoio nella coscienza piena e serena di aver por­tato una briciola di lavoro ad un’opera da titani, lieto e si­curo di aver cancellato col mio sacrificio l’onta di una vita inoperosa, una vita da utopista, da sognatore, da ottimista stupido. Non voglio che mi si rimpianga.  Cercherò di far sì che voi siate orgogliosi di me.  Non temo la morte, la guardo in faccia, ed è bella; io non avevo mai provato una calma, una serenità simile a quella che ora provo, direi quasi che io viva già di una vita differente da quella degli altri.  L'anima mia, se n’ho, il mio pensiero, tutto l’io è proteso verso te, verso voi, verso la mia Trieste. Vi bacio, vi bacio, Addio! ».
E Trieste,  ricongiunta  alla  Patria,  addita  all'ammirazione  ed alla riconoscenza di tutti gl'Italiani la memoria di questo suo figlio giovinetto , il cui nome è degno  di  esser  posto  accanto a quelli gloriosi di Cesare Battisti, Damiano Chiesa, Fabio Filzi, Nazario Sauro, Francesco  Rismondo,  che  la  morte  affrontarono  impavidi per  il suo stesso amore,  per la sua stessa fede.                                                                                                                                        

L’albo delle medaglie d’oro si abbella del nome di Ugo Polonio, la cui motivazione è la seguente:
“Volontario irredento di Trieste, già distintosi per ripetute prove di cosciente ardimento preparavail 20 ottobre l’attacco alle trincee nemiche, facendo brillare, con alcuni dei suoi valorosi, tubi esplosivi nei reticolati. Col plotone, infiammato dal suo generoso entusiasmo, mosse all’assalto fra l’infuriare del fuorco avversario: ferito una prima volta, persisteva nella corsa e, al grido di “Savoia!” giungeva prima alla nota; quiv caduto per nuove mortali ferite, trovata la forza, spirando, di dirsi contento di morire per la Patria”

Tenendo presente anche il comportamento  all’inizio della guerra, fu decorato della massima decorazione al valor militare Ulderico De Cesaris.
Tenente, nato a Spoltore, in provincia di Teramo, appartenente al 18° Reggimento fanteria, fu premiato per le sue azioni a  di Ruda, il 6 giugno 1915, a Vermigliano 19-21 luglio 1915 e di Selz il 6- 22 aprile 1916. La sintesi della sua azione può essere cosi riassunta.

La Brigata “Acqui” (comandata dal maggior generale Sagramoso dall’inizio della Campagna al 1 luglio 1915 e quindi dal maggior generale Menarini, fino al gennaio 1916) durante l’intero periodo dell’estate-autunno 1915, era rimasta sempre in linea in quell’aspro e nudo settore carsico, che si estende tra il monte Sei Busi e le cave di Selz. Impadronitesi con fieri combattimenti delle alture liminari di Vermigliano e di Selz, furono lanciati ripetuti attacchi per la conquista del ciglio dell’altipiano di Doberdò, attacchi condotti sotto il fuoco austriaco dalle dominati posizioni; varie volte si riuscì a conquistare tratti di trincea, ma ogni volta i fanti della “Acqui” furono ricacciati dal fuco incrociato delle artiglierie e delle mitragliatrici. Per la tenacia ed il valore spiegati dai due reggimenti, il 17° ed il 18° Reggimento fanteria della “Acqui” furono concesse una medaglia d’argento ed una di bronzo alla bandiera del 18° Reggimento fanteria ed una di bronzo a quella del 17° reggimento.(vds. Sopra) Durante tutte le azioni cui prese parte la brigata “Acqui” si segnalò in particolar modo un giovane ufficiale del 18° Reggimento (colonnello Cittadini): il sottotenente Ulderico De Cesarsi. Primo a passare con ardite puntate di avanguardia il Torre e l’Isonzo; volontario più volte per la posa di tubi esplosivi presso reticolati; primo in molti combattimenti a lancarsi all’assalto ed a scalare la trincea nemica; sprezzante sempre del pericolo ed esempio a tutti di serenità e di forza.


Dopo la prima battaglia dell’Isonzo gli fu concessa una prima medaglia d’argento.[2] Nel marzo del 1916 la Brigata “Aqui” conquistava un forte trinceramento ad est di Selz (trincee a zeta) e non solo le manteneva contro successivi violenti contrattacchi avversari, ma negli ultimi giorni di aprile estendeva l’occupazione, strappando al nemico altri trinceramenti più a nord. Durante queste aspre giornate di battaglia il tenente De Cesaris dette nuove prove di ardimento e valore, tanto da guadagnare altre due medaglie di argento: la prima[3] dopo l’azione del marzo, per aver saputo infondere nelle proprie truppe slancio mirabile ed averle condotte tre volte all’assalto e la seconda[4] per aver conquistato una trincea nemica facendo prigionieri tutti i difensori e catturando anche una intera sezione di mitragliatrici; poi seppe difendere le posizioni conquistate a fronte di numerosi contrattacchi. Per i suoi comportamenti, tanto da essere additato a tutto il personale della Divisione,[5] gli conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
“Di eccezionale calma di fronte al nemico, diede tali esempi di fulgido valore personale in ripetuti combattimenti, nell’ardimento nell’eseguire ricognizioni di iniziativa e fermezza nel condurre il prorpio reparto, da essere additato a tutta la Divisione, ufficiali e soldati (di cui tre reggimenti per la loro condottain quelle circostanze ebbero decrata la bandiera di medaglia d’argento al valor miltare) quale valoroso tra i valorosi Ruda 6 giugno 1915; Selz 6-22 aprile 1916.



[1] Per l’ordinamento, l’impiego e le operazioni relative al 1915 vds. Coltrinari M., Le Marche e la Prima Guerra Mondiale: il 1915. I primi sei mesi di guerra: dall’euforia interventista alla realtà della trincea, Roma, Edizione Nuova Cultura, Università la Sapienza, 2017., pag.29
[2]  Il testo della motivazione è su: www.istitutonastroazzurro.org/ consulta l’archivio digitale/ Ulderico/ De Cesarsii/ Esercito/Anno/Medaglia d’Argento.
[3] Il testo della motivazione è su www.istitutonastroazzurro.it/ consulta l’archivio digitale/ Ulderico/ De Cesarsi/ Esercito/Anno/Medaglia d’Argento.
[4] Il testo della motivazione è su: www.istitutonastroazzurro.org/ consulta l’archivio digitale/Ulderico /De Cesarsi/ Esercito/Anno/Medaglia d’Argento.
[5] In queste operazioni oltre al 18° Reggimento fanteria della Brigata “Acqui” ebbero la Medaglia d’Argento il 13° ed il 14° Reggimento fanteria della Brigata “Pinerolo” ( maggior generale Ravazza) tutti appartenenti alla 14a Divisione (tenente generale Sagramoso). Le motivazioni sono su: www.isitutonastroazzurro.org/%/13° Reggimento e su www.istitutonastroazzurro.org/%/14° Reggimento.

mercoledì 26 luglio 2017

La Brigata Ancona nel 1916


La Brigata “Ancona”[1] composta dal 69° e 70° Reggimento fanterria, era stata sul finire del 1915 trasferita dal fronte dolomitico (4a Armata) sul fronte dell’Isonzo, inserita nei ranghi della 3a Armata.
I Quadri della brigata nel 1916 erano i seguenti:
Comandante della Brigata continuava ad essere il magg. gen. Adolfo Corrado dal 30 novembre 1915 al 23 maggio 1916, sostituito dal colonnello brig. Luigi Bongiovanni dal 24 maggio al 27 agosto 1916; lo sostituisce il colonnello brigatiereAlfonso Mattei dal 28 agosto 1916 al 17 luglio 1917.

