Un nuovo indirizzo per questo blog

Dal 2019 questo blog ha riportato la collaborazione del CESVAM con la Sezione UNUCI di Spoleto. Con la presidenza del Gen Di Spirito la Sezione ha adottato un indirizzo di ampio respiro che si sovrappone a molti indirizzi del CESVAM stesso. pertanto si è deciso di restringere i temi del blog al settore delle Informazioni in senso più ampio possibile, e quindi all'Intelligence in tutti i suoi aspetti con note anche sui Servizi Segreti come storia, funzioni, ordinamenti. Questo per un contributo alla cultura della Sicurezza, aspetto essenziale del nostro vivere collettivo

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Contro tutti e tutto. I soldati Italiani nei Balcani nel 1943

Il Volume "La Divisione "Perugia" Dalla Tragedia all'Oblio" è disponibile in tutte le librerie. ISBN 886134305-8, Roma, 2010, Euro 20,00 pag. 329.



Ordini: ordini@nuovacultura.it, http://www.nuovacultura.it/ Collana storia in laboratorio;

Un Triste destino per la Divisione "Perugia"

Un Triste destino per la Divisione "Perugia"
La Divisione "Perugia" avrebbe avuto miglior sorte se Informazioni ed Intelligence avessero trovato più ascolto presso i Comandi Superiori

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lunedì 20 febbraio 2023

La Grande Guerra

 

La Grande Guerra e l’attività diplomatica dell’Italia

Ten. Cpl. Art. Pe. Sergio  Benedetto Sabetta

 

 

                La verità è che l’Italia esibiva al massimo grado la fragilità del liberalismo”(255, Stone N., La grande Europa 1878-1919, Laterza 1986).

                Nel ripetersi all’inizio del secolo di una serie di crisi che sembrarono portare nel 1911 e nel 1913 al pericolo di una deflagrazione europea, Giolitti e San Giuliano strinsero ulteriormente i rapporti con le potenze della Triplice Alleanza, in reazione al persistente contrasto nell’area del Mediterraneo con la Francia, si otteneva inoltre il vantaggio di controllare le mosse dell’Impero Austro-Ungarico nell’area balcanica al fine di impedire il ripetersi dello scacco subito nella crisi bosniaca del 1908.

                Il rapporto di alleanza con l’Austria e la Germania era funzionale sul piano internazionale al contenimento nel Mediterraneo all’espansione coloniale della Francia (Tunisia) e nei Balcani, conseguentemente nell’Adriatico, il contenimento del nazionalismo slavo (Serbia) appoggiato dalla Russia, sul piano interno, dopo Porta Pia e la caduta del II Impero in Francia a seguito della sconfitta di Sedan, con la conseguente nascita di una repubblica fortemente anticlericale, della soluzione della “questione romana” con il contenimento delle forze clericali e il loro isolamento in Austria, come acutamente osservato da Andràssy.

                L’alleanza con Vienna si fondava su interessi più stretti rispetto ai legami con Berlino, in cui tra l’altro il kulturkampf poneva un ulteriore problema nei rapporti in Italia tra Chiesa e Stato, così mentre l’Italia frenava l’irredentismo che avrebbe potuto condurre nei Balcani alla dissoluzione dell’Impero e alla nascita di un forte stato slavo ai confini oltre l’Adriatico, l’Austria-Ungheria non dava spazio alle forze clericali sfruttando la questione romana che rimaneva un fatto puramente interno al nuovo Stato italiano, entrambi poi pur mantenendo buoni rapporti con la Germania non si compromettevano in una lotta contro la Francia o il Vaticano, così che se il Visconti Venosta aveva offerto dopo Porta Pia di portare la questione innanzi alle potenze in una conferenza internazionale, il conte Beust, ministro degli afferi esteri austro-ungarico, aveva fatto cadere la questione.

                Dopo il 1870 i legami con l’Austria furono particolarmente cordiali e più intensi che con Berlino, anche se nel 1872 il Principe ereditario italiano aveva partecipato alla cerimonia del Battesimo della figlia dei Principi reali tedeschi, questo sebbene vi fossero state delle tensioni a seguito delle pressioni interne degli elementi cattolici sulla Corona imperiale per la questione romana e per l’azione in Francia di Garibaldi nella recente guerra franco-prussiana, tuttavia a seguito delle possibili ripercussioni politiche derivanti dal dogma dell’infallibilità e dalla necessità di evitare ulteriori tensioni internazionali, si decise per il non intervento  (Discorso della Corona al Reichstag del 21 marzo 1871).

                La Triplice Alleanza si fondava sul reciproco impegno implicito di Vienna e di Roma di non sollevare la questione romana in cambio della rinuncia all’irredentismo, nessuna dichiarazione esplicita al fine di evitare tensioni interne, il desiderio iniziale del Bismark, di mediare tra il Vaticano e il governo italiano, per non fare apparire ai cattolici tedeschi la futura alleanza con Roma un riconoscimento della situazione di fatto, fu bloccato da Vienna che manifestò a Berlino la volontà dell’Impero di non essere coinvolto nella questione romana, essendovi il rischio di creare solo un vespaio senza che l’Italia potesse offrire qualcosa di valido al Vaticano, favorendo al contempo nell’Impero le forze centrifughe sempre presenti come ebbe a notare il Kàlnoky.

                Il problema dell’accordo con la Russia fu fatto cadere da Bismark a seguito delle posizioni sempre più panslaviste di Pietroburgo, fu così sanzionato nel Trattato il precedente accordo già implicitamente in atto del periodo Andràssy, l’accordo fu sanzionato con la visita a Roma del Principe ereditario tedesco nel 1883, d’altronde la pura neutralità proposta dal Bismark non era funzionale secondo il Mancini ad un paese privo ancora del rispetto derivante dalla gloria militare.

                La progressiva democratizzazione della politica operata dal Giolitti, che si appoggiava ai voti cattolici, fece temere la fine dello Stato liberale come acutamente osservato dal Missiroli, d’altronde il clericalismo in Francia al volgere del secolo non sembrava costituire più un problema, vi erano inoltre le pressioni dei socialisti che sembravano mettere ulteriormente in discussione il vecchio Stato uscito dal Risorgimento, sembrò alle forze moderate eredi della <Destra storica guidate da Salandra e Albertini quale unica via di uscita la partecipazione alla guerra, al fine di creare al contempo patriottismo e ordine, non restava che decidere a fianco di chi scendere in campo.

