mercoledì 26 luglio 2017
La Brigata Ancona nel 1916
La
Brigata “Ancona”[1]
composta dal 69° e 70° Reggimento fanterria, era stata sul finire del 1915
trasferita dal fronte dolomitico (4a Armata) sul fronte dell’Isonzo, inserita
nei ranghi della 3a Armata.
I
Quadri della brigata nel 1916 erano i seguenti:
Comandante
della Brigata continuava ad essere il magg. gen. Adolfo Corrado dal 30 novembre
1915 al 23 maggio 1916, sostituito dal colonnello brig. Luigi Bongiovanni dal
24 maggio al 27 agosto 1916; lo sostituisce il colonnello brigatiereAlfonso
Mattei dal 28 agosto 1916 al 17 luglio 1917.
Comandante
del 69° Reggimento fanteria era il ten. col. Giulio Ricobello, dal n16 settembre
1915 al 3 giugno 1916, a cui segue il ten. col. Erasmo Pagazzano, dal 4 giugno
1916 al 17 luglio 1917.
Al
comando del 70° Reggimento fanteria vi era ancora il col. Antonio Gioppi dal 25
agosto 1915, che lascerà il comando il 1 maggio 1916, sostituito dal col.
Angelo Magiulo dal 2 al 23 maggio 1916, a cui segue il ten. col. Francesc
Pagliarulo dal 24 maggio 1916 al 12 giugno 1917.
Di
seguito i comandanti di battaglione nel 1916
69°
Reggimento fanteria:
I
Battaglione
.
Magg. Alberto Valentini , dal 9 novembre 1915 al 31 maggio 1916
.
Magg. Edoardo Marras, dal 1 giugno 1916 al 17 giugno 1917
II
Battaglione
.
Magg. Guido Crescentini dal 27 marzo 1916 al 29 maggio 1916
.
Magg. Dante Posani, dal 30 aggio 1916 al 12 giugno 1916,
Ferito in combattimento
.
Magg. Daniele Costantino dal 17 settembre 1916 al 7 febbraio 1917
III
Battagliione
.
Magg. Luigi Silvatici dal 24 maggio 1915 al 12 gennaio 1916
.
Magg. Domenico Pasqualetti dal 5 marzo 1916 al 16 maggio 1916,
Ferito in combattimento
.
Magg. Alberto Valentini, dal 1 giugno 1916 al 7 marz 1917
IV
Battaglione. Sarà costituito el 1917
70°
Reggimento fanteria:
I
Battaglione
.
Cap. Francesco Nati, da dicembre 1915 a gennaio 1916
Ferito in combattimento
.
Ten. Col. Domenicangelo Gallitelli, da febbraio 1916 al maggio 1916
.
Magg. Attilio Maggiani, da maggio 1916 al 6 giugno 1916
.
Magg. Francesco Nati, da luglio 1916 ad ottobre 1917
II
Battaglione
.
Cap. Giovanni Giovannoni, da gennaio 1916 a febbraio 1916
.
Magg. Annibale Righetti, da marzo 1916 a maggio 1916
.
Cap. Enrico Broglia da giugno 1916 a novembre 1916
.
Magg. Carlo Cavicchi da dicembre 1916 a gennaio 1917.
III
Battaglione
.
Ten. Col. Alberto Pasta da gennaio 1916 ad aprile 1916
.
Magg. Ettore Cipolla, da maggio 1916 a giugno 1916
.
Magg. Ugo Bibolini da giugno 1916 a luglio 1916
.