Comandante del 69° Reggimento fanteria era il ten. col. Giulio Ricobello, dal n16 settembre 1915 al 3 giugno 1916, a cui segue il ten. col. Erasmo Pagazzano, dal 4 giugno 1916 al 17 luglio 1917.

Al comando del 70° Reggimento fanteria vi era ancora il col. Antonio Gioppi dal 25 agosto 1915, che lascerà il comando il 1 maggio 1916, sostituito dal col. Angelo Magiulo dal 2 al 23 maggio 1916, a cui segue il ten. col. Francesc Pagliarulo dal 24 maggio 1916 al 12 giugno 1917.

Di seguito i comandanti di battaglione nel 1916
69° Reggimento fanteria:
I Battaglione
. Magg. Alberto Valentini , dal 9 novembre 1915 al 31 maggio 1916
. Magg. Edoardo Marras, dal 1 giugno 1916 al 17 giugno 1917

II Battaglione
. Magg. Guido Crescentini dal 27 marzo 1916 al 29 maggio 1916
. Magg. Dante Posani, dal 30 aggio 1916 al 12 giugno 1916,
   Ferito in combattimento
. Magg. Daniele Costantino dal 17 settembre 1916 al 7 febbraio 1917

III Battagliione
. Magg. Luigi Silvatici dal 24 maggio 1915 al 12 gennaio 1916
. Magg. Domenico Pasqualetti dal 5 marzo 1916 al 16 maggio 1916,
   Ferito in combattimento
. Magg. Alberto Valentini, dal 1 giugno 1916 al 7 marz 1917
  
IV Battaglione. Sarà costituito el 1917

70° Reggimento fanteria:

I Battaglione
. Cap. Francesco Nati, da dicembre 1915 a gennaio 1916
   Ferito in combattimento
. Ten. Col. Domenicangelo Gallitelli, da febbraio 1916 al maggio 1916
. Magg. Attilio Maggiani, da maggio 1916 al 6 giugno 1916
. Magg. Francesco Nati, da luglio 1916 ad ottobre 1917

II Battaglione
. Cap. Giovanni Giovannoni, da gennaio 1916 a febbraio 1916
. Magg. Annibale Righetti, da marzo 1916 a maggio 1916
. Cap. Enrico Broglia da giugno 1916 a novembre 1916
. Magg. Carlo Cavicchi da dicembre 1916 a gennaio 1917.

III Battaglione
. Ten. Col. Alberto Pasta da gennaio 1916 ad aprile 1916
. Magg. Ettore Cipolla, da maggio 1916 a giugno 1916
. Magg. Ugo Bibolini da giugno 1916 a luglio 1916
. Magg. Luigi Fiorito da luglio 1916 al 27 ottobre 1917

Il IV battaglione sarà costituito nel 1917


Gli Ufficiali della Brigata Caduti nel 1916 sono:
69° Reggimento fanteria:
. Giovanni Borghese, capitano, da Polizzi Generosa, il 12 giugno 1916 a Monte Giove
. Alberto Rovere, capitano, da Milano, il 16 maggio 1916, a Monte Maronia
. Nicola Bertone, s.tenente, da Venaria reale, il 16 maggio 1916 a Monte Maronia
. Giovanni Battista De Gasperi, s.tenente, da Udine, il 16 maggio 1916 a Monte Maronia
. Arrigo Faini, s.tenente, da Sant’Arcangelo, il 20 maggio 1916, a Monte Maronia,
. Alfredo Fornaciari, s.tenente, da Firenze, il 22 ottobre 1916, a Monte Corno
. Giulio Franchi, s.tenente, da Firenze, il 26 agosto 1916 a Monte Spill
. Alfredo Goti, s.tenente, da Arezzo, il 13 giugno 1916 nell’Ospedale ndi Schio
. Giuseppe Grasso, s.tenente, da Siracusa, il 13 settembre 1916, nel 144° Reparto Sanità
. Mario Lazzeri, s.ten., da Minane, il 16 novembre 1916 a Monte Corno
. Fausto Mammarella, da Crecchio, il 15 maggio1916 disperso sul Monte Maronia
. Angelo Nicasi, s.tenente, da Città di Castello, il 28 giugno 1916  in Vallarsa
. Luigi Personnaz, s.tenente, da Torino, il 15 maggio 1916 sul Monte Maronia
. Giuseppe Romanelli, s.tenente, da Montevarchi, il 13 giugno 1916 sul Monte Giove
. Antonino Russo, s.tenente, da Palermo, il 13 giugno 1916 sul Monte Giove
. Salvatore Scuderi, s.tenente, da Catania, il 10 ottobre 1916, disperso sul Monte Corno
. Oreste Storace, s.tenenete, da Torino, il 16 maggio 1916 nalla 35° Sezione di Sanità a Seghe di Velo
. Alessandro Summa, s.tenente, da Torino, il 18 maggio 1916 a Campoluzzi
. Guido Treves, s.tenente, da Orvieto, il 20 ottobre 1016 sul Monte Corno
. Raffaele Brini, aspirante, da Poggibonsi, il 10 giugno 1916, all’Ospedale militare di Verona
. Luigi Lauri, aswpirante, da Fermo, il 20 maggio 1916 in prigionia
. Giulio Minutelli, tenente colonello, il 9 dicembre 1916 per malattia
. Ernesto Perotti, s.tenente, da San Bonifacio, il 28 luglio 1916, all’O.d.C. di Schio per malattia
. Luigi Prataviera, da San Stino di Livenza, il 12 gennaio 1016, all’O.D.C. 219 per malattia

70° Reggimento
. Attilio Maggiani, maggiore, da, Spezia, il 9 luglio 1917 all’O.d.C. 063
. Salvatore Bordieri, capitano, da Palazzolo Acreide, il 12 settembre 1916 a Monte Spill
. Luigi Corio, capitano, da Genova, il 22 luglio 1916 al 238° Reparto Sommeggiato
. Ferdinando Romanelli, capitano, da Sassano, il 12 ottobre 1916 all’Ospedale di Schio
. Guido Baldo, s.tenente, da Pesaro, il 29 settembre 1916, in Val di Fox
. Orfeo Calvelli, s.tenente, da Arquata del Tronto, il 16 settembre 1916 all’O.d.C. 213
. Francesco Caruso, s.tenente, da Pachino, il 9 ottobre 1916 a Pozzacchio
. Florindo De  Fabris, s.tenente, da Cortino, il 29 giugno 1916 sul Monte Corno
. Giueppe Gobello,s.tenente, da La Plata, il 10 giugno 1916, a Monte Giove
. Vincenzo Goglioso, s.tenente, da Vercelli, il 20 ottobre 1916 a Monte Spill
. Carmelo Malfitano,s.tenente, da Siracusa, il 9 giugno 1916, a Monte Giove
. Guidobaldo Mamiani della Rovere, s.tenente, da Pesaro, il 29 giugno 1916 all’Opsedale di Parma
. Giovanni Manciotti, s.tenente, da Monte Pulciano, il 18 maggio 1916 a Campoluzzi
. Ugo Monico, s.tenente, da Riese, il 13 giugno 1916, a Monte Giove  
. Aldo Panzavolta, s.tenente, da Faenza, il 23 agosto 1916 a Monte Spill
. Giovanni Paoletti, s.tenente, da Roma, il 4 luglio 1916, a Monte Spill
. Mario Pisani, s.tenente, da Cilavegna, il 4 luglio 1916 a Monte Spill
. Federico Serazzi, s.tenente, da Bologna il 20 ottobre 1916 a Monte Spill
. Eralso Spisani, s.tenente, da Codigoro, il 10 giugno 1916, a Monte Giove  
. Norberto Turriziani, s.tenente, da Frosinone, il 18 maggio 1916 a Campiluzzi
. Carlo Alberto Benelli, s.tenente, da Pelago, il 17 maggio 1916 a Campoluzzi
. Giuseppe Chiabrera, aspirante, da Torino, il 27 maggio 1916 ad Oslavia
. Antonio Parovel, aspirante, da Capodistria, il 4 luglio 1916 a Monte Spill
. Antonio Porro, aspirantre, da Sarano, il 4 luglio 1916 disperso a Monte Spill

