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lunedì 27 ottobre 2014

NUovi Programmi di acquisizione di sistema d'arma

Forze Armate e industria
L’opzione degli elicotteri duali
Alessandro Marrone, Alessandro Ungaro
21/10/2014
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In Italia, Francia e Regno Unito si discutono efficacia ed efficienza dei programmi di acquisizione di sistemi d’arma, in una fase segnata da ristrettezze di bilancio e mutevoli minacce alla sicurezza nazionale ed europea.

Forze Armate e innovazione tecnologica
I programmi di procurement di piattaforme complesse e tecnologicamente avanzate durano normalmente diversi anni, se non alcuni decenni, tanto che, a titolo di esempio, 11 Paesi europei stanno tuttora acquisendo i velivoli Eurofighter il cui primo volo è avvenuto nel 1994 o gli elicotteri NH-90, sigla che sta per Nato Helicopters per gli anni ‘90.

Tuttavia, rispetto ai tempi della Guerra Fredda, negli ultimi due decenni l’innovazione tecnologica ha accelerato esponenzialmente il suo ritmo, anche a seguito della rivoluzione informatica e delle telecomunicazioni.

Si pone quindi per le Forze Armate europee il problema di tenere il passo con questo ritmo di innovazione tecnologica, per di più sviluppata spesso in ambito civile.

Passo che va mantenuto assicurando al tempo stesso elevanti standard di sicurezza relativi sia al sistema d’arma - che deve avere determinate prestazioni, anche a protezione dei militari che lo utilizzano - sia al processo con cui lo si acquisisce, in quanto va garantita la sicurezza degli approvvigionamenti, nonché della manutenzione e della logistica, anche in caso di gravi crisi internazionali.

Tutto ciò considerando che i bilanci della difesa dei principali paesi europei negli ultimi anni sono rimasti al palo a causa delle politiche di austerity, riducendo di conseguenza gli investimenti in ricerca e sviluppo tecnologico puramente militare.

L’importanza delle tecnologie duali
Allo stesso tempo si aprono interessanti opportunità per le Forze Armate, a causa del medesimo cambiamento nel modo di generare e condividere innovazione tecnologica.

Si è passati infatti da una rigida separazione tra ambito civile e militare ad una maggiore interazione, con “spill-over” di tecnologie ed applicazioni da un settore all’altro, una base comune di conoscenze scientifico-tecnologiche, ed una crescita quantitativa e qualitativa del mercato civile in molti settori rilevanti per l’ambito militare - dall’aviazione allo spazio, dall’elicotteristica alla cantieristica navale, dalle comunicazioni alla protezione dei dati.

Inoltre, per le industrie europee attive sia nel campo della difesa che nel settore civile vi è la possibilità di giovarsi delle maggiori dimensioni di quest’ultimo per compensare le ristrettezze di bilancio delle Forze Armate dei paesi Ue.

In questo contesto si è ormai fatta strada a livello europeo, anche con direttive ed investimenti significativi da parte delle istituzioni Ue, la consapevolezza dell’importanza delle tecnologie duali - ovvero di quelle tecnologie utilizzabili per sviluppare sistemi sia civili che militari: dal campo satellitare a quello della sicurezza cibernetica, dai velivoli a pilotaggio remoto agli strumenti per il contrasto alla minaccia di armi chimiche, biologiche o radiologiche.

Un recente studio IAI, che verrà presentato in una prossima conferenza a Roma, analizza questa prospettiva nel campo elicotteristico, ragionando sull’opzione degli “elicotteri duali”, ovvero di aeromobili che già in fase di progettazione rispettano determinati standard, e vengono predisposti strutturalmente in modo da poter essere usati da soggetti civili, militari o di pubblica sicurezza, con limitate modifiche o integrazioni.

Italia, Francia e Regno Unito a confronto
A tal fine, lo studio considera i casi studio di Italia, Francia e Regno Unito, analizzandone elementi comuni e specificità in merito all’uso della componente ad ala rotante e alle tendenze future al riguardo.

In termini di approccio al duale, i tre paesi sembrano riflettere diverse attitudini e orientamenti. I britannici faranno ancora affidamento su aeromobili di natura militare quali Chinook, Merlin e Wildcat, mentre le piattaforme duali continueranno ad essere impiegate soprattutto per compiti di addestramento e di utility (elitrasporto, ecc).

Viceversa, l’aviazione dell’Esercito francese si è basata storicamente su elicotteri dal design civile via via militarizzati e perfezionati fino a diventare il cuore delle capacità ad ala rotante dell’Armée.

Interessante e piuttosto promettente sembra essere l’intenzione della Francia di scegliere un elicottero duale “chiavi in mano” per dotarsi di una piattaforma da quattro/cinque tonnellate, con l’intento di far convergere in un unico programma interforze i requisiti tecnici e operativi delle tre Forze Armate, nonché delle forze di sicurezza, rinnovando in questo modo la parte più vetusta della flotta già in servizio.