Magg. Luigi Fiorito da luglio 1916 al 27 ottobre 1917
Il
IV battaglione sarà costituito nel 1917
Gli
Ufficiali della Brigata Caduti nel 1916 sono:
69°
Reggimento fanteria:
. Giovanni
Borghese, capitano, da Polizzi Generosa, il 12 giugno 1916 a Monte Giove
. Alberto
Rovere, capitano, da Milano, il 16 maggio 1916, a Monte Maronia
. Nicola
Bertone, s.tenente, da Venaria reale, il 16 maggio 1916 a Monte Maronia
. Giovanni
Battista De Gasperi, s.tenente, da Udine, il 16 maggio 1916 a Monte Maronia
. Arrigo
Faini, s.tenente, da Sant’Arcangelo, il 20 maggio 1916, a Monte Maronia,
. Alfredo
Fornaciari, s.tenente, da Firenze, il 22 ottobre 1916, a Monte Corno
. Giulio
Franchi, s.tenente, da Firenze, il 26 agosto 1916 a Monte Spill
. Alfredo
Goti, s.tenente, da Arezzo, il 13 giugno 1916 nell’Ospedale ndi Schio
. Giuseppe
Grasso, s.tenente, da Siracusa, il 13 settembre 1916, nel 144° Reparto Sanità
. Mario
Lazzeri, s.ten., da Minane, il 16 novembre 1916 a Monte Corno
. Fausto
Mammarella, da Crecchio, il 15 maggio1916 disperso sul Monte Maronia
. Angelo
Nicasi, s.tenente, da Città di Castello, il 28 giugno 1916 in Vallarsa
. Luigi
Personnaz, s.tenente, da Torino, il 15 maggio 1916 sul Monte Maronia
. Giuseppe
Romanelli, s.tenente, da Montevarchi, il 13 giugno 1916 sul Monte Giove
. Antonino
Russo, s.tenente, da Palermo, il 13 giugno 1916 sul Monte Giove
.
Salvatore Scuderi, s.tenente, da Catania, il 10 ottobre 1916, disperso sul Monte
Corno
. Oreste
Storace, s.tenenete, da Torino, il 16 maggio 1916 nalla 35° Sezione di Sanità a
Seghe di Velo
.
Alessandro Summa, s.tenente, da Torino, il 18 maggio 1916 a Campoluzzi
. Guido
Treves, s.tenente, da Orvieto, il 20 ottobre 1016 sul Monte Corno
. Raffaele
Brini, aspirante, da Poggibonsi, il 10 giugno 1916, all’Ospedale militare di
Verona
. Luigi
Lauri, aswpirante, da Fermo, il 20 maggio 1916 in prigionia
. Giulio
Minutelli, tenente colonello, il 9 dicembre 1916 per malattia
. Ernesto
Perotti, s.tenente, da San Bonifacio, il 28 luglio 1916, all’O.d.C. di Schio
per malattia
. Luigi
Prataviera, da San Stino di Livenza, il 12 gennaio 1016, all’O.D.C. 219 per
malattia
70°
Reggimento
. Attilio
Maggiani, maggiore, da, Spezia, il 9 luglio 1917 all’O.d.C. 063
.
Salvatore Bordieri, capitano, da Palazzolo Acreide, il 12 settembre 1916 a
Monte Spill
. Luigi
Corio, capitano, da Genova, il 22 luglio 1916 al 238° Reparto Sommeggiato
.
Ferdinando Romanelli, capitano, da Sassano, il 12 ottobre 1916 all’Ospedale di
Schio
. Guido
Baldo, s.tenente, da Pesaro, il 29 settembre 1916, in Val di Fox
. Orfeo
Calvelli, s.tenente, da Arquata del Tronto, il 16 settembre 1916 all’O.d.C. 213
.
Francesco Caruso, s.tenente, da Pachino, il 9 ottobre 1916 a Pozzacchio
. Florindo
De Fabris, s.tenente, da Cortino, il 29
giugno 1916 sul Monte Corno
. Giueppe
Gobello,s.tenente, da La Plata, il 10 giugno 1916, a Monte Giove
. Vincenzo
Goglioso, s.tenente, da Vercelli, il 20 ottobre 1916 a Monte Spill
. Carmelo
Malfitano,s.tenente, da Siracusa, il 9 giugno 1916, a Monte Giove
.