Il quadro generale delle perdite della Brigata, per il 1916, in relazione alle tabelle organiche, sono le seguenti:
. 69° Reggimento Fanteria:
Nel primo ciclo operativo in Alto Astico (9-14 maggio) ebbe tra la truppa 1 Caduto, 9 feriti e 3 dispersi; nel secondo ciclo operativo offensiva asutriaca (strafespedition) e controffensiva italiana in Trentino (15 maggio – 22 luglio) 16 Ufficiali Caduti 37 feriti, 37 dispersi mentre tra la truppa si ebbero 226 Caduti, 1168 feriti, e 1125 dispersi. Nel terzo ciclo operativo sul Monte Pasubio e in Vallarsa (23 luglio – 31 dicembre) il Reggimento ebbe 6 Ufficiali Caduti, 15 feriti e 2 dispersi; nella Truppa si lamentarono 125 Caduti, 846 feriti, 206 dispersi..
In totale nel 1916 il Reggimento ebbe nei tre cicli operativi del 1916 fra gli Ufficiali 22 caduti, 52 feriti, 39 dispersi, tra Sottufficiali e Truppa 352 Caduti, 2023 Feriti e 1334 Dispersi

. 70° Reggimento Fanteria mostra la seguente situazione:
Non ha nessuna perdita nel servizio in linea nell’Alto Astico (9-14 maggio). Durante la offensiva asutriaca (strafespedition) e controffensiva italiana in Trentino (15 maggio – 22 luglio) 17 Ufficiali Caduti, 25 feriti, 23 dispersi mentre tra la truppa si ebbero 136 Caduti, 1138 feriti, e 1196 dispersi. Nelle operazioni sul Monte Pasubio e in Vallarsa (23 luglio – 31 dicembre) il Reggimento ebbe 6 Ufficiali Caduti, 16 feriti e 1 Disperso; nella Truppa si lamentarono 108 Caduti, 752 feriti, 8 dispersi..

In Totale nel 1916 il Reggimento ebbe 23 Ufficiali Caduti, 41 feriti, 24 dispersi; tra la Truppa, 244 Caduti, 1890 feriti e 2204 dispersi.

Mel 1916 La Brigata con i suoi reparti dipedenti ebbe 45 Ufficiali Caduti, 93 feriti e 63 dispersi; tra i Sottufficiali e la Truppa 596 Caduti, 3913 feriti e 3539 dispersi


L’attività operativa della Brigata “Ancona” per il 1916 è legata, nella sostanza, all’impiego nel Trentino a contenere l’offesiva austriaca  e poi a presidiare le posizioni italiane sul Pasubio.



Descrivere le operazioni DI MAGGIO 1916 VEDERE LA RELAZIONE UFFICIALE


OSIMO VEDERE IL TESTO SUL PASUBIO

VEDERE TESTO DI CERUTTI







Ulisse Igliori[2] nacque a Firenze e come sottotenente del 70° Reggimento fanteria lo si ricorda per le azione del monte Maronia del giorno 16 maggio 1916.

Il mattino del 16 maggio il nemico attaccava con forze ingenti il settore del monte Maronia, caposaldo della difesa sull’altipiano di Folgaria. Difendeva la posizione il I battaglione del 69°, rinforzato da due compagnie e da un reparto zappatori del 70° Reggimento fanteria, comandato dal colonnello Magliulo. Sotto la violenza dell’irruzione avversaria, le truppe che guarnivano la prima linea e quelle a immediato rincalzo furono travolte e in parte accerchiate e catturate.
Il reparto zappatori del 70° Reggimento, al comando del sottotenente Ulisse Igliori, era di riserva, presso due blockauses. Quando il giovane ufficiale vide travolta la nostra prima linea, anziché pensare a porsi in salvo, si apprestò con risolutezza ed energia a opporre con i suoi uomini la più ferma resistenza al nemico incalzante. Alle intimazioni di resa di un ufficiale austriaco rispondeva iniziando per primo il fuoco; ferito una prima volta, seguitava a sparare, lanciando frasi di scherno al nemico. Ferito, poco dopo, una seconda e una terza volta, a chi lo consigliava di ritirarsi dalla lotta rispondeva esser quello il suo posto, fino alla morte.
Colpito, per la quarta volta, da una scheggia di bomba a mano, nonostante le sofferenze e la perdita di sangue seguitava con tenacia a dirigere il combattimento, fino a quando, frantumatogli un braccio da una pallottola esplosiva e trapassatogli il torace, poco sopra il cuore, da un altro proiettile, veniva raccolto quasi esanime e trasportato al posto di medicazione. Qui irrompeva poco dopo il nemico, facendo prigioniero anche il sottotenente Igliori, al quale dovette essere amputato il braccio sinistro; qualche mese dopo egli fu rimpatriato, essendogli manifestata, a causa della ferita toccata al petto, un’apicite tubercolare.
Per gli avvenimenti narrati Igliori ricevette la Medaglia d’Oro al Valor Militare.[3] (GC)
Nel 1916 la Brigata “Ancona” fu protagonista di uno degli esposodi più significativi e pregnanti della Grande Guerra, la cattura da parte austriaca di due irridentisti, Cesare Battisti e Fabio Filzi. Proprio il gruppo tattico che aveva come base la Brigata “Ancona” si svolse quelle operazioni sul Monte Corno dove rifulse l’abengazione, lo spirito di sacrificio e la determinazione di questi due personaggi che sono icone della Grande Guerra.
Contenuta nel mese di maggio 1916, cedendo terreno ma aumentando via via la resistenza in posto con reazioni dinamiche locali, l’offensiva austriaca denominata “spedizione punitiva”, 15 maggio -18 giugno 1916) nella second metà del mese di giugno si sviluppò la controffensiva italiana (16 giugno-24 luglio 1916), si sviluppò in due fasi, la prima 16 giugno - 5 luglio 1916 e la seconda dal 6 al 24 luglio 1916, al termine della quale si poteva concludere che l’azione austriaca era stata completamente annullata e inizò lo spostamento delle riserve dalla fronte della 1a Armata all’Isonzo.
La Brigata “Ancona” partecipò alla controffensiva inquadrata nella 44a Divisione del V Corpo d’Armata, che compredenva anche la 27a, 35a Divisione , schierato dalla sponda occidentale della Vallarsa al Monte Bronzomè. Terminata la prima fase della controffensiva il 5 luglio 1916[4] in cui i reparti della Brigata “Ancona” agirono da protagonisti,[5]il 6 luglio 1916 si tenta di procedere verso il Col Santo dalla Vallarsa e l’azione culmina con il notissimo episodio del Monte Corno, che vide il sacrificio dei già citati Cesare Battisti e Fabio Filzi.

