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sabato 30 novembre 2019

l'8 settembre a Coo


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
 Dodecanneso




A Coo vi erano due battaglioni, come detto, del 10° Reggimento della Brigata Regina con due gruppi di artiglieria e elementi di supporto per un totale di 4000 uomini al comando del col Felice Leggio. All’annuncio dell’armistizio furono disarmati e catturati i circa 100 tedeschi presenti sull’isola. Alcuni giorni dopo sbarcarono circa 2000 britannici e truppe dell’Impero, per lo più indiani. Purtroppo non si riuscì a stabilire una intesa comune con queste truppe ed ognuno pensò a tenere le sue posizioni senza un effettivo coordinamento. Intanto dall11 settembre al 2 ottobre si susseguirono bombardamenti tedeschi che alla fine furono una trentina. 

Nella notte del 3 ottobre un improvviso sbarco, che in un primo momento si credette che fossero elementi inglesi; quando ci si accorse che erano tedeschi era troppo tardi: avevano preso terra circa 1000 uomini, al comando del generale Friedrich-Wilhelm Muller, ben armati e dotati di artiglieria e carri armati. L’azione tedesca fu così efficace che nel pomeriggio del 3 il Comando britannico al Cairo autorizzò i britannici a porsi in salvo in Turchia, lasciando soli per la difesa gli italiani. 

Nonostante atti di estrema resistenza, alternati da atti meno nobili, come ad esempio il fatto che elementi della ex milizia si dispersero, e nel caos generale il loro esempio fu seguito dalla 24a compagnia costiera mentre un’altra compagnia passò a combattere con i tedeschi. I combattimenti durarono fino al 4 pomeriggio, poi il col Leggio fu costretto ad accettare la resa Molti ufficiali considerati traditori dell’Alleanza italo-tedesca, siamo ai primi di ottobre del 1943[2] ed ebbero un trattamento  indegno di un esercito europeo. E quindi da rilevare il diverso trattamento riservato ai prigionieri. Britannici ed italiani si erano difesi, facendo praticamente la stessa cosa. Ciononostante il generale Muller violando palesemente le norme del diritto internazionale in tempo di guerra, applicarono agli ufficiali italiani la “direttiva del Fuhrer. E fecero un massacro di prigionieri di guerra. Il 3 ottobre 1943 i tedeschi fucilarono il colonnello Felice Leggio ed 81 dei suoi ufficiali; fino al 7 ottobre il numero complessivo degli ufficiali trucidati salì a 90. [3] I prigionieri, secondo fonti tedesche,[4] furono 1388 militari e 3145, che salgono a 3235 se si considerano gli ufficiali fucilati


[1] Zangrandi R., cit, pag. 995
[2] La responsabilità del Governo Badoglio nel ritardare la dichiarazione di guerra alla Germania che arrivò solo il 13 ottobre è di tutta evidenza in queste circostanze.
[3] Schreiber, G. cit., pag. 236
[4] ibidem

venerdì 15 novembre 2019

l'8 settembre a Creta

LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
 Dodecanneso

A Creta la situazione fu facile per i tedeschi. La guarnigione italiana consisteva in 21.700 uomini ed era al comando del gen. Angelo Carta. Alla sera dell’8 settembre chiese istruzioni al Comando della XI Armata e via via ricevette gli ordini che conosciamo da questo Comando. In breve il generale Carta, attenendosi alle disposizioni di Atene, inizio ad assecondare le richieste dei tedeschi e il 10 settembre reputò inutile ogni resistenza e la sera del 13  settembre mise in libertà tutti i soldati e si allontanò dell’isola con il pretesto che i tedeschi avevano messo una taglia sulla sua testa.[1]  Dei soldati catturati, da fonti tedesche[2], risulta che il 25% dei soldati catturati presenti a Creta il 25% volevano collaborare con la Wehrmacht, il 50%  era indifferente  e l’altro 25% rifiutava ogni forma di collaborazione.. Questi ultimi furono immediatamente trasferiti in Grecia. In ottobre i tedeschi catturarono in una azione di rastrellamento circa 230 soldati italiani che si erano nascosti, ma non risulta che compirono si loro rappresaglie. Invece poco dopo furono catturati 5 ufficiali e 19 soldati che furono considerati come “banditi” e quindi fucilati.[3]


[1] Zangrandi R., cit, pag. 994
[2] Schreiber, G. cit., pag. 219
[3] Secondo il nostro approccio, questi sono Caduti della Guerra di Liberazione, nella resistenza all’estero, che noi abbiamo chiamato il IV Fronte della Guerra

mercoledì 6 novembre 2019

l'8 settembre a Scarpanto e Caso


LA CRISI ARMISTIZiALE DEL 1943
Dodecanneso





Esaurita la resistenza a Rodi. Nei giorni immediatamente successivi cadde Scarpanto e Coo, così pure Simj. Riordinate le truppe e stabilizzatesi la situazione il Comando tedesco provvide a far cadere le rimanenti isole di un certo interesse strategico. Il 6 ottobre cadde Càlino ed il 10 successivo l’isolotto di Levita, che fu ripresa e quindi persa definitivamente dai soldati italiani.


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