Guidobaldo Mamiani della Rovere, s.tenente, da Pesaro, il 29 giugno 1916
all’Opsedale di Parma
. Giovanni
Manciotti, s.tenente, da Monte Pulciano, il 18 maggio 1916 a Campoluzzi
. Ugo
Monico, s.tenente, da Riese, il 13 giugno 1916, a Monte Giove
. Aldo
Panzavolta, s.tenente, da Faenza, il 23 agosto 1916 a Monte Spill
. Giovanni
Paoletti, s.tenente, da Roma, il 4 luglio 1916, a Monte Spill
. Mario
Pisani, s.tenente, da Cilavegna, il 4 luglio 1916 a Monte Spill
. Federico
Serazzi, s.tenente, da Bologna il 20 ottobre 1916 a Monte Spill
. Eralso
Spisani, s.tenente, da Codigoro, il 10 giugno 1916, a Monte Giove
. Norberto
Turriziani, s.tenente, da Frosinone, il 18 maggio 1916 a Campiluzzi
. Carlo
Alberto Benelli, s.tenente, da Pelago, il 17 maggio 1916 a Campoluzzi
. Giuseppe
Chiabrera, aspirante, da Torino, il 27 maggio 1916 ad Oslavia
. Antonio
Parovel, aspirante, da Capodistria, il 4 luglio 1916 a Monte Spill
. Antonio
Porro, aspirantre, da Sarano, il 4 luglio 1916 disperso a Monte Spill
Il
quadro generale delle perdite della Brigata, per il 1916, in relazione alle
tabelle organiche, sono le seguenti:
.
69° Reggimento Fanteria:
Nel
primo ciclo operativo in Alto Astico (9-14 maggio) ebbe tra la truppa 1 Caduto,
9 feriti e 3 dispersi; nel secondo ciclo operativo offensiva asutriaca
(strafespedition) e controffensiva italiana in Trentino (15 maggio – 22 luglio)
16 Ufficiali Caduti 37 feriti, 37 dispersi mentre tra la truppa si ebbero 226
Caduti, 1168 feriti, e 1125 dispersi. Nel terzo ciclo operativo sul Monte
Pasubio e in Vallarsa (23 luglio – 31 dicembre) il Reggimento ebbe 6 Ufficiali
Caduti, 15 feriti e 2 dispersi; nella Truppa si lamentarono 125 Caduti, 846
feriti, 206 dispersi..
In
totale nel 1916 il Reggimento ebbe nei tre cicli operativi del 1916 fra gli
Ufficiali 22 caduti, 52 feriti, 39 dispersi, tra Sottufficiali e Truppa 352
Caduti, 2023 Feriti e 1334 Dispersi
.
70° Reggimento Fanteria mostra la seguente situazione:
Non
ha nessuna perdita nel servizio in linea nell’Alto Astico (9-14 maggio). Durante
la offensiva asutriaca (strafespedition) e controffensiva italiana in Trentino
(15 maggio – 22 luglio) 17 Ufficiali Caduti, 25 feriti, 23 dispersi mentre tra
la truppa si ebbero 136 Caduti, 1138 feriti, e 1196 dispersi. Nelle operazioni
sul Monte Pasubio e in Vallarsa (23 luglio – 31 dicembre) il Reggimento ebbe 6
Ufficiali Caduti, 16 feriti e 1 Disperso; nella Truppa si lamentarono 108
Caduti, 752 feriti, 8 dispersi..
In
Totale nel 1916 il Reggimento ebbe 23 Ufficiali Caduti, 41 feriti, 24 dispersi;
tra la Truppa, 244 Caduti, 1890 feriti e 2204 dispersi.
Mel
1916 La Brigata con i suoi reparti dipedenti ebbe 45 Ufficiali Caduti, 93
feriti e 63 dispersi; tra i Sottufficiali e la Truppa 596 Caduti, 3913 feriti e
3539 dispersi
L’attività
operativa della Brigata “Ancona” per il 1916 è legata, nella sostanza,
all’impiego nel Trentino a contenere l’offesiva austriaca e poi a presidiare le posizioni italiane sul
Pasubio.
Descrivere
le operazioni DI MAGGIO 1916 VEDERE LA RELAZIONE UFFICIALE
OSIMO
VEDERE IL TESTO SUL PASUBIO
VEDERE
TESTO DI CERUTTI
Ulisse Igliori[2] nacque a Firenze e come sottotenente del 70° Reggimento
fanteria lo si ricorda per le azione del monte Maronia del giorno 16 maggio
1916.
Il mattino del 16 maggio il nemico
attaccava con forze ingenti il settore del monte Maronia, caposaldo della
difesa sull’altipiano di Folgaria. Difendeva la posizione il I battaglione del
69°, rinforzato da due compagnie e da un reparto zappatori del 70° Reggimento
fanteria, comandato dal colonnello Magliulo. Sotto la violenza dell’irruzione
avversaria, le truppe che guarnivano la prima linea e quelle a immediato
rincalzo furono travolte e in parte accerchiate e catturate.