La relazione ufficiale così riporta l’azione della Brigata “Ancona” coinvolta in questo notissimo episodio.

Constata la difficoltà di avanzare verso il Col Santo dal Pasubio, si tentò di giungervi dalla Vallarsa. L’azione fu decisa per la notte sul 10 luglio (1916). La direzione fu affidata al Comandante della Brigata “Ancona”[6].
In Vallarsa la difesa austriaca seguIva la linea … Monte Spil – quota 1801 e l’antistante Monte Corno – Monte Testo – Sogi….Il Monte Corno è costituito dalla sporgenza rocciosa davanti (a sud) a quota 1801 ed unita a questa da una dorsale formante una selletta fra il vallone di Foxi e la Valmorchia. Su Monte Corno vi era un posto avanzato austriaco.
Nelle azioni fra fine giugno e primi di luglio le truppe italiane del Gruppo Brigata”Ancona”[7] rinforzate dal battaglione alpini “Vicenza” si erano affermate su Monte Trappola ed avevano raggiunto le rapide pendici di Monte Corno e quelle immediatamente sottostanti a quota 1755 ( Nord Ovest di Monte Corno).
Il Comandante della Brigata “Ancona”per l’azione disponeva di 4 battaglioni, I/69°[8], II/71°, III/71°, battaglione alpini “Vicenza”, e di due batterie (76a da 70 someggiata e 30a da 65 da montagna) in posizione su quaota 1497 (Monte Trappola). Un pezzo da 65 da montagna era stato postato ad una piccola forcella immediatamente a sud-ovest di Monte Corno di dove poteva battere, da una distanza di 600 metri, la quota 1801.

L’azione si sarebbe svolta in due tempi:
. 1° tempo: occupazione di Monte Corno, quota 1801, quota 1755.
. 2° tempo: azione contro Monte Spil. Eventualmente col concorso di altra partete dal Pasubio, avrebbe disposto poi il Comando della 44a Divisione.
Il 1° tempo contemplava due sbalzi successivi:
a)       occupazione di Monte Corno, facendo irruzione nella selletta da nord;
b)       azione contro quota 1801 e quota 1755
Dall’azione contro Monte Corno (primo sbalzo) era incaricato il battaglione alpini “Vicenza”. Nello sbalzo successivo il battaglione alpini, al centro, ed il battaglione I/69° e III/71°, rispettivamente a destra e a sinistra, avrebbe attaccato quota 1801. Contenporaneamente il II/70° dalla sua posizione sulle pendici sottostanti alla cima di quota 1755 avrebbe attaccato la cima stessa.

Il primo sbalzo si sarebbe effettuato di sorpresa senza preparazione di artiglieria. L’artiglieria (le due batterie di Monte Trappola e quelle da campagna di medio e piccolo calibro a portata) sarebbero intervenute solo per sostenere il secondo sbalzo o in caso di mancata sorpresa. Qualora l’occupazione di Monte Corno non fosse riuscita per le ore 3 del 10 (luglio) l’azione sarebbe stata sospesa.

Il battaglione alpini “Vicenza” aveva per itinerario il canalone occidentaledi Monte Corno; lo doveva seguire il III/71° in testa al quale come guida doveva procedere la compagnia di marcia del battaglione alpini “Vicenza”; il I/69° aveva per itinerario il canalone centrale.

L’inizio del primo sbalzo del primo tempo (irruzione sulla selletta) era fissato per le ore una del 10 luglio. Per la stessa ora i battaglioni I/69° e III/7i° dovevano essere a portata della selletta e pronti ad affiancarsi al battaglione “Vicenza” per l’attacco a quota 1801.
Iniziato il movimento poco dopo le 22 del 9 luglio, con le compagnie in quest’ordine 61a, 59a, 60a,[9] alle ore una del giorno 10, il battaglione alpini “Vicenza” giunse in prossimità della selletta; la 59a compagnia si affiancò a sinistra della 61a, la 60a rimase di rincalzo. Con un successivo rapido sbalzo la selletta fu occupata. Avvolta così da nord la vetta del  Monte Corno, subito dopo un plotone della 61a né effettuò la conquista e né catturò il presidio: 18 uomini con due mitragliatrici.

Intanto i due battaglioni I/69° e III/71° erano in movimento ed il II/70° era nelle sue posizioni sotto la quota 1755 ed attendeva dal battaglione “Vicenza” il segnale convenuto: razzo rosso indicante l’avvenuta occupazione di Monte Corno e l’inizio del secondo sbalzo.
Il battaglioni alpini “Vicenza” occupato il Monte Corno fece il segnale convenuto (razzi rossi) per l’entrata in azione dei battaglioni lateriali e dell’artiglieria. Attese il tempo calcolato necessario ai battaglioni stessi per disporsi ad agire, indi iniziò l’azione verso quota 1801, ma senza prima assicurarsi della possibilità dell’effettivo concorso di detti battaglioni.[10] 

Erano in prima linea la compagnia 59a (a sinistra) e la 61a; la 60a era di rincalzo. Erano le 2,30. Notte oscurissima. Purtroppo nessuno dei due battaglioni laterali era in quel momento in grado di concorrere: il I/69° per le gravi difficoltà del terreno roccoso era ancora indietro; il III/71° aveva perduto il contatto con la compagnia Battisti e si era smarrito nel bosco sottostante la selletta. Il battglione “Vicenza” trovò subito una vivacissima resistenza. Giunse intanto a sinistra la compagnia Battisti che entrò subito in azione. La tenace resistenza avversaria ed il nessun sentore dell’avvicinarsi dei due battaglioni attesi, indussero il comandante del battaglione “Vicenza” a sospendere, verso le 4, l’attacco ritirando i reparti avanzati alla selletta. La situazione rimase incerta fino alle 6. E fino a quell’ora nessun cenno dei due battaglioni laterali. E a quell’ora si sferrò quasi all’improvviso il contrattacco austriaco. Reparti della 98° Brigata Landesschutzen in formazioni dense sboccarono dalla fronte della quota 1801 e dal bosco ad ovest della selletta, minacciando le comunicazioni con il Monte Trappola.
Il battaglione “Vicenza” resistette.
I volontari Battisti e Filzi si prodigarono in sforzi sovrumani dimentichi di sé e del capestro che li attendeva, se catturati. Ma le forze austriache, se non soverchianti, fresche, mentre il battaglione era decimato, specialmente per gli effetti del prolungato e violenti tiro di artiglieria di repressione. Così alla fine venne sopraffatto, ed i superstiti in gran parte catturati.
Erano tra questi il comandante del battaglione ed i volontari irredenti tenente Battisti e sottotenente Filzi.
La mancata riuscita dell’azzione, già così ben avviata, si deve indubbiamente alle gravi difficoltà del terreno e di orientamento che non consentirono al I/69° ed al III/71° di tempestivamente intervenire.
Il II/70° aveva intanto, subito dopo il segnale, iniziato l’attacco a quota 1755 e fatto qualche progresso. Naturalmente la sua azione isolata non potè avevre né seguito né peso. Ed il battaglione la mattina stessa, era tornato sulle posizioni di partenza.
Perduta la cima di Monte Corno venne poi dal I/69° nella stessa mattina del 10 luglio occupato e mantenuto il piccolo ripiano immediatamente sottostante. L’azione costo il sacrifico del battaglione alpini “Vicenza” di cui soltanto un centinaio di superstiti riuscì a ritirarsi su Monte Trappola. Oltre 200 i morti; i catturati, in gran parte feriti, circa 400.”[11]