                Se nell’autunno 1914 si vennero costituire molti gruppi interventisti fu “un’associazione quanto mai riservata e segreta, comprendente Salandra, Sonnino, il re e uno o due fidati colleghi” la più efficiente (Whittam, Storia dell’esercito italiano, 284, Rizzoli 1979), la loro segretezza risiedeva non solo nel timore di rappresaglie tedesche ed austriache, ma anche dalla certezza della contrarietà degli italiani tanto cattolici, che socialisti e giolittiani all’entrata in guerra, la segretezza e l’incomprensione anche con l’esercito era tale che neanche Cadorna e lo Stato Maggiore erano al corrente degli sviluppi nell’autunno 1914, tanto che si parlava di una guerra limitata (piccola guerra) che non esaurissero le risorse del Paese già compromesse dall’impresa di Libia e non disarticolassero gli equilibri sociali (Salandra).

                Vi fu a partire dalla fine del 1914 e i primi mesi del 1915 una doppia trattativa con Vienna e con l’Intesa, la classe dirigente  italiana fu travolta da una ubriacatura retorica per gli interventisti ed una contrapposta pavidità dei neutralisti conservatori, nel silenzio del Salandra e del Giolitti, si giunse al Patto di Londra firmato il 26 marzo del 1915, esso era incentrato principalmente sulla questione adriatica con l’attribuzione all’Italia della provincia dalmata con le sue isole  (art.5), della città di Valona con l’isola Saseno (art. 6), il confine con l’Austria stabilito al Brennero e nell’oriente fino al Golfo di Fiume escluso (art. 4), il raggiungimento dei confini previsti agli artt. 4-5 e 6 conduceva automaticamente allo smembramento del residuo stato albanese a favore della Grecia, della Serbia e del Montenegro, salvo uno Stato simbolico neutralizzato con protettorato italiano, nell’assicurare ipotetici guadagni in Asia minore a spese dell’Impero ottomano (art. 9) impegnava le parti a non considerare la Santa Sede parte della futura conferenza della pace (art.15).

                Uno dei primi problemi che si sarebbero presentati era il mancato accordo con la Serbia che vedeva con sospetto la spinta verso la Dalmazia e le sue isole dell’Italia, circostanza che sembrava ridurle le prospettive sull’Adriatico, tutto il patto si fonda sulle rivendicazioni nazionali ma queste, se appaiono accettabili riguardo all’impostazione per Parigi e Londra, non lo sono altrettanto per la Russia che appoggia la Serbia quale punta avanzata del panslovismo, inoltre si dà per scontato che non vi saranno mutamenti strategici e politici durante la guerra, la diplomazia italiana resta attaccata all’impianto originario del Patto di Londra e pertanto risulta impreparata per le modifiche che le dinamiche della guerra imporranno.

                La politica adriatica che Sonnino intendeva era di sostituirne nel predominio dell’area dell’Austria, senza tuttavia integrarla con una adeguata politica danubiano-balcanica, l’effetto immediato della differenza di Belgrado fu il mancato coordinamento sul piano militare con la conseguente perdita di efficacia dell’azione militare italiana, né la diplomazia italiana si impegnò verso la Romania e la Bulgaria, inoltre vi fu una ambiguità nel dare attuazione all’art. 2 del Trattato che imponeva di perseguire la guerra in comune con la Francia, Gran Bretagna e Russia contro tutti i loro nemici, infatti venne conclusa il 21/5/1915 con la Germania una convenzione per la tutela dei reciproci interessi in questo periodo di  emergenza  e la dichiarazione di guerra dell’Impero ottomano avvenne solo il 21/8/1915, mentre la dichiarazione del 5/9/1914 con cui gli alleati anglo-franco-russi si impegnavano a non accedere a paci o armistizi separati, fu data dal governo italiano solo nel dicembre 1915 dopo laboriosi e riottosi negoziati.

                Solo dopo una serie di amari e sospettosi scambi diplomatici Salandra si rese conto della necessità di dichiarare guerra alla Germania (25/8(1916), al fine di partecipare alla sistemazione post-bellica dell’oriente ottomano, ma in realtà si viene a temere più il futuro accrescersi del potere della Francia che della Germania (San Giuliano), vi era tra gli alleati e l’Italia una differenza reciproca che si manifestava nel ritardo informativo sulle decisioni relative al Mediterraneo orientale da parte degli alleati, la diplomazia italiana si arroccava sulle clausole del Patto di Londra che prevedeva la sopravvivenza dell’Impero ottomano, nonostante che Sonnino già dall’ottobre 1916 si rendesse conto della volontà anglo-franco-russa di smembrare i territori dell’impero, il tentativo di inserirsi nei giochi attraverso un accordo diretto con la Russia ebbe un breve successo, in quanto l’accordo del dicembre 1916 fu travolto con la rivoluzione del marzo 1917 che fece cessare la Russia zarista.

                L’accordo di Saint Jean de Maurienne  del 19/4/1917 tra Italia, Inghilterra e Francia sul Mediterraneo orientale per cui l’Italia otteneva Smirne e una sfera di influenza nel suo retroterra, risultarono precari sia per la stessa ritrosia anglo-francese che per il precipitare degli eventi in Russia essendo collegati ad un futuro placet di Pietroburgo, la disfatta di Caporetto, l’uscita della Russia dalla guerra e il crescente peso dell’intervento americano lo resero del tutto superato, la necessità di un supporto alleato al fronte e di un coordinamento con gli altri fronti, l’influenza americana attraverso la sua produzione bellica ed il massiccio arrivo di uomini e mezzi, modificò le direttive politico-militari del conflitto .

                Analogo scacco la diplomazia italiana lo aveva subito in estremo oriente nel 1899, quando il governo Pelloux  aveva reclamato la base navale di San Mun a seguito della spartizione in atto tra russi, inglesi e tedeschi della Cina, i cinesi nonostante l’arrivo di tre navi da guerra italiane al largo della costa si rifiutarono di fare concessioni e gli inglesi a loro volta rifiutarono l’autorizzazione all’uso della forza, il risultato fu “un imbarazzante fisco diplomatico” (212, J. Whittam, Storia dell’esercito italiano, Rizzoli 1979).

                La vittoria sembrò aprire notevoli prospettive all’Italia e permetterle di ottenere quanto richiesto, tuttavia l’eliminazione dalla scena mondiale delle potenze centrali, con la disgregazione degli imperi austroungarico e ottomano, gli sconvolgimenti della Russia e il potere crescente americano, aveva spostato l’asse diplomatico sull’Atlantico con un rapporto Inghilterra, Francia U.S.A. riducendo le possibilità di manovra per la nostra diplomazia, d’altronde i 14 punti di Wilson fanno sì che siano superati i presupposti del Patto di Londra, riducendo ad una marginalità progressiva l’Italia, come ben si evidenzia con la II Guerra Mondiale, gli stretti rapporti tra U.S.A. e fronte francese rende evidente la nostra marginalità e la dissoluzione dell’Impero asburgico coglie la nostra diplomazia del tutto impreparata, con evidenti somiglianze circa l’attuale situazione tanto verso l’U.E. che verso il fronte sud del Mediterraneo, dove appare evidente tanto l’insufficienza dell’Italia nell’essere leader dell’area Mediterranea quanto l’attivismo francese nel volere modificare e presiedere le dinamiche nella sponda africana del bacino mediterraneo, un ulteriore elemento ben evidente è l’opportunità se non la necessità di un contrappeso all’Europa renana che non potendo risiedere, come più volte dimostrato dai recenti fatti politici e finanziari, nell’area mediterranea non resta che riproporla nell’area storica danubiana quale erede dell’Impero asburgico e cerniera tra Est ed Ovest, Nord e Sud, in cui Vienna riacquista una funzione diplomatica di coordinamento.