Il reparto zappatori del 70°
Reggimento, al comando del sottotenente Ulisse Igliori, era di riserva, presso
due blockauses. Quando il giovane ufficiale vide travolta la nostra prima
linea, anziché pensare a porsi in salvo, si apprestò con risolutezza ed energia
a opporre con i suoi uomini la più ferma resistenza al nemico incalzante. Alle
intimazioni di resa di un ufficiale austriaco rispondeva iniziando per primo il
fuoco; ferito una prima volta, seguitava a sparare, lanciando frasi di scherno
al nemico. Ferito, poco dopo, una seconda e una terza volta, a chi lo
consigliava di ritirarsi dalla lotta rispondeva esser quello il suo posto, fino
alla morte.
Colpito, per la quarta volta, da una
scheggia di bomba a mano, nonostante le sofferenze e la perdita di sangue
seguitava con tenacia a dirigere il combattimento, fino a quando, frantumatogli
un braccio da una pallottola esplosiva e trapassatogli il torace, poco sopra il
cuore, da un altro proiettile, veniva raccolto quasi esanime e trasportato al
posto di medicazione. Qui irrompeva poco dopo il nemico, facendo prigioniero
anche il sottotenente Igliori, al quale dovette essere amputato il braccio
sinistro; qualche mese dopo egli fu rimpatriato, essendogli manifestata, a
causa della ferita toccata al petto, un’apicite tubercolare.
Per gli avvenimenti narrati Igliori
ricevette la Medaglia d’Oro al Valor Militare.[3]
(GC)
Nel 1916 la Brigata “Ancona” fu
protagonista di uno degli esposodi più significativi e pregnanti della Grande
Guerra, la cattura da parte austriaca di due irridentisti, Cesare Battisti e
Fabio Filzi. Proprio il gruppo tattico che aveva come base la Brigata “Ancona”
si svolse quelle operazioni sul Monte Corno dove rifulse l’abengazione, lo
spirito di sacrificio e la determinazione di questi due personaggi che sono
icone della Grande Guerra.
Contenuta nel mese di maggio
1916, cedendo terreno ma aumentando via via la resistenza in posto con reazioni
dinamiche locali, l’offensiva austriaca denominata “spedizione punitiva”, 15
maggio -18 giugno 1916) nella second metà del mese di giugno si sviluppò la
controffensiva italiana (16 giugno-24 luglio 1916), si sviluppò in due fasi, la
prima 16 giugno - 5 luglio 1916 e la seconda dal 6 al 24 luglio 1916, al
termine della quale si poteva concludere che l’azione austriaca era stata
completamente annullata e inizò lo spostamento delle riserve dalla fronte della
1a Armata all’Isonzo.
La Brigata “Ancona” partecipò alla controffensiva
inquadrata nella 44a Divisione del V Corpo d’Armata, che compredenva anche la
27a, 35a Divisione , schierato dalla sponda occidentale della Vallarsa al Monte
Bronzomè. Terminata la prima fase della controffensiva il 5 luglio 1916[4]
in cui i reparti della Brigata “Ancona” agirono da protagonisti,[5]il
6 luglio 1916 si tenta di procedere verso il Col Santo dalla Vallarsa e
l’azione culmina con il notissimo episodio del Monte Corno, che vide il
sacrificio dei già citati Cesare Battisti e Fabio Filzi.
La relazione ufficiale così riporta
l’azione della Brigata “Ancona” coinvolta in questo notissimo episodio.
“Constata la difficoltà di avanzare verso il Col Santo dal Pasubio, si
tentò di giungervi dalla Vallarsa. L’azione fu decisa per la notte sul 10
luglio (1916). La direzione fu affidata al Comandante della Brigata “Ancona”[6].
In Vallarsa la difesa austriaca seguIva la linea … Monte Spil – quota
1801 e l’antistante Monte Corno – Monte Testo – Sogi….Il Monte Corno è
costituito dalla sporgenza rocciosa davanti (a sud) a quota 1801 ed unita a
questa da una dorsale formante una selletta fra il vallone di Foxi e la
Valmorchia. Su Monte Corno vi era un posto avanzato austriaco.