La nostra controffensiva si esaurì a metà di luglio 1916. Se era stata fermata, indubbio successo, aveva dato agli Austriaci il possesso del Col Santo e del Pasubio ed il costone di Portule sull’altipiano di Asiago; queste importanti posizioni, nonostante il terreno riconquiato, lasciavano aperto il problema della difesa del fronte Trentino. Dopo la battaglia di Gorizia il Comando Supremo avrebbe voluto riprender ele operazioni in Trentino allo scopo di concorrere più efficacemente ad alleggerire la pressione degli Austro-tedeschi sul fronte romeno, non gli permise di concentrare in quel settore mezzi adeguati per la ripresa della lotta. Tuttavia, durante le tre battaglie dell’autunno del 1916 successive a quelle di Gorizia, furono fatte nella zona del Pasubio, con le forze ed i mezzi in posto, vari tentativi per guadagnare spazio verso il Col Santo, senza peraltro raggiungere risultati apprezzabili.[12]

La Brigata “Ancona” rimase in Vallarzoa dino al dicembre 1916, alternando servizi in linea a periodi di riposo.



[1] Per l’ordinamento, l’impiego e le operazioni relative al 1915 vds. Coltrinari M., Le Marche e la Prima Guerra Mondiale: il 1915. I primi sei mesi di guerra: dall’euforia interventista alla realtà della trincea, Roma, Edizione Nuova Cultura, Università la Sapienza, 2017., pag.33
[2] Scheda a cura di Giovanni Cecini.
[3] Il testo della motivazione è su: www.istitutonastroazzurro.org/ consulta l’archivio digitale/Ulisse/Igliori/Esercito/1916/Medaglia d’Oro.
[4] La ricostruzione di questa fase si trova in varia documetazione, ta cui la Relazione Ufficiale. Vds. Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, L’Esercito Italiano nella Grande Guerra (1915-1918), Relazione Ufficiale, Vol. III, Le Operazioni del 1916, Offensiva Austriaca e controffensivaitaliana nel Trentino. Contemporanee operazioni sul resto della fronte (Maggio-Luglio 1916),  Tomo 2° , Narrazione, Roma, Tipografia Regionale, 1936, pag. 209-232.
[5] Il 26 giugno 1916 la 44a Divsione ricevette l’ordine di attaccare, nella regione pasubio-Col Santo, proprio il Col Santo. Le forze dipendendi erano così disposte:
. in Vallarsa, sulle posizioni del fianco occidentale ( e a contatto con la 37a Divisione a Cima Mezzana) 3 battaglioni della Brigata “Puglie”, i battaglioni alpini “Monte Berico”, “Val Leogra” e 2Vicenza”, agli ordini del Comandante della Brigata “Puglie”.
. in fondo valle, all’altezza della Chiesa, 7 battaglioni delle Brigate “Ancona”, “Puglie” e “Verona” agli ordini del Comandante la Brigata “Ancona”.
. al pPasubio: la Brigata “Verona”, il 218° Reggimento fanteria Brigata “Volturno” e il VI gruppo alpini.
Riserva della Divisione a Pian delle Fugazze il 70° Reggimento fanteria della Brigata “Ancona ed il 217° Reggimento fanteria della brigata “Volturno”. L’artiglia della Divsione poteva contare su 84 bocche da fuoco.
[6] Colonnello brig. Luigi Bongiovanni, che comandò la Brigata dal 24 maggio al 27 agosto 1916.
[7] Vds. Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, L’Esercito Italiano nella Grande Guerra (1915-1918), Relazione Ufficiale, Vol. III, Le Operazioni del 1916, Offensiva Austriaca e controffensivaitaliana nel Trentino. Contemporanee operazioni sul resto della fronte (Maggio-Luglio 1916),  Tomo 2° , cit., pag. 225
[8] Il numero romano indica il Battaglione, il numero arabo il Reggimento; pertando I/69° sta a significare il I Battaglione del 69° Reggimento. Nella Grande Guerra ogni reggimento aveva tre battaglioni. Negli alpini il livello “Gruppo Alpino” era quello di Brigata per la Fanteria.
[9] Il Battaglione “Vicenza” operava con quattro compagnie: la 59a, la 60a, la 61° e la compagnia di marcia. Quest’ultima era comandata dal tnenete Cesare Battisti e ne faceva parte il sottotenente Fabio Filzi.
[10] Il Maggiore Frottola, nel suo interrogatorio al ritorno dalla prigionia cice che, giunto alla selletta cercò e trovò il collegamento a voce con I/69°. Comunque sta di fatto che tale battaglione non arrivò in tempo a partecipare all’azione, come si vedrà.
      [11] Vds. Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, L’Esercito Italiano nella Grande Guerra (1915-1918), Relazione Ufficiale, Vol. III, Le Operazioni del 1916, Offensiva Austriaca e controffensivaitaliana nel Trentino. Contemporanee operazioni sul resto della fronte (Maggio-Luglio 1916),  Tomo 2° , cit., pag. 234 e segg.
[12] Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, L’Esercito Italiano nella Grande Guerra (1915-1918), Relazione Ufficiale, Vol. IV, Le Operazioni del 1917. L’ampliamento dell’Esercito nell’anno 1917. Gli avvenimenti dal Gennaio al Maggio, Tomo 1°, Narrazione, Roma, Tipografia Regionale, 1940, pag. XXIV.

mercoledì 12 luglio 2017

La Brigata Marche nel 1916.


 La Brigata “Marche”[1] composta dal 55° e 56° reggimenti di fanterria, era stata sul finire del 1915 trasferita dal fronte dolomitico (4a Armata) sul fronte dell’Isonzo.
I Quadri della brigata nel 1916 erano i seguenti:
Comandante della Brigata continuava ad essere il gen. Cittadini, che lascerà il comando il 22 marzo 1916; dal 1 prile 1916 al 18 maggio 1916 lo sostituisce il magg. gen. Guido Amidei, e dal 7 giugno al 7 maggio 1917 il col. brig. Alfredo Giannuzzi Savelli. Quindi nel 1916 si avvicendaro ben tre comandanti la Brigata.

Comandante del 55° Reggimento fanteria era il col. Ernesto Piano che perì nel siluramento del piroscafo “Principe Uberto” l’8 giugno 1916; il ricostruito 55° Reggimento fu posto al comando del col. Vittorio Sforza, dal 9 luglio 1917 fino al 27 agosto 1917.

Al comando del 56° Reggimento fanteria vi era ancora il col. Vittorio Parri, che lascerà ilcomando il 31 maggio 1917

Di seguito i comandanti di battaglione nel 1916
55° Reggimento fanteria:
I Battaglione
. Magg. Giovanni Gavagnin, dal 15 febbraio al 31 marzo 1916

II Battaglione
. Magg. Ermanno Finzi, dal 3 febbraio 1916 al 8 giugno 1916[2]
. Magg. Giuseppe Giaroli, dal 1 luglio 1916 al 12 settembre 1917.

III Battagliione
. Magg. Egidio Saibante, dal 20 dicembre 1915 al 23 dicembre 1916

IV Battaglione. Sarà costituito el 1917

56° Reggimento fanteria:

I Battaglione
. Magg. Giovanni Fenech, continua comandarlo fino al 10 giugno 1917

II Battaglione
. Magg. Federico Rossi, dal 18 gennaio 1916 al 5 marzo 1916
. Magg. Cornelio Rivelli, dal 30 marzo 1916 al 22 maggio 1916
. Cap. Duilio Cuneo, dal 23 maggio 1916 al 1 novebre 1916, Caduto sul campo
. Magg. Guido Ferlenghi, dal 2 novembre 1916 al 24 settembre 1917.