                Si può pertanto concludere con le parole di Melograni: “Nazionalisti, cattolici, socialisti, malandrini, giolittiani scelsero le loro linee di condotta in base alla logica della società politica.

                Ma nelle città come nelle campagne larghe masse scarsamente politicizzate rimasero sostanzialmente estranee al dibattito sull’intervento e mantennero un atteggiamento indifferente – talvolta intimamente ostile – verso la guerra ormai in atto. […]

                Si potè inoltre constatare che in molte località, soprattutto del Mezzogiorno, le agitazioni in favore dell’intervento, più che esprimere una consapevole e ben determinata volontà di prendere parte al conflitto europeo, aveva voluto rappresentare l’affermazione di una tendenza di politica interna contro un’altra tendenza di politica interna: avevano avuto il preminente scopo di impedire la caduta del governo Salandra non perché esso fosse il governo della guerra, ma perché esso si opponeva al sistema giolittiano ed era guidato da un uomo politico meridionale” (3-5, P. Me3lograno, Storia Politica della Grande Guerra 1915/1918 – Ed- Laterza, 1972).

                Le conseguenze più dirette della guerra si abbatterono sulla piccola e media borghesia, che aveva visto assottigliarsi molte sue fonti di reddito in seguito all’inflazione monetaria.

                I grandi industriali, i grandi commercianti e finanzieri si erano arricchiti con la guerra; il proletariato era riuscito a strappare salari più alti ed a tutelare i suoi interessi attraverso l’organizzazione sindacale. Viceversa, “una feroce ironia della storia” aveva fatto sì che proprio le classi medie fossero rovinate da quella guerra che in esse aveva trovato i più entusiastici sostenitori” (557, P. Melograni, Storia politica della Grande Guerra 1915/1918, Ed. Laterza, 1972).

 

( A ricordo della disfatta di Caporetto, delle centinaia di migliaia di profughi e di mia madre Rita Clementina Mattiuzzo che tra essi nacque a Paese, vicino al Piave,  il 21/3/1918).

             

              

           

venerdì 10 febbraio 2023

Albo d'Oro Nazionale dei decorati italiani ed esteri dal 1792 ad oggi

 

 

DOCUMENTO DI INPIANTO

 

Si indicano i campi che saranno esplicati nella GUIDA PER LA ALIMETAZIONE, LA IMPLEMENTAZIONE, LA CORREZIONE, E LA VERIFICA dell’ALBO D’ORO NAZIONALE  DEI DECORATI ITALIANI E STRANIERI DAL 1792 AD OGGI.

 

La Maschera di inserimento che si può anche definire “Cruscotto” riporta le seguenti indicazioni:

 

Home Page: Decorazioni Individuali e Decorazioni Collettive:

 

Decorato singolo:

- I Passo Inserimento: ANAGRAFICA DEL DECORATO SINGOLO

                                       Tabella Anagrafica – Anagrafica Decorato

- II  Passo Inserimento:  ASSEGNAZIONE DATI REFERENTI AL DECORATO

                                       Tabella Anagrafica  - Assegnazione Decorazione

 

Decorato Collettivo:

- I Passo Inserimento: ANAGRAFICA DEL DECORATO COLLETTIVO

                                      Tabella Anagrafica -  Anagrafica Decorato Collettivo                                 

-II Passo Inserimento: ASSEGNAZIONE DATI REFERENTE   AL DECORATO 

                                      Tabella Anagrafica Assegnazione Decorazione

 

 

Decorato Singolo;

ANAGRAFICA DEL DECORATO SINGOLO

I Campi sono 10:

Nome, Cognome, Genere (M)(F) , Militare o Civile, Nazionalità , Classe di Leva, Data di Nascita, Luogo di Nascita, Provincia di Nascita, (Regione di Nascita), Utente/Operatore.

 

ASSEGNAZIONE DATI AFFERENTI AL DECORATO

I Campi sono 10 :

Cognome e Nome, Grado Militare (o qualifica Civile), Forza Armata, (Arma/ Corpo), Specialità, Decorazione, Modalità di assegnazione Data (Ciclo di operazioni) dell’evento, Periodo storico (luogo e data di assegnazione), Motivazione, Luogo (Regione Stato) ove si è svolto il fatto , Riferimenti di legge , Fonti, Utente/Operatore

 

 L’Albo d’Oro Nazionale non riporta le Medaglie “Al Merito di Guerra”, al “Merito di Servizio”, Le Medaglie Commemorative,

Ogni altri tipo di Decorazione e di Onorificenza, sia Italiane che Straniere Uno studio particolare sarà fatto per indicare quale tipo

IL Data Base è predisposto per inserire le Medaglie al Merito dell’Esercito, Aeronautica, Marina, Carabinieri, Guardia di Finanza nelle loro varie classi, al momento escluse,

 

Decorato Collettivo

ANAGRAFICA DEL DECORATO COLLETTIVO

I Campi sono 8  :

Denominazione Decorato Collettivo, Soggetto Militare/Civile, Tipologia (Bandiera, Labaro, Stendardo, Gonfalone), Forza Armata, Arma/Corpo, Servizio/Specialità, Periodo storico (luogo e data di assegnazione della decorazione), Comune/Città,          (Submit)

 

ASSEGNAZIONE DATI AFFERENTI AL DECORATO

I Campi sono 11

Denominazione Decorato Collettivo, Decorazione, Data/Ciclo Operativo (da…a) Periodo Storico, Motivazione, Luogo ove fu svolto il fatto di valore, Riferimento di legge, Fonte, Note, Utente/operatore

 

 

I Campi sopra indicati, combinati fra loro, permetteranno di avere risposte a domande di ricerca, tutte incentrate sul Valore Militare.