Nelle azioni fra fine giugno e primi di luglio le truppe italiane del
Gruppo Brigata”Ancona”[7]
rinforzate dal battaglione alpini “Vicenza” si erano affermate su Monte
Trappola ed avevano raggiunto le rapide pendici di Monte Corno e quelle
immediatamente sottostanti a quota 1755 ( Nord Ovest di Monte Corno).
Il Comandante della Brigata “Ancona”per l’azione disponeva di 4 battaglioni,
I/69°[8],
II/71°, III/71°, battaglione alpini “Vicenza”, e di due batterie (76a da 70
someggiata e 30a da 65 da montagna) in posizione su quaota 1497 (Monte Trappola).
Un pezzo da 65 da montagna era stato postato ad una piccola forcella immediatamente
a sud-ovest di Monte Corno di dove poteva battere, da una distanza di 600
metri, la quota 1801.
L’azione si sarebbe svolta in due tempi:
. 1° tempo: occupazione di Monte Corno, quota 1801, quota 1755.
. 2° tempo: azione contro Monte Spil. Eventualmente col concorso di
altra partete dal Pasubio, avrebbe disposto poi il Comando della 44a Divisione.
Il 1° tempo contemplava due sbalzi successivi:
a)
occupazione
di Monte Corno, facendo irruzione nella selletta da nord;
b)
azione
contro quota 1801 e quota 1755
Dall’azione contro Monte Corno (primo sbalzo) era incaricato il
battaglione alpini “Vicenza”. Nello sbalzo successivo il battaglione alpini, al
centro, ed il battaglione I/69° e III/71°, rispettivamente a destra e a
sinistra, avrebbe attaccato quota 1801. Contenporaneamente il II/70° dalla sua
posizione sulle pendici sottostanti alla cima di quota 1755 avrebbe attaccato
la cima stessa.
Il primo sbalzo si sarebbe effettuato di sorpresa senza preparazione di
artiglieria. L’artiglieria (le due batterie di Monte Trappola e quelle da
campagna di medio e piccolo calibro a portata) sarebbero intervenute solo per
sostenere il secondo sbalzo o in caso di mancata sorpresa. Qualora
l’occupazione di Monte Corno non fosse riuscita per le ore 3 del 10 (luglio)
l’azione sarebbe stata sospesa.
Il battaglione alpini “Vicenza” aveva per itinerario il canalone
occidentaledi Monte Corno; lo doveva seguire il III/71° in testa al quale come
guida doveva procedere la compagnia di marcia del battaglione alpini “Vicenza”;
il I/69° aveva per itinerario il canalone centrale.
L’inizio del primo sbalzo del primo tempo (irruzione sulla selletta)
era fissato per le ore una del 10 luglio. Per la stessa ora i battaglioni I/69°
e III/7i° dovevano essere a portata della selletta e pronti ad affiancarsi al
battaglione “Vicenza” per l’attacco a quota 1801.
Iniziato il movimento poco dopo le 22 del 9 luglio, con le compagnie in
quest’ordine 61a, 59a, 60a,[9]
alle ore una del giorno 10, il battaglione alpini “Vicenza” giunse in
prossimità della selletta; la 59a compagnia si affiancò a sinistra della 61a,
la 60a rimase di rincalzo. Con un successivo rapido sbalzo la selletta fu
occupata. Avvolta così da nord la vetta del
Monte Corno, subito dopo un plotone della 61a né effettuò la conquista e
né catturò il presidio: 18 uomini con due mitragliatrici.
Intanto i due battaglioni I/69° e III/71° erano in movimento ed il
II/70° era nelle sue posizioni sotto la quota 1755 ed attendeva dal battaglione
“Vicenza” il segnale convenuto: razzo rosso indicante l’avvenuta occupazione di
Monte Corno e l’inizio del secondo sbalzo.