III Battaglione
. Magg. Camillo Carnevale, dal 17 dicembre 1915 al 19 marzo 1916
. Ten. Col. Casto Santini, dal 20 marzo 1916 al 17 agosto 1916
. Cap.Pompeo Garbagnini, dal 18 agosto 1916 al 20 ottobre 1916
. Cap. Arturo Taddia, dal 21 ottobre 1916 al 18 novembre 1916
. Ten. Col. Federico Musco, dal 19 novembre 1916 al 20 settembre 1917

Il IV battaglione sarà costituito nel 1917

Gli Ufficiali della Brigata Caduti nel 1916 sono:
55° Reggimento fanteria:
. Ernesto Piano, colonnello, da Castagnola, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona.
.  Ermanno Finzi, maggiore, da Rivarolo, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Ivo Calvi, capitano, da Farra di Soligo, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Cannello Panfilo, capitano, da San Pietro in Barbozza, il 14 dicembre 1916 a Rio Vallasca
. Pasquale Cariddi, capitano, da Siderno, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Cesare Colombo, capitano,da Milano, il 7 agosto 1916 a quota 85 di Monfalcone
. Umberto Magner, capitano, da Montelupone, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Edmondo Matter, capitano, da Mestre, il 16 settembre 1916, alla 19a Sez. Sanità Paljchisce
. Vasco Pallattiero, capitano, da Schio, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Giovanni Pellizon, capitano, da Sacile, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Eugenio Pistoso, capitano, da Sarego, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Mario Saccozzi, capitano, da Reggio Emilia,l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Guglielmo Salinas, capitano, da Napoli, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Gastone dott. Senzi,capitano, da Firenze, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Arrigo Tarsitano, capitano, da Ravenna, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Carlo Era, capitano, da Oristano, il 1 novembre 1916 ad Hudi Log
. Enea Governatore, tenente, da Scheggino, il 19 ottobre 1916 alla Sez. Sanità 47° Divisione Paljchisce
. Giovanni Pasolli, tenente, da Camposanpiero, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Vicenzo restifa, tenente, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Antonio Vanni, tenente da Venezia, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Riccardo rev.Zanoni, tenente cappellano, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
.Giovanni dr. Zuppini, tenente medico, da Sanguinetto l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Giuseppe Amadori, tenebete, da Firenze, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Giovanni Battista Andretta, s.tenente, da Tombolo, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Arturo Artico, s.tenente, da S. di Stino Livenza, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Arstide Balloncini, s.tenente, da Ferra di Soligo,  l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Giuseppe Benvenuto, s.tenente, da Majera, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Giovanni Calvi, s.tenente, da Farra di Soligo, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Domenico Camodeca, s.tenente, da Castrovillari, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Nicolò Campagnolo, s.tenente, da Trapani, l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Alberigo Camporese, s.tenente, da Padova, il 1 novembre 1916, ad Hudi Log
. Francesco Catanzaro, s.tenente, da Montaldo Uffugo,  l’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Pino Cattaruzza, s.tenente, da Auronzo, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Giuseppe Cavallari, s.tenente, da Brescia, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Giuseppe Carico, s.tenente, daTreviso, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Angelo Ferrara, s.tenente, da Tivoli, il 2 novembre 1916, ad Uudi Log
. Luciano Ferro, s.tenente, da Padova, il 6 agosto 1916 a Quota 85 Monfalcone
. Mario Figoni, s.tenente, da Padova, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Paolo Folli, s.tenente, da Langhirano, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Attilio Gorzio, s.tenente, da Saluzzo, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Beniamino Grunvald, s.tenente, da Venezia, il 18 agosto 1916, ad Oppachiasella
. Andrea Labella, s.tenente, da Avignano,  ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Ernesto Manca, s.tenente, da Sassari, il 16 settembre 1916, ad Oppachiaella
. Carlo Miglioretti, s.tenente, da Torino, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Roberto Petruzzelli, s.tenente, da Napoli,  ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Salvatore Polizzi, s.tenente, da Polizzi,  ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Paolo Ruini, s.tenente, da Giulia ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Silvio Secchieri, s.tenente, da Napoli, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Pietro Sorbi, s.tenente, da Firenze, il 1 novembre 1916 ad Hudi Log
. Roberto Tecinod, s.tenente, da Roma, il 19 settembre 1916, Ambulanza Chirurgica n. 5
. Mario Tonissi, s.tenente, da Firenze,  ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Innocenzo Vaglio, s.tenente, da Santhià, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Antonio Vitellio, s.tenente, da Torre del Greco, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Luigi Beni, aspirante, da Cavriglia, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Giovanni friziero, aspirante, da Chioggia, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Antonio Lucchini, aspirante, da Luino, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Umberto Mscherin, aspirante, da Fiume,  ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Giuseppe Matelka, aspirante, da Treviso, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona
. Giovanni Nenna, aspirante, da Trani, il 17 settembre 1916 all’O.d.C. 102
. Gouseppe Sirocchi, aspirante, da Morandola, il 16 settembre 1916 ad Oppachiasella
. Beniamino Zimei, aspirante, da Capestrano, ’8 giugno 1916, in mare, presso Valona

56° Reggimento fanteria
. Duilio Cuneo, capitano, da Sassari, il 1 novembre 1916 a Nova Vas
. Carlo De Vito, capitano, da Salerno, il 6 agosto 1916, a quota 85 Monfalcone
. Virgilio Nista, capitano, da Poggio Imperiale, il 1 settembre 1916 ad Oppacchiasella
. Giacomo Traversi, capitan, da Lucca, il 1 agosto 1916 alla 14a Sezione Sanità
. Pio Bonanni, tenente, da Roma, il 15 settembre 1916 ad Oppachiasella
. Gaetano di Mauro, tenente, da Catania, il 6 agosto 1916, Quota 85 di Monfalcone
. Carlo Florani, tenente, da Milano, il 15 settembre 1916, ad Oppachiasella
. Francesco Valenza, tenente, da Pantelleria, il 16 settembre 1916 in prigionia
. Giovanni Zuccalà, tenente, da Nardò, il 4 agosto 1916, Quota 85 di Monfalcone
. Giorgio Azzaroni, s.tenente, da Bologna il 16 ottobre 1917 a Polazzo
. Vincenzo Azzolini, s.tenenete, da Volta Manotvana, il 15 settembre 1916, ad Oppachiasella
. Ugo Barcaroni. s.tenente, da Moschuto, il 1 novem bre 1916
. Lucindo Faggin, s.tenente, da Padova, il 5 novembre 1916 all’Ambulanza Chirigica n. 5
. Vito Falcicchio, s.tenente, da Grumo Apula, il 4 agosto 1916, Quota 85 di Monfalcone
. Giuseppe Gallani, s.tenente, da Bagnolo Po, il 20 luglio 1916, a Quota 70 Selz
. Ernesto Guzzotti, s.tenente, da Correggio, il 4 agosto 1916, 14° Sezione di Sanità
. Nunzio Simonelli, s.tenente, da Spezia, il 4 agosto 1916, Quota 85 di Monfalcone
. Ferruccio  Spellanzon, s.tenente, da Vazzola, il 4 agosto 1916 a Quota 85 di Monfalcone
. Francesco Taddei, s.tenente, da Fucecchio, il 9 ottobre 1916, all’O.d.C.206
. Umberto Barbier ,aspirante, da S. Agata Bolognese, il 15 settembre 1916, ad Oppachiasella
. Giovanni Bellomo,aspirante, da Palermo, il 15 settembre 1916 ad Oppiachiasella
. Angelo Cellura, aspirante, da Licata, il 3 novembre 1916 a Nova Vas
. Luigi Gallo, aspirante, da Serralunga, il 1 novembre 1916 a Nova Vas
. Diego Malara, aspirante, da Arangea, il 14 settembre 1916, ad Oppachiasella
. Umberto Matteo, aspirante, da Morbegno, il 15 settembre 1916 ad Oppacchiasella
. Rodolfo Patti, aspirante, da Palermo, il 16 settembre 1916, ad Oppacchiasella
. Giovanni Pesce, aspirante, da Casal Velino, il 7 luglio 1916 alla 14° Sezione di Sanità
. Gennario Quatraro, aspirante, da Porlezzo, il 1 novembre 1916 ad Oppacchiasella
. Alberto Rampone, aspirante, da Sestri Ponente, il 15 settembre 1916 ad Oppacchiasella