 

LINK DI RIFERIMENTO E CONSULTAZIONE

 

La maschera di inserimento, detta anche “Cruscotto” riporta alcuni Link di rinvio che sono stati messi per completare il quadro di ricerca. Essi sono:

 

ARCHIVIO DIGITALE

L’Albo d’Oro Nazionale è la diretta estensione dell’ARCHIVIO DIGITALE DEI DECORATI AL VALOR MILITARE, voluto dal Presidente Zanardi (2012) e ne rappresenta la naturale evoluzione ed implementazione. L’ARCHIVIO DIVITALE per prassi deve essere sempre consultato prioritariamente quanto vi sono elementi ulteriori da ricercare.

 

CESVAM – PIATTAFORMA del Centro Studi sul Valore Militare

 

Sito ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO

 

Inoltre vi è una particolare voce definita che allarga la base delle indicazioni definita

 

INFORMAZIONI.

 

GUIDA ALL’INSERIMENTO. E’ stato utilizzato il blog  www.associazionismomilitare.blogspot.com, già attivo dal 2008, in cui sono state riportate le schede di tutte le provincie italiane in cui sono inseriti, a cadenza trimestrale, lo stato di avanzamento dell’inserimento dedicato alla predetta provincia. Inoltre riporta l’ANNESSO al INFOCESVAM, bollettino di informazioni del centro studi sul valore militare, bimestrale, che con il sistema twitter aggiorna lo stato avanzamento lavori nella costruzione dell’Albo d’Oro

 

QUADERNI ON LINE, espressione on line della rivista QUADERNI del Nastro Azzurro, trimestrale, che in una sua rubrica dal n. 1 del 2023, (Notizie CESVAM) riporta indicazioni e notizie sulla costruzione ed implementazione dell’Albo d’Oro. Via via QUADERNI ON LINE  ospiterà indicazioni

 

PUBBLICAZIONI è stato utilizzato il preesistente blog www.storiainlaboratorio.blogspot.com in cui saranno indicate anche tutte le fonti edite dall’Istituto del Nastro Azzurro (dal 1923 al 2023 e anni seguenti) che potrebbero essere utili per la costruzione e la implementazione dell’Albo d’Oro Nazionale e i luoghi ove tali fonti possono essere reperiti, oltre alla Emeroteca/Biblioteca dell’Istituto del Nastro Azzurro. Allo stato attuale detto blog deve essere implementato

 

Inoltre è allo studio l’ipotesi di utilizzare il blog www. Biblioteche.FondoColtrinari.blogspot.com al fine di inserire in un circuito bibliotecario già esistenze tutte le eventuali pubblicazioni reperite o da reperire che potrebbero essere utili come fonti per la creazione ed implementazione dell’albo doro nazionale in relazione alla esplicazione informatica di quello che si intende al momento come ALBO  D’ORO NAZIONALE DECORATI ITALIANI E ESTERI DAL 1792 AD OGGI – RACCOLTA DI TUTTE LE PUBBLICAZIONI CONCERNENTI I DECORATI AL VALORE MILITARE che nel linguaggio di lavro ha assunto al denominazione di ALBO D’ORO SU CARTA

 

Il progetto è incentrato sulla Decorazione (OMS/OMI – Ordine Militare di Savora/Ordine Militare d’Italia. Medaglie al Valore Militare) e sulla relativa Motivazione, con sullo sfondo il Decorato sia individuale che collettivo.

 

 Da qui discendono campi che dovranno permettere di svolgere ricerche a tutto tondo. Ovvero una Data Base a sostegno di tesi di laurea, ricerche avanzate e campagne di studio per archivi/documentazione, superando l’aspetto geografico (provincie ed aree) a sostegno dell’approccio del Valore Militare come fattore immateriale di ogni strategia.

 

Versione 30 settembre 2022 Pen Drive Orioli

martedì 31 gennaio 2023

Rivista QUADERNI, Anno LXXXIII, Supplmento XVII; 2022, n. 4, Ottobre - Dicembre 2002, 27° della Rivista


La Rivista può essere chiesta a:
 segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org


 

venerdì 20 gennaio 2023

Volumi: Riflessioni sulla Grande Guerra


 I Volumi possono essere richiesti a:
segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org

giovedì 12 gennaio 2023

INFOCESVAM BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

 

INFOCESVAM

BOLLETINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

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ANNO IX, 35/36, N. 6, Novembre – Dicembre 2022, 1 gennaio 2023

IX/6/626 La decodificazione di questi numeri è la seguente: IX anno di edizione, il mese di edizione di INFOCESVAM, 626 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento. Questo numero è principalmente  dedicato alla indicazione dei blog attivati come complemento della piattaforma www.cesvam.org

IX/6/627 – Il volume “Il Quadro di Battaglia del Regio Esercito Italiano – 10 giugno 1940 a cura di Massimo Coltrinari e Luigi Marsibilio è stato pubblicato. Progetto “Ordinamenti”. Il volume è disponibile presso la segreteria dell’Istituto.                                                                                                                                                                                                                     

IX/6/628 Il Volume dedicato alla storia delle compagnie telegrafiste nella Prima Guerra Mondiale di Monica Apostoli è giunto alla fase del manoscritto 4. Avuto il visto del Collegio dei redattori è stato proposto alla Presidenza della Associazione Nazionale Trasmettitori per una pubblicazione congiunta. A metà gennaio 2023 riunione per le decisioni operative.

IX/6/629 Il blog www.atlantestrategico.blogspot.com riporta il quadro di insieme dei maggiori fatti geopolitici del momento attraverso carte esplicative. Utile per l’aggiornamento dei dati di situazione riguardante i maggiori problemi. Attivi i limk di riferimento per l’approfondimento dei temi proposti.

IX/6/630. Dal 15 gennaio 2023 l’Università “N Cusano” riprende appieno in presenza le sue attività sospese per via della esigenza sanitaria. Il ricevimento studenti sarà quindi anche in presenza per coloro che gravitano su Roma, fermo restanti le modalità seguite fino ad ora. Info  www.unicusano.it/master

IX/6/631 Albo d’Oro Nazionale dei Decorati al Valor Militare. Il Dott. Roberto Orioli ha predisposto il programma base per la alimetazione con l’iscrizione dei decorati; attivato il collegamento con l’Archivio Digitale in essere.

IX/6/632 Il blog www.guerradiliberazionelastoria.blogspot.com riporta dati ed indicazioni riguardante elementi di aggiornamento del Dizionario minimo della Guerra di Liberazione 1943-1945. Indicazioni in merito sono riportati in merito al Volume dedicato agli Indici ed ai Percorsi di Ricerca

IX/6/633 Il volume dedicato alla Prigionia in Africa Orientale nel secondo conflitto mondiale  a raggiunto la realizzazione del manoscritto n. 2 Una sessione di ricerca è stata svolta il 13 e il 14 dicembre sia presso l’Archivio di Stato di Roma sia presso l’Ufficio Storico dell’Esercito a Via Lepanto dal Direttore, e dal  Dott. Giovanni Riccardo Baldelli.