Il battaglioni alpini “Vicenza” occupato il Monte Corno fece il segnale
convenuto (razzi rossi) per l’entrata in azione dei battaglioni lateriali e
dell’artiglieria. Attese il tempo calcolato necessario ai battaglioni stessi
per disporsi ad agire, indi iniziò l’azione verso quota 1801, ma senza prima
assicurarsi della possibilità dell’effettivo concorso di detti battaglioni.[10]
Erano in prima linea la compagnia 59a (a sinistra) e la 61a; la 60a era
di rincalzo. Erano le 2,30. Notte oscurissima. Purtroppo nessuno dei due
battaglioni laterali era in quel momento in grado di concorrere: il I/69° per
le gravi difficoltà del terreno roccoso era ancora indietro; il III/71° aveva
perduto il contatto con la compagnia Battisti e si era smarrito nel bosco
sottostante la selletta. Il battglione “Vicenza” trovò subito una vivacissima
resistenza. Giunse intanto a sinistra la compagnia Battisti che entrò subito in
azione. La tenace resistenza avversaria ed il nessun sentore dell’avvicinarsi
dei due battaglioni attesi, indussero il comandante del battaglione “Vicenza” a
sospendere, verso le 4, l’attacco ritirando i reparti avanzati alla selletta.
La situazione rimase incerta fino alle 6. E fino a quell’ora nessun cenno dei
due battaglioni laterali. E a quell’ora si sferrò quasi all’improvviso il
contrattacco austriaco. Reparti della 98° Brigata Landesschutzen in formazioni
dense sboccarono dalla fronte della quota 1801 e dal bosco ad ovest della
selletta, minacciando le comunicazioni con il Monte Trappola.
Il battaglione “Vicenza” resistette.
I volontari Battisti e Filzi si prodigarono in sforzi sovrumani
dimentichi di sé e del capestro che li attendeva, se catturati. Ma le forze
austriache, se non soverchianti, fresche, mentre il battaglione era decimato,
specialmente per gli effetti del prolungato e violenti tiro di artiglieria di
repressione. Così alla fine venne sopraffatto, ed i superstiti in gran parte
catturati.
Erano tra questi il comandante del battaglione ed i volontari irredenti
tenente Battisti e sottotenente Filzi.
La mancata riuscita dell’azzione, già così ben avviata, si deve
indubbiamente alle gravi difficoltà del terreno e di orientamento che non
consentirono al I/69° ed al III/71° di tempestivamente intervenire.
Il II/70° aveva intanto, subito dopo il segnale, iniziato l’attacco a
quota 1755 e fatto qualche progresso. Naturalmente la sua azione isolata non
potè avevre né seguito né peso. Ed il battaglione la mattina stessa, era
tornato sulle posizioni di partenza.
Perduta la cima di Monte Corno venne poi dal I/69° nella stessa mattina
del 10 luglio occupato e mantenuto il piccolo ripiano immediatamente
sottostante. L’azione costo il sacrifico del battaglione alpini “Vicenza” di
cui soltanto un centinaio di superstiti riuscì a ritirarsi su Monte Trappola.
Oltre 200 i morti; i catturati, in gran parte feriti, circa 400.”[11]
La nostra controffensiva si
esaurì a metà di luglio 1916. Se era stata fermata, indubbio successo, aveva
dato agli Austriaci il possesso del Col Santo e del Pasubio ed il costone di
Portule sull’altipiano di Asiago; queste importanti posizioni, nonostante il
terreno riconquiato, lasciavano aperto il problema della difesa del fronte
Trentino. Dopo la battaglia di Gorizia il Comando Supremo avrebbe voluto
riprender ele operazioni in Trentino allo scopo di concorrere più efficacemente
ad alleggerire la pressione degli Austro-tedeschi sul fronte romeno, non gli
permise di concentrare in quel settore mezzi adeguati per la ripresa della lotta.
Tuttavia, durante le tre battaglie dell’autunno del 1916 successive a quelle di
Gorizia, furono fatte nella zona del Pasubio, con le forze ed i mezzi in posto,
vari tentativi per guadagnare spazio verso il Col Santo, senza peraltro
raggiungere risultati apprezzabili.[12]
La Brigata “Ancona” rimase in
Vallarzoa dino al dicembre 1916, alternando servizi in linea a periodi di
riposo.
[1]
Per l’ordinamento, l’impiego e le operazioni relative al 1915 vds. Coltrinari
M., Le Marche e la Prima Guerra Mondiale:
il 1915. I primi sei mesi di guerra: dall’euforia interventista alla realtà
della trincea, Roma, Edizione Nuova Cultura, Università la Sapienza, 2017.,
pag.33
[2] Scheda a cura di Giovanni Cecini.