Il quadro generale delle perdite della Brigata, per il 1916, in relazione alle tabelle organiche. sono le seguenti:
. 55° Reggimento Fanteria, nel trasferimento dall’Albania in Italia, come vedremo più avanti, perì al completo per il siluramento del piroscafo da parte di un sottomarino austriacio; ebbe 48 ufficiali e 1900 uomini di truppa Caduti; ricostruito in Italia nei suoi servizi prestati in linea ebbe sul Basso Isonzo (28 giugno – 5 agosto) 3 Caduti e 13 feriti tra la truppa.

Nella 6a Battaglia dell’Isonzo (6-8 agosto) ebbe 2 Ufficiali Caduti e 6 feriti, tra la truppa 90 feriti; nel Settore di Oppachiasella (15 agosto – 13 settembre) 1 Ufficiale Caduto e 6 feriti, mentre tra la truppa si ebbero 25 Caduti, 192 feriti, e 29 dispersi.Nella 7a Battaglia dell’Isonzo (14-19 settembre) il Reggimento ebbe 5 Ufficiali Caduti ed 8 feriti; nella Truppa si lamentarono 32 Caduti, 278 feriti, 94 dispersi. L’impiego nelle trincee di Hudi Log, 1 Ufficiale Caduto, e 1 Caduto e 10 feriti tra la truppa.

Nella 9a Battaglia dell’Isonzo (31 ottobre – 5 novembre) 4 Ufficiali Caduti, 6 feriti e 2 dispersi; 120 Caduti, 795 feriti, 504 dispersi tra la truppa.

L’anno 1916 termina con i servizi in linea dal 17 novembre al 31 dicembre in cui si ebbero 1 Ufficiale Caduto. In Totale nel 1916 il Reggimento ebbe 62 Ufficiali Caduti, 26 feriti, 2 dispersi; tra la Truppa, 2087 Caduti, 1379 feriti e 627 dispersi.

. 56° Reggimento Fanteria
Più fortunato del suo gemello il 55° Reggimento fanteria riuscì a giungere in Italia indenne. L’impiego operativo, essendo di brig, in linea generale, avviene nei stessi settroi del fronte del 55° Reggimento.
Sul Basso Isonzo (28 giugno – 5 agosto) il 56° Reggimento ebbe 8 Caduti e 12 feriti fra gli Ufficiali e 101 Caduti, 356 feriti e 258 dispersi tra la truppa.
Nella 6a Battaglia dell’Isonzo (6-8 agosto) ebbe 2 Ufficiali Caduti e 8 feriti e 2 dispersi, tra la truppa, 42 Caduti, 327 feriti, 29 dispersi; nel Settore di Oppachiasella (15 agosto – 13 settembre) 1 Ufficiale Caduto e 2 feriti, mentre tra la truppa si ebbero 18 Caduti, 148 feriti, ed 1 disperso.
Nella 7a Battaglia dell’Isonzo (14-19 settembre) il Reggimento ebbe 9 Ufficiali Caduti ed 29 feriti, e 2 dispersi; nella Truppa si lamentarono 61 Caduti, 765 feriti, 232 dispersi. L’impiego nelle trincee di Hudi Log, 2 Ufficiali Caduti e 2 feriti, e 17 Caduti e 170 feriti tra la truppa.
Nella 9a Battaglia dell’Isonzo (31 ottobre – 5 novembre) 6 Ufficiali Caduti, 10 feriti; 68 Caduti, 503 feriti, 68 dispersi tra la truppa.
L’anno 1916 termina con i servizi in linea dal 17 novembre al 31 dicembre in cui si ebbero 6 Caduti ed 8 dispersi.
In Totale nel 1916 il Reggimento ebbe 28 Ufficiali Caduti, 63 feriti, 4 dispersi; tra la Truppa, 313 Caduti, 2477 feriti e 588 dispersi.

L’attività operativa della Brigata “Marche” per il 1916 è legata, nella prima metà del 1916, alle operazioni il Albania a sostegno del salvataggio dell’Esercito serbo in ritirata e sul fronte dell’Isonzo nella seconda metà dello stesso anno. In Albania era inserita nella trincea marittima, che presupponeva il controllo e la chiusura del Canale d’Otranto, esigenza questa che presupponeva una base in Albania,. Base che fu individuata a Valona. Il 29 dicembre 1915 il 10° Reggimento bersaglieri opportunamente rinforzato occupò l’isolotto di Saseno, per poi occupare Valona ed il suo porto. Iniziò da questo momento la presenza delle armi italiane in Albania, i cui reparti furono inserito nel “Regio Corpo speciale italiano destinato ad operare in Albania”.
Oltre a quella di avere una base oltre Adriaco, nel dicembre 1915 si palesò l’esigenza di dare sostegno, supporto ed assistenza all’Esercito serbo in ritirata. Il Regio Corpo speciale fu rafforzato fino a raggiungere la forza di tre Brigate di fanteria. Ai primi di gennaio 1916 si ritenne di inviare ulteriori truppe, che nel mese successivo raggiunse l’entità di 5 Brigate con le relative truppe di sostegno e supporto, per poi divenire nel marzo 1916 una unità a livello di Corpo d’Armata (XVI).[3]
Tra queste unità vi era la Brigata “Marche”.
Terminata l’esigenza di salvare l’Esercito serbo vi fu un duro confronto tra il Comando Supremo, e quindi con il generale Cadorna, ed il Governo. Cadorna, nella sostanza, pur riconoscendo nella sostanza le ragioni di una maggiore presenza di truppe italiane in Albania al fine di controllare più vasti territori, fu irremovibile nel proposito di non destinare nuove truppe oltre Adriatico. Per lui il problema di concretizzava, e si esauriva, nel possesso di Valona, che dal punto di vista militare corrispondeva alla esigenza manifestata dal Comando dell’Armata Navale  e sotto il profilo politico offriva in ogni caso al Governo la premessa alla azione di influenza che intendeva svolgere nell’area balcanica. Cadorna giudiva, ed in gran parte aveva ragioneessere determinante la presenza in armi in Albania, poco rilevando la estenzione effettiva della occupazione.
Il 26 aprile il generale Cadorna ordinò il rimpatrio della 44a Divisione
Tra il 31 maggio e l’8 giugno iniziarono le operazioni per il ritentro in Italia. Queste operazioni non sono non rilevate dal Comando austriaco di Cattaro, attraverso la azione di ricognizione ed esplorazione svolta a mezzo di idrovolanti. In breve viene inviato in missione di intercettazione il sommergibile U 5, al comando del tenente di vascello Friedrich Schlosser, che si pone in agguato nell’area antistante Valona. L’8 giugno 1916 il 55° Reggimento fanteria inizia, con i suoi reparti, l’imbarco sulle navi. Sul “Principe di Piemonte”, al comando  del Comandante Giuseppe Sartorio, da Genova coadiuvato dal tenente di vascello Edoardo de Sanctis, si imbarca il Comando del Reggimento al completo, il I ed il II battaglione (sei compagnie) più la 11a e la 12a compagnia del III Battaglione, per un totale, compreso l’equipaggio, di 2821 uomini. Sul piroscafo “Ravenna” si imbarcano le restanti  compagnie (9a e 10a compagnia del III Battaglione), le salmerie ed il carreggio con i restanti ufficiali e truppa del reggimento. Nella serata dell’ 8 giugno si forma il convoglio, composto da nove unità: Esploratore “Libia”, i Cacciatorpediniere “Insidioso”, “Esepro” e “Pontiere” ed “Impavido”, i due piroscafi trasporto truppe, “Principe Umberto” e “Ravenna” ed altre due navi dirette a Gallipoli e Taranto. Il convoglio prende la rotta per l’Italia, con rotta verso sud-ovest, alle 19.00 dell’8 giugno 1916. La navigazione procede tranquilla ed il “Principe Umberto” accelera per raggiungere la velocità di crociera. Alle 20, 45, con ancora in vista le luci di Valona, l’U 5, quasi per caso, all’altezza di capo Linguetta, intravede al periscopio le navi italiane ed attacca immediatamente il “Principe Umberto”. Gli lancia contro due siluri, di cui il primo va a vuoto ed il secondo colpisce il piroscafo a poppa facendo esplodere le caldaie; il piroscafo si spacca in due tronconi e in pochi minuti affonda. Dei 2821 uomini a bordo, se ne salvano 895; i rimanenti 1926 seguono la nave sul fondo. Nei giorni successivi il mare depositerà sulle spiagge di Valona innumerevoli corpi, irriconoscibili, che vengono sepolti ai margini della litoranea; nel depoguerra saranno traslati al Cimitero dei Caduti d’Oltremare di Bari.   
Fra i superstiti vi è il Capitano Luigi Cova, nato a Treviso l’11 novembre 1891, che in una lettera ai famigliari così diescrive la tragedia di cui fu protagonista:

“..Non vi so descrivere che successe all’atto del siluramento: erano oltre 2000 persone che urlavano, che invocavano aiuto, che piangevano, che inpazzivano, che si sparavano, che si abbracciavano per morire… Che strazio! In mezzo a tutta questa scena orrenda, il mio spirito però rimase imperplesso e passato l’attimo di indecisione sul da farsi, mi precipitai in una lancia vicina….Non appena montato, un disperato, taglia il capo solo delle funi di sostegno; la lancia si rovescia e tutti facciamo un volo di 12 metri in mare. In tale frangente molti soldati andaro a sbattere contro il fianco della nave ancora in moto, altri contro altre scialuppe ridotte a pezzi, altri ancora che non sapevano nuotare trovarono la morte immediata in acqua. Non so come e perché io in tale volo non riportassi che una contusione al polso destro, un’altra al braccio sinistro ed una terza forse più pericolosa al costato destro. Ad ogni modo la forza della disperazione mi sostenne e nonostante fossi completamente vestito e non indossassi il salvagente, mi mantenni a galla per tre quarti d’ora. In cinque minuti il povero “Principe Umberto”colava a picco ed il mare ingoiava migliaia di persone; sullo specchio d’acqua debolmente illuminato dalla luna non si vedeva che ombre nere che lottavano con la morte, il silenzio del mare tranquillo era rotto dalle voci che imploravano aiuto, che disperatamente chiamavano la mamma, la moglie i figli…..Io cercavo un rottame di legno qualsiasi per poter resistere più a lungo in mare. La fortuna mi assecondò: m’incontrai con il capitano Marcias ed un soldato della mia compagnia che erano appoggiati ad una tavola; mi unii a loro e così riposando ora sul braccio sinistro, ora sul destro potei assicurare la mia salvezza. Le due torpediniere di scorta non appena la nave fu silurata cercarono il sottomarino infame, ma non riuscirono a catturarlo, dopo di che corsero in aiuto ai naufraghi.
Io fui raccolto dopo ben tre quarti d’ora di bagno dalla torpediniera “Espero” ove mi furono prodigate le prime amorose cure.. Poco dopo giunse anche il capitano Ghirardi pesto alle ossa; ci abbracciammo e piangemmo a lungo. Al ritorno al porto di Valona, ove giungemmo verso le 2 di notte, ci trasbordarono sul piroscafo “Vittorio Emanuele” ove trovammo il comandante la piazza di Valona, Tenente Generale Piacentini, il quale mi strinse la mano e mi ammirò perché mentre salivo a bordo, seppure a stento, fumavo avidamente una sigaretta regalatamida un marinaio. Era l’eccitazione del momento che mi faceva forte: durante la notte mi accorsi di stare male, febbere altissima, delirio… Dei 220 uomini della compagnia sono rimasto con 82, ho perduto tutti gli
 ufficiali”[4]




      [1] Per l’ordinamento, l’impiego e le operazioni relative al 1915 vds. Coltrinari M., Le Marche e la Prima Guerra Mondiale: il 1915. I primi sei mesi di guerra: dall’euforia interventista alla realtà della trincea, Roma, Edizione Nuova Cultura, Università la Sapienza, 2017., pag.29
[2] Caduto per siluramento del Piroscafo “Principe Umberto”.
[3] Il Regio Corpo speciale italiano destinato ad operare in Albania” assunse nel marzo del 1916 la consistenza di un Corpo d’Armata, il XVI, al comando del generale Settimio Piacentini, con Capo di SM il colonello Guglielmotti. composto da tre divisioni, la 38°, la 43° e la 45a Divisione.
La composizione ordinativa delle divisioni era la seguente:
. 38a Divisione, al comando del gen. Bandini:
.. Brigata “Savona” (15° e 16° Reggimento fanteria)
.. Brigata “Puglie” (71° e 72° Reggimento fanteria)
.. I Raggruppamento misto artiglieria
.. tre reparti mitragliatrici speciali
.. una compagnia genio
.. Servizi divisionali
. 43a Divisione, al comando del gen. Farisoglio:
.. Brigata “Marche” (55° e 56° Reggimento fanteria)
.. Brigata “Arno” (213° e 214° Reggimento fanteria)
.. II Raggruppamento misto artiglieria
.. III Raggruppamento artiglieria
.. tre reparti mitragliatrici speciali
.. una compagnia genio
.. Servizi divisionali
. 44a Divisione, al comando del gen. Bertotti:
.. Brigata “Verona” (85° e 86° Reggimento fanteria)
.. Brigata “Tanaro” (203° e 204° Reggimento fanteria)
.. IV Raggruppamento misto artiglieria
.. tre reparti mitragliatrici speciali
.. una compagnia genio
.. Servizi divisionali
. Unità alle dirette dispendenze del Comando del C.d’A:
.. 10° Reggimento bersaglieri
.. 15° Reggimento Cavallegeri di Lodi
.. Squadrone sardo
.. quattro reggimenti di Milizia Territoriale
.. V Raggruppamento misto artiglieria
[4] Cfr. http//55fanteria.it/testimonianze.html