IX/6/634. Albo d’Oro Nazionale dei Decorati al Valor Militare. Indetta una riunione il 10 gennaio 2023 per l’attivazione delle modalità di alimetazione. Saranno Presenti il Direttore del CESVAM, il Dott. Orioli e la dott. Chiara Mastrantonio per la prima azione di tutoraggio.

IX/6/635 E’ uscito il n. 4 del 2022 Anno LXXXIII, Supplemento XXVII, Ottobre – Dicembre 2022, 27° della Rivista, di “QUADERNI” . Eventuali copie possono essere richieste alla segreteria (segreteriagenerale@istitutonastroazzurro.org)

IX/6/636 Il blog www.prigioniadiguerra.blogspot.com riporta gli aggiornamenti del Dizionario minimo della Grande Guerra. Inoltre indicazioni sui volumi dedicati alle “Riflessioni sulla Grande Guerra” N. 13, n.14, n.15 della Collana I Libri del Nastro Azzurro

IX/6/637 Il blog www.uniformologia.blogspot.com riporta indicazioni sul costume  militare recente; in particolare riporta le uniformi della ex URSS  e dei Paesi del Patti di Varsavia. Inoltre tavole sinottiche dei gradi e distintivi e decorazioni degli eserciti dei paesi citati. Base per eventuali tesi di laurea riguardanti la Unione Sovietica e  il suo potere militare.

IX/6/638 Glossario 1945 per il Dizionario minimo della Guerra di Liberazione 1943 -1945. Alla data del 31 ha raggiunto e oltrepassato i 1000 previsti. Attualmente è alla revisione degli Autori. Contattata la Casa Editrice per la edizione a Stampa prevista per la metà del mese di Gennaio 2023.

IX/6/639 Il blog www.internamentoereticolati.blogspot.com riporta gli aggiornamenti sulla ricerca dedicata l’Internamento in Germania dal 1943 al 1945. Documenti per sostenere la tesi del III Fronte della Guerra di Liberazione. Sono state lette indicazioni che gli internati in Germania non fecero parte della Guerra di Liberazione. La prima domanda da porre a questa tesi è: alloca chi sono?.

IX/6/640 Target di Piattaforma Cesvam per Gennaio 2023. Aggiornamento Comparto “QUADERNI2 con l’inserimento di tutte le copertine della Rivista uscite fino al dicembre 2022

IX/6/641 La Rivista “QUADERNI ON LINE” ha avuto nel 2022 26036 lettori/accessi con una media di circa  2200 lettori/accessi con punto di oltre 3000 nei mesi più attivi.

IX/6/642  Il blog www.storiamilitare.blogspot.com riporta le tracce di tesi per il Master in Storia Militare Contemporanea  per la IV Edizione, Anno Accademico 2021

IX/6/643– Compendio 1945 del Dizionario minimo della Guerra di Liberazione è arrivato al manoscritto n. 5 E’ predisposta la stampa presso la Casa editrice per la fine del gennaio 2023

IX/6/644. Nel n. 6 del 2022 del Periodo dell’Istituto nella IV di Copertina sono state pubblicate le Copertine dei Volumi 13, 14,15 su “Riflessioni sulla Grande Guerra” che completano il Dizionario Minimo della Grande Guerra

IX/6/645 -  Ricerca materiali ed iconografia del Nastro Azzurro. Approntato un piano di ricerca delle Medaglie e delle Produzioni dell’Istituto al fine di acquisire documentazione per i Libri del Centenario in fase di approntamento.

IX/6/646  Il blog www.studentiecultori.blogspot.com riporta indicazioni sulle modalità didattiche della frequenta dei master. In particolare indicazioni  sullo stato di apprendimento dei testi preposti tramite test facoltativi.

IX/6/647. Il blog “Atlanteitalia.blogspot.com raccoglie le note sulla situazione italiana attraverso le carte. Attualmente dei blog geografici è il meno frequentato, forse per via del mancato aggancio ai motori di ricerca.

IX/6/648 Target di Piattaforma Cesvam per Gennaio 2023. Aggiornamento Comparto “QUADERNI ON LINE con l’inserimento di tutti Indici fino al Dicembre 2022. Attualmente sono riportati gli indici fino al n. 55 riferito al Luglio 2020.

IX/6/649.  Il blog www.atlanteuropa.blogspot.com raccoglie le note di aggiornamento delle sinossi del Master di Politica Militare Comparata in relazione agli eventi sul confine orientale europeo e le sue conseguenze, soprattutto sul piano energetico e sull’equilibrio delle forze

IX/6/650 Prossimo INFOCESVAM sarà pubblicato il 1 marzo 2023. I precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM.

martedì 20 dicembre 2022

Poesie dell Umbria Iacopo Zitelli II

 

La tradizzione

 

Ce lo sapevo dapermè, sìi chiaro, 1)
ch' er locale, pe fama, era un po' caro
ma accalamitava li romani,
cor piussùrtra de li piatti paesani
. 2)

Mo, a bervedé, cammiata la gestione, 3)
senza rispetto pe la tradizzione
,
la cucina moderna ha preso piede
e, damblé, j'è sparito lo stravède ! 4
)

Mentre faccio 'st'onesta rifressione,
m'ariccontava, er giovene padrone,
che aveva messo a novo 'sto locale
pe fanne un postarello origginale. 5)

Io j'arisponno, mentre smìccio er conto, 6)
co 'sto penziero che me sbotta pronto:
-- De tradizzione s'è sarvato er vezzo
de restà ne la storia, ma ... cor prezzo !
 7)

1 -...dapermé: da solo, per conto mio.
2 -...cor piussurtra: con il non plus ultra...
3 -...a bervedé...: a ben vedere.
4 -...e, damblé..: immediatamente, è sparito ogni motivo di meraviglia.
5 -...pe fanne...: per farne un posticino alla moda.
6 -...smìccio: sbircio.
7 -...de restà...: da restare negli annali della ristorazione...per i prezzi !



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Du' pesi e du' misure *

 

Un omo che va a caccia de 'n leone

se dice che lo fa perché è sportivo:

senza sforzamme de capì er motivo,

resto de stucco, pe 'st'affermazzione.

 

Poco perzuaso da 'sta spiegazzione,

che, francamente, pare un tentativo

de svicolà un discore impegnativo 1)

me vie' de sentenzià 'na concrusione,

 

perché quann' è un leone a caccià 'n omo

(e, ar solito, lo fa senza fucile) 2)

'ricìccia sempre er solito ber tomo 3)

 

che, co 'n raggionamento da cortile 4)

e un gnocco ne la voce ... 5)

ce spiega ch'è 'na berva e ch'è feroce !

 

* valutazioni ingiuste.