[3] Il testo della motivazione è su: www.istitutonastroazzurro.org/ consulta l’archivio digitale/Ulisse/Igliori/Esercito/1916/Medaglia
d’Oro.
[4]
La ricostruzione di questa fase si trova in varia
documetazione, ta cui la Relazione Ufficiale. Vds. Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio
Storico, L’Esercito Italiano nella Grande
Guerra (1915-1918), Relazione Ufficiale, Vol. III, Le Operazioni del 1916, Offensiva Austriaca e controffensivaitaliana
nel Trentino. Contemporanee operazioni sul resto della fronte (Maggio-Luglio
1916), Tomo 2° , Narrazione, Roma, Tipografia
Regionale, 1936, pag. 209-232.
[5]
Il 26 giugno 1916 la 44a Divsione ricevette l’ordine di attaccare, nella
regione pasubio-Col Santo, proprio il Col Santo. Le forze dipendendi erano così
disposte:
. in Vallarsa, sulle posizioni del fianco occidentale
( e a contatto con la 37a Divisione a Cima Mezzana) 3 battaglioni della Brigata
“Puglie”, i battaglioni alpini “Monte Berico”, “Val Leogra” e 2Vicenza”, agli
ordini del Comandante della Brigata “Puglie”.
. in fondo valle, all’altezza della Chiesa, 7
battaglioni delle Brigate “Ancona”, “Puglie” e “Verona” agli ordini del
Comandante la Brigata “Ancona”.
. al pPasubio: la Brigata “Verona”, il 218° Reggimento
fanteria Brigata “Volturno” e il VI gruppo alpini.
Riserva della Divisione a Pian delle Fugazze il 70°
Reggimento fanteria della Brigata “Ancona ed il 217° Reggimento fanteria della
brigata “Volturno”. L’artiglia della Divsione poteva contare su 84 bocche da
fuoco.
[6]
Colonnello brig. Luigi Bongiovanni, che comandò la Brigata dal 24 maggio al 27
agosto 1916.
[7]
Vds. Ministero della Difesa, Stato Maggiore
dell’Esercito, Ufficio Storico, L’Esercito
Italiano nella Grande Guerra (1915-1918), Relazione Ufficiale, Vol. III, Le Operazioni del 1916, Offensiva Austriaca
e controffensivaitaliana nel Trentino. Contemporanee operazioni sul resto della
fronte (Maggio-Luglio 1916), Tomo 2°
, cit., pag. 225
[8]
Il numero romano indica il Battaglione, il numero arabo il Reggimento; pertando
I/69° sta a significare il I Battaglione del 69° Reggimento. Nella Grande
Guerra ogni reggimento aveva tre battaglioni. Negli alpini il livello “Gruppo
Alpino” era quello di Brigata per la Fanteria.
[9]
Il Battaglione “Vicenza” operava con quattro compagnie: la 59a, la 60a, la 61°
e la compagnia di marcia. Quest’ultima era comandata dal tnenete Cesare
Battisti e ne faceva parte il sottotenente Fabio Filzi.
[10]
Il Maggiore Frottola, nel suo interrogatorio al ritorno dalla prigionia cice
che, giunto alla selletta cercò e trovò il collegamento a voce con I/69°.
Comunque sta di fatto che tale battaglione non arrivò in tempo a partecipare
all’azione, come si vedrà.
[11]
Vds. Ministero della Difesa, Stato Maggiore
dell’Esercito, Ufficio Storico, L’Esercito
Italiano nella Grande Guerra (1915-1918), Relazione Ufficiale, Vol. III, Le Operazioni del 1916, Offensiva Austriaca
e controffensivaitaliana nel Trentino. Contemporanee operazioni sul resto della
fronte (Maggio-Luglio 1916), Tomo 2°
, cit., pag. 234 e segg.
[12]
Ministero della Difesa, Stato Maggiore
dell’Esercito, Ufficio Storico, L’Esercito
Italiano nella Grande Guerra (1915-1918), Relazione Ufficiale, Vol. IV, Le Operazioni del 1917. L’ampliamento
dell’Esercito nell’anno 1917. Gli avvenimenti dal Gennaio al Maggio, Tomo
1°, Narrazione, Roma, Tipografia Regionale, 1940, pag. XXIV.
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