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Contro tutti e tutto. I soldati Italiani nei Balcani nel 1943

Il Volume "La Divisione "Perugia" Dalla Tragedia all'Oblio" è disponibile in tutte le librerie. ISBN 886134305-8, Roma, 2010, Euro 20,00 pag. 329.



Ordini: ordini@nuovacultura.it, http://www.nuovacultura.it/ Collana storia in laboratorio;

Un Triste destino per la Divisione "Perugia"

Un Triste destino per la Divisione "Perugia"
La Divisione "Perugia" avrebbe avuto miglior sorte se Informazioni ed Intelligence avessero trovato più ascolto presso i Comandi Superiori

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martedì 22 gennaio 2013

Volume: L'Armistizio in Albania. Presentazione lunedi 28 gennaio 2013 ore 16,30. In sede

Per il ciclo dedicato agli eventi armistiziali del 1943, viene presentato il libro "l'8settembre "in Albania. La crisi Armistiziale tra impotenza, errori ed eroismo.8 settembre - 7 ottobre 1943.
Il volume ha la prefazione dell'Ambasciatore di Albania in Italia e l'introduzione dell'Addetto Militare della stessa ambasciata.
La presentazione assume la veste  di un cordiale incotro con l'Autore
Si riporta una breve sintesi  del volume di Alessandra Verdecchia




La collana Storia in Laboratorio, diretta da Massimo Coltrinari, presenta il libro L’“8 Settembre” in Albania – La crisi armistiziale tra impotenza, errori ed eroismo   8 Settembre – 7 Ottobre 1943, scritto dallo stesso Coltrinari con l’obiettivo di condurci alla lettura ed alla conoscenza delle vicende storico-militari originatesi a conseguenza dell’armistizio dell’8 Settembre 1943, che sul piano storico segnò la chiusura dell’alleanza tra Italia e Germania, mentre su quello militare portò l’esercito italiano ad una vera e propria crisi armistiziale che lo stesso autore non esita a definire “una disfatta morale prima di una sconfitta militare e politica”.

Dalle pagine del libro traspare in più passi come la citata crisi armistiziale, attorno alla quale ruota l’intero testo, può essere considerata una vera e propria tragedia. I soldati italiani si videro abbandonati a se stessi e compresero che il loro destino sarebbe stato esclusivamente determinato dalle proprie scelte, anche individuali e forse, in parte, anche sull’aiuto del popolo albanese. Cosa fare a questo punto? Accettare gli ordini e arrendersi ai tedeschi? Aderire alla vecchia alleanza tentando di dare vita all’ultima stagione del fascismo? oppure, scegliere la strada della montagna dando sostegno a quei movimenti di resistenza che in quegl’anni emergevano tanto in Italia e Albania come altrove?
Particolare attenzione viene riservata dall’autore all’analisi delle vicissitudini che hanno interessato le sei Divisioni che al momento dell’armistizio si trovavano stanziate in Albania e che coltivavano come