Venendo all’Italia, il caso dell’HH-139 sembra essere paradigmatico. L’aeromobile è attualmente in forza all’Aeronautica, la quale è stata il primo utilizzatore domestico ad impiegare sul campo, e quindi testare, un elicottero che può dirsi sostanzialmente duale perché versione militarizzata della piattaforma commerciale AW-139.

Le opportunità nonché i dubbi e le perplessità ruotano attorno alla possibilità che esso sia impiegato non solo per compiti di ricerca e soccorso sul territorio nazionale, ma anche per missioni più impegnative, in ambienti semi-permissivi o non-permissivi.

La prospettiva degli elicotteri duali, così come per altri analoghi mezzi ed equipaggiamenti, richiede una riflessione approfondita, da parte di tutti gli attori del settore, affinché si garantiscano adeguate capacità militari ed efficienza di bilancio ad uno strumento militare che, come quello italiano, necessita di entrambi.

Alessandro Marrone è responsabile di ricerca del Programma Sicurezza e Difesa dello IAI (Twitter: @Alessandro__Ma).
Alessandro R. Ungaro è ricercatore del Programma Sicurezza e Difesa dello IAI (Twitter: @AlessandroRUnga)
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giovedì 9 ottobre 2014

M.O.V.M Don Igino Lega, cappellano militare

Lega Don Igino, nato nel 1911 a Brisghella, Ravenna. Tenente Cappellano



Motivazione della Medaglia d’oro

Cappellano militare del Presidio di isola lontana dalla Patria e sotto posta a soverchiante e prolungato assedio, dava ogni propria energia, superando disagi e pericoli, nell’assistenza spirituale e religiosa dei militari della guarnigione. Divenute precarie le condizioni del presidio, frazionato in nuclei isolati dall’azione nemica, proseguiva a piedi — per vie dirute e battute dal fuoco — il proprio apostolato, recandosi, anche allo stremo delle forze e sanguinante nei piedi, sui monti ove ferveva la lotta ed ovunque i morenti ed i sopravvissuti lo richiedessero, esponendo la vita con superba serenità e gravissimi rischi. Nell’imminenza dell’attacco decisivo all’isola, riusciva a raggiungere batteria circondata dal nemico; durante cinque giorni di aspri combattimenti, partecipando al combattimento come servente di cannone, era centro animatore di fede e di amor patrio per il personale duramente provato dall’impari e lunga lotta. Caduta l’isola, fisicamente sfinito, radunava i superstiti in attesa di feroce rappresa glia attorno all’Altare e celebrava il servizio religioso levando alla presenza del nemico interdetto l’invocazione all’italia, ripetuta dai presenti. Esempio altissimo di immacolata fede, di virile coraggio e di grande amore di Patria. Lero, 8 settembre - 16 novembre 1943.



Di nobile ed industriosa famiglia romagnola, fu ordinato sacerdote nel maggio 1940. Chiamato alle armi come tenente cappellano nel settembre dello stesso anno prestò la sua opera presso l’ospedale da campo 515, mobilitato per circa quattro mesi nella zona di Trieste e congedato nel maggio del 1941. Nel febbraio 1942. richiamato, fu messo a disposizione della marina ed inviato a Lero per l’assistenza spirituale del presidio di quella base navale allora comandata dall’ammiraglio Mascherpa. Sopraggiuntoi l’armistizio, travolta la resistenza dell’isola dai preponderanti attacchi tedeschi, volle seguire la sorte degli sfortunati combattenti nelle loro tappe verso la prigionia in Germania. Rimpatriato fra gli ammalati nel settembre 1045 e presentatosi al Centro di raccolta di marina di Venezia, fu congedato il 6 febbraio 1946. Sacerdote di notevole cultura ed autore di pubblicazioni ed opuscoli di carattere religioso, insegnò per quattro anni lettere e filosofia nella Scuola di carattere religioso, insegnò per quattro anni lettere e filosofia bella Scuola apostolica di Roncovero (Piacenza) e fu direttore spirituale delle A.C.L.I. di Bassano. In seguito ad incidente automobilistico morì a Varese il 23 marzo 1951





vds: Torsiello M., Le Operazioni delle Unità Italiane nel settembre-ottobre 1943. Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, , pag. 420/423.



giovedì 2 ottobre 2014

M.O.V.M Serafino Cellini, partigiano

Cellini Serafino, nato nel 1921 ad Ascoli Piceno. Aviere scelto motorista A.A., raggruppamento bande patrioti “Gran Sasso



Operaio meccanico, venne arruolato in Aeronautica il 25 ottobre 1941. Inviato al centro istruzione Cadimare a La Spezia, passò alla fine dell’anno, al 52° stormo a Ciampino Sud e nel giugno 1942 alla 153a squadriglia C.T. Nominato aiuto motorista e promosso aviere scelto, nel marzo 1943 fu trasferito all’Aeroporto di Tarquinia. Dopo aver partecipato per oltre un anno alle operazioni di guerra sul fronte del Mediterraneo, alla dichiarazione dell’armistizio si rifugiò in montagna prendendo parte a numerose azioni con la Banda “Patrioti del Colle San marco”, nella zona di Ascoli Piceno.