venerdì 15 novembre 2019
l'8 settembre a Creta
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Dodecanneso
A Creta la situazione fu facile
per i tedeschi. La guarnigione italiana consisteva in 21.700 uomini ed era al comando
del gen. Angelo Carta. Alla sera dell’8 settembre chiese istruzioni al Comando
della XI Armata e via via ricevette gli ordini che conosciamo da questo
Comando. In breve il generale Carta, attenendosi alle disposizioni di Atene,
inizio ad assecondare le richieste dei tedeschi e il 10 settembre reputò
inutile ogni resistenza e la sera del 13
settembre mise in libertà tutti i soldati e si allontanò dell’isola con
il pretesto che i tedeschi avevano messo una taglia sulla sua testa.[1]
Dei soldati catturati, da fonti tedesche[2],
risulta che il 25% dei soldati catturati presenti a Creta il 25% volevano
collaborare con la Wehrmacht, il 50% era
indifferente e l’altro 25% rifiutava
ogni forma di collaborazione.. Questi ultimi furono immediatamente trasferiti in
Grecia. In ottobre i tedeschi catturarono in una azione di rastrellamento circa
230 soldati italiani che si erano nascosti, ma non risulta che compirono si
loro rappresaglie. Invece poco dopo furono catturati 5 ufficiali e 19 soldati
che furono considerati come “banditi” e quindi fucilati.[3]
[1]
Zangrandi R., cit, pag. 994
[2]
Schreiber, G. cit., pag. 219
[3]
Secondo il nostro approccio, questi sono Caduti della Guerra di Liberazione,
nella resistenza all’estero, che noi abbiamo chiamato il IV Fronte della Guerra
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