1 -...un discore...: un discorrere, una discussione più approfondita.

2 -...(e, ar solito...) : ironia per sottolineare la disparità di mezzi.

3 -...'riciccia...: sbuca sempre (da qualche parte) un saputello.

4 -...raggionamento da cortile: terra-terra, infantile.

5 -...e un gnocco...: singulto da foga emotiva.

27/06/2022.

(DCCCLXXVI - § )

 


sabato 10 dicembre 2022

Memorie dalla S. A. U. S. A. - FOLIGNO

 



Caserma Gen. Ferrante Gonzaga del Vodice

 97° Corso 1979 – 1980

Ten. Cpl Art. Pe.  Sergio Benedetto Sabetta

 

            Al mattino presto di un autunnale giorno di fine ottobre del 1979 con alcuni giorni di ritardo, concessi per un esame universitario, partii per Foligno.

            Mia madre si alzò presto per preparare la colazione e darmi gli ultimi indumenti, mentre mio padre finiva di vestirsi perché voleva accompagnarmi nel viaggio fino all’ingresso della Caserma.

            Fatta colazione e controllata la valigia la mamma mi seguì fino al pianerottolo, mi abbracciò forte, seguendoci con lo sguardo mentre scendevamo le scale, poi si affacciò al balcone e ci salutò.

            Il viaggio in ferrovia con la cartolina precetto seguì la via più breve, anche se più scomoda, con vari cambi che andavano da Genova a Pisa, da Pisa a Firenze, da Firenze via Arezzo a Foligno, lungo il viaggio non furono fatti lunghi discorsi, si guardava il panorama.

            Giunti a Foligno, la caserma era lungo il viale della stazione, con l’ingresso a poche decine di metri, ci avviammo verso di essa e al portone di ingresso mio padre si fermò, mi diede la valigia e ci salutammo, io giunto alla soglia del portone mi girai e prima di entrare lo guardai, lui alzò la mano in segno di saluto, mentre la sentinella mi salutava sull’attenti sibilando un “Son tutti…..tuoi!”.

            Dopo essere stato alloggiato come ospite per la notte nella batteria alpina, nel giorno dopo fui condotto al comando e dopo breve colloquio assegnato alla pesante.

            Mi trasferii presso la 3^Btr. dove mi fu assegnata la branda, venni portato al magazzino per la vestizione e consegnati i manuali di studio per le materie.

            La caserma, con un ampio cortile costeggiato da un alto porticato, era stata costruita negli anni ’70 dell’ ‘800 ed era stata sede di un reggimento di artiglieria ippotrainato.

            Le camerate, con un alto tetto a capanna, erano prive di riscaldamento, così come per i servizi dell’acqua calda, durante l’inverno le temperature scendevano a pochi gradi sopra lo zero.

            Si dormiva con guanti e passamontagna, la tuta da ginnastica sopra mutandoni e guanti di lana, con doppia coperta, nelle camerate si vedeva d’inverno l’alito condensare.

            L’acqua gelata al mattino dava una notevole scossa e l’idea di lavarsi il viso e fare la barba non attirava, poi una volta alla settimana venivamo portati di corsa in tuta da ginnastica, con asciugamano e sapone appresso, alle docce calde in fondo alla caserma; l’attraversare il cortile al freddo, soprattutto umidi al ritorno, non era piacevole e il correre era il solo sistema per scaldarsi, si capiva bene che il corso invernale era quello più temuto.

            Anche l’accesso alla mensa, nella parte più interna, avveniva attraverso due file sul cortile, l’una con tettoia per i “vecchi”, corso anziano, l’altro allo scoperto per i “pistri”, il corso nuovo, d’inverno si battevano i piedi e si alitava sulle mani, per non parlare se pioveva, allora tutti addossati al muro.

            Lo studio avveniva in camerata e nelle aule, tutte senza riscaldamento, l’unico posto riscaldato era lo spaccio in cui ci si rifugiava e si indugiava, magari con la dispensa in mano, ma lo spazio era piccolo e più di tanto non si poteva.

            Vi era tuttavia una convenzione per noi allievi ufficiali con una società culturale folignate dotata di biblioteca, sala per la televisione e bar, ambienti riscaldati, vi era affollamento alla libera uscita con i libri per leggere al caldo, altro punto caldo era fare cena presso qualche pizzeria.

            Una di queste era poco lontana sia dalla caserma che dalla stazione, frequentata da ferrovieri, era piccola e si aspettava in fila fuori per entrare, si mangiava appollaiati su sgabelli con viso al muro ma vi era il caminetto per la cottura di pizze, focacce, uova strapazzate e salsicce.

            Mentre la fiamma allegramente scoppiettava alimentata da legna, noi si osservava bevendo un bicchiere di vino umbro e aspettando la cottura, il proprietario nel frattempo mentre infornava scherzava con due donne sue parenti, mantenendo allegra l’atmosfera, talvolta per non uscire si ordinava due volte, fuori era gelato e rientrare in caserma prima del dovuto rattristava.

            I servizi erano di vari tipi e andavano dalla pulizia delle camerate, alla pulizia dei cortili e della mensa, al servizio di piantone, caporale e sergente di giornata.

            Il più noioso era la pulizia dei cortili in autunno, durante la caduta delle foglie dei platani, di cui erano ricco il cortile e le sue adiacenze, ogni folata di vento portava per il cielo e per tutta la caserma una miriade di foglie gialle e marroni che dovevano immediatamente essere raccolte.

            Era un continuo correre con un carretto e due scope di saggina da un punto all’altro della caserma, mentre gli ufficiali di giornata continuavano ad indicare i vari accumuli che si formavano, una vera ossessione senza fine.

            Una cosa del tutto diversa le guardie che si dividevano in due tipi, in caserma ed esterne, presso la polveriera di Uppello e il deposito NBC di Scansano, a parte era la ronda che usciva dalla Caserma insieme con gli allievi e gli artiglieri della Batteria Comando Servizi nella libera uscita, per rientrare con loro.

            La guardia in caserma era quella più stretta e consisteva sia nella guardia in altana che la ronda interna, la prima era la più sgradevole in quanto durante l’inverno si doveva stare fermi al vento, ma era nota una leggenda, che passava di corso in corso, secondo cui di notte da una delle altane si poteva vedere dalle finestre dei caseggiati di fronte una bella donna che si spogliava prima di andare a letto. E’ inutile dire che nessuno l’aveva mai vista ma ad ogni corso c’era chi giurava di averla ammirata, circostanza che spingeva gli allievi a salire in altana nel freddo della notte invernale, speranzosi e vigili per il premio promesso.

            Tuttavia le guardie preferite erano il deposito NBC di Scansano e la polveriera di Uppello. Il deposito di NBC erano dei capannoni non molto grandi su cui si vigilava la notte, essendovi di giorno delle guardie giurate, mediante delle ronde, durante le quali si parlava della vita di caserma, dei colleghi, dei superiori, ma molto della famiglia e  della propria terra, per finire talvolta a guardare la volta celeste, scura ma piena di stelle, chiedendoci chi vi fosse lassù, cercando di individuare le costellazioni e la scia della Via Lattea, sognando di andare verso l’infinito.

            Ancora più solitaria la guardia alla polveriera di Uppello, una valletta vicino a Foligno circondata da boschi di basso arbusto, con un torrentello su un lato le cui bianche acque mormoravano tenendo compagnia nelle lunghe solitarie ore notturne di guardia, quando si girava avanti e indietro all’interno della doppia recinzione su scoscesi sentieri di pietra.

            Tirava un gelido vento dai monti circostanti che si infila ululando nella valletta, si sentivano talvolta il fruscio di volpi o cinghiali e, immediatamente, si impugnava il fucile nervosamente, aspettando nella penombra delle luci gialle dei fari illuminanti la recinzione chissà quali assalitori, era il tempo del terrorismo.

            In lontananza sul monte, oltre il torrente una misteriosa luce, era l’Abbazia di Sassovivo avvolta nell’oscurità del bosco, con sopra una corona di stelle,  si cercava di leggere lo sciame della Via Lattea, mentre si immaginava la vita di coloro che  vivevano nell’Abbazia.

            La guardia alla polveriera aveva il pregio per noi allievi di rimanere isolati per un giorno intero, da sera a sera, senza superiori se non il comandante della guardia e di essere riforniti in cucina di ogni bene, arrivavano ceste di pane e arance, bottiglie di rosso di Montefalco, gallette, salumi e biscotti.

            Più noiosa la ronda, costituita da un caporale e due allievi, doveva girare per le strade della città per tutta la sera con possibilità di accesso ai locali pubblici per controllo, finiva spesso per riposarsi, con la scusa di un controllo, al cinema dove si sedeva nell’ultima fila al buio, si guardava parte del film e prima che si accendessero le luci usciva.

            Le lezioni dal lunedì al venerdì erano generalmente di 45 minuti per diciotto materie teorico-pratiche, il sabato mattina pulizia del pezzo o delle armi, in alternativa educazione fisica.

            Gli artiglieri alpini avevano in aggiunta la guardia ai muli, dovevano pulire controllare e dare da mangiare ai muli della batteria, un servizio che veniva talora affibbiato per punizione. Un giorno vedemmo un mulo, con una coperta sulla groppa, girare per il cortile accompagnato dal conduttore, alla nostra meraviglia ci fu risposto che aveva una polmonite e il veterinario aveva suggerito di farlo muovere per superare la costipazione polmonare, pochi giorni dopo venimmo a sapere che era morto.

            Le materie formative generali erano le seguenti:

Arte Militare;

Tiro – Armi;

Lezioni di tiro;

Addestramento NBC;

LCB – Mine;

Topografia;

Formazione del Comandante;

Regolamenti;

Scuola Comando;

Addestramento individuale al combattimento;

Addestramento di Pattuglia.

 

Le specifiche d’Arma erano:

Tiro;

Trasmissioni;

Impiego di Artiglieria;

Materiale di Artiglieria;

Servizio al pezzo;

Esercitazioni applicative di tiro e di trasmissioni;

Esercitazioni topografiche, esterne e a fuoco.

Ogni sei settimane eravamo sottoposti ad accertamenti scritti ed orali, nel caso di esame orale nel cortile, ai piedi della camerata, venivamo inquadrati e marciando condotti al comando posto sopra l’ingresso della caserma.

Giunti al comando si rompevano le righe e, salite le scale, attendevamo in riga sul corridoio la chiamata nominativa, al che si entrava e messi sull’attenti ci si presentava, l’ufficiale esaminatore seduto dietro la scrivania, mentre compilava la nostra scheda poneva le domande, noi, messi a riposo, ad ogni domanda scattavamo sull’attenti e con lo sguardo fisso in avanti si rispondeva.

Quando tutti eravamo stati esaminati, nuovamente inquadrati sul cortile, si tornava marciando alle camerate.

Il fine settimana era il momento o delle 48 ore di licenza breve o delle lunghe libere uscite, che ci permettevano di visitare le località umbre del distretto militare, senza uscire dai confini indicati.

Assisi, Spello, Trevi, Le fonti del Clitumno, Spoleto, Perugia e Gubbio erano visitate la Domenica, mentre viaggi notturni venivano affrontati per usufruire al massimo della licenza breve.

La prima licenza concessami fu imprevista, lo seppi il venerdì mattina e partii senza poter avvertire i miei genitori, non vi erano cellulari allora, viaggiai tutta la notte e al mattino presto mi presentai alla porta di casa. Erano passate solo tre settimane, mio padre, carabiniere in congedo, si spaventò pensando che mi fossi allontanato senza permesso, mia madre mi abbracciò felice.

Nell’appoggiare la valigetta in camera notai il letto sfatto, senza coperte e lenzuola, con il solo materasso e cuscino senza federa, mi diede un senso di abbandono, come se non dovessi più ritornare, la mamma, classe 1918, cresciuta nei primi trent’anni della sua vita in un clima di continua guerra, riviveva la mia partenza come un richiamo preparatorio per una possibile nuova guerra.

Passava le giornate, come le avrebbe passate durante il mio servizio di prima nomina ad Elvas (Brixen), zone della Grande Guerra, a cucire e fare la maglia di lana seduta presso il telefono, aspettando le mie chiamate o l’eventuale scampanellata del postino.

Durante la breve licenza mi portai la dispensa sulle Trasmissioni, materia su cui ci  sarebbe stata l’esercitazione al mio rientro, che studiavo nelle ore di viaggio e nella sera tra sabato e domenica.

Nel viaggio di ritorno, con nella valigia gli indumenti invernali, visto il clima continentale, partendo il pomeriggio di domenica, arrivato verso le 24,00 a Torontola in Umbria, non vi era fino alla mattina alle 6,00 un locale per Foligno, tuttavia davanti alla stazione abitava una signora che affittava le camere per la notte, mi fu indicata la casa dai ferrovieri.

Suonai e mi fu aperto da una signora anziana, dai capelli tutti bianchi, mi presentai e lei mi condusse ad una piccola stanza disadorna, nel pagare le chiesi per la sveglia e lei gentilmente mi rispose che mi avrebbe chiamato verso le 5,00, come puntualmente avvenne, quando sentii bussare alla porta.

Il treno locale arrivava verso le 7,00, giusto in tempo per entrare in Caserma, depositare la valigia in camerata, indossare la mimetica e rispondere all’appello.

Venne il giorno del giuramento, provammo per settimane tutti i pomeriggi, compreso il sabato mattina, la marcia e le manovre perché lo stile fosse perfetto, arrivarono le autorità e i familiari, tutti dovevano rimanere soddisfatti e ammirati dall’ordine e dalla disciplina.

I miei genitori partirono la sera prima e alla mattina erano all’ingresso della Caserma e dal palco dei familiari, con le autorità, assistettero orgogliosi alle manovre, alla lettura della formula del giuramento e al grido di risposta degli allievi.

La mamma era emozionata, papà, quale ex militare, orgoglioso del figlio che, con il filetto d’oro da allievo ufficiale e guanti bianchi, aveva sfilato davanti alle autorità e giurato, ancor più quando alla mensa durante il pranzo di ricevimento il Colonnello Comandante la caserma si era seduto al nostro tavolo pranzando e conversando con noi. Per papà abituato ad obbedire agli ordini e al distacco dei superiori, era come una promozione sociale dopo 40 anni di servizio.

Quattro mesi dopo, quando assistemmo al giuramento del nuovo corso, partecipai alla sfilata come corsista anziano, purtroppo avevo la febbre per un ascesso ma, non volevo marcare visita, marciai e rimasi inquadrato sul cortile durante tutta la cerimonia, finché mi sentii svenire e prima di cadere uscii dalla fila da dietro per andare verso la camionetta del medico militare che mi ricoverò in infermeria, fui ripreso per la mia testardaggine.

Arrivò il giorno, nel dicembre del ’79, che fummo invitati per la guardia al Quirinale, dopo le esercitazioni, il controllo degli equipaggiamenti e le raccomandazioni varie, al mattino partimmo verso Roma dove al pomeriggio venimmo inquadrati nel cortile di servizio in due sezioni, la prima destinata alla Guardia del Quirinale, la seconda come Guardia d’Onore in caso di visite di autorità straniere, fui inquadrato nella seconda sezione.

Con la bandiera in testa uscimmo marciando al suono della fanfara dal portone di servizio, risalendo la strada, tra i passanti incuriositi, entrammo dalla parte delle scuderie del Quirinale sulla piazza antistante al Palazzo e per il portone principale entrammo nel Cortile d’Onore, dove ci aspettava la guardia smontante.

            Da dietro le finestre sul cortile si vedevano delle ombre che ci osservavano , erano gli ufficiali aiutanti di campo e di Stato Maggiore che controllavano le corrette modalità del cambio della guardia, il nostro comandante Capitano Arteritano, ci aveva avvertito prima della parata.

Noi, della seconda sezione, finita la cerimonia del cambio della guardia, salutati dalla Guardia Presidenziale, ci allontanammo attraverso uno stretto corridoio verso il cortile di servizio, da cui un pullman ci portò alla Cecchignola, a disposizione.

Il pomeriggio del giorno seguente la cerimonia si invertì, vennero a darci il cambio i cadetti dell’Accademia della Marina Militare di Livorno.

Entrarono vestiti di blu, con guanti, cinturoni e copri scarponi bianchi, a passo lento e ben distanziati, si udiva il ticchettio sul  selciato dei loro tacchi ferrati, noi uscimmo stretti, nelle nostre divise grigio-verdi, in formazione serrata dal portone principale con la bandiera della Scuola di Artiglieria, davanti ad una piccola folla radunata in piazza sotto i Dioscuri.

Finalmente, superate le varie prove, venne il giorno dell’esame finale di tiro, arrivammo con l’obice da 203 a Monte Romano e noi della Pesante preparammo la piazzola e i falsi scopi, mettemmo il carro comando per il giorno successivo, il Vice Comandante S. Ten. Cesaretti, ci ordinò di portare sempre l’elmetto durante i tiri, solo lui avrebbe portato il basco quale gesto scaramantico, in quanto non indossava l’elmetto il giorno in cui aveva per la prima volta  aperto il fuoco di artiglieria, ma tra chi maneggia esplosivi tali gesti sono comuni.

Fui assegnato alla II^ tavola di tiro per il controllo dei dati calcolati dai colleghi preposti alla tavola principale di tiro, prima che questi venissero trasmessi al pezzo per il loro inserimento e tiro, alla mattina prima di aprire il fuoco ciascuno scrisse su una granata con il gesso un nome di donna.

Finiti i tiri e abilitati all’acquisizione del brevetto da ufficiale, andammo alla sera in paese dove presso una trattoria festeggiammo e il padre di un nostro collega, venuto appositamente da Roma, pagò il vino dei castelli per tutti, tanto che allegri intonammo all’arrivo dei nostri ufficiali la canzone degli artiglieri, “Caro pistrino”.

Rientrati a Foligno venne il momento della nomina e dell’assegnazione, il giorno stabilito fummo radunati davanti al comando ed uno alla volta chiamati per la consegna dei documenti.

Solo il primo decimo della graduatoria poteva scegliere, gli altri erano assegnati d’ufficio, la sede più temuta per noi della Pesante era Elvas, 1° Gr.A.Pe. – 3^ Brig. Missili, su un altopiano a 600 m. sopra Brixen, in territorio Sud Tirolese di madre lingua tedesca, a 30 Km. dal confine austriaco, in zona operativa al confine con la cortina di ferro, vicino alla “soglia di Gorizia”.

Prima di salire il Vice Comandante, S. Ten. Cesaretti, mi apostrofò “Sabetta, non se lo meritava proprio, ma non si preoccupi è in buona compagnia”, salito, entrai nella stanza e sull’attenti mi fu consegnata la destinazione: “Elvas”, la nomina sarebbe arrivata dopo.





Sceso i colleghi, informati, mi guardavano tra lo stupore, la commiserazione e la soddisfazione per il mancato pericolo, seppi che con me era stato assegnato l’allievo De Gregorio di Catania, ci fu anche chi avvicinatomi e data una pacca sulle spalle con fierezza mi disse “Siamo tutti fieri di te!”.

L’ultimo giorno, salutati tutti, con lo zaino sulle spalle e lo zaino-valigia, dove era legata la sciabola, in mano presi il treno per Genova, avevo con me una licenza di 15 giorni, in cui sarebbe stata perfezionata la nomina e la cartolina di destinazione con il biglietto ferroviario di andata via Milano, Verona, Trento per Elvas.

All’arrivo il pomeriggio alla stazione di Genova Principe, scesi dal treno ma ero in coda e quindi mi ritrovai nella galleria, la mamma e papà che aspettavano non mi vedevano scendere, finché uscii dalla galleria, la mamma mi corse incontro a braccia tese e mi abbracciò, forse pensava e ricordava i tempi della guerra, quando le donne e i padri aspettavano il ritorno dei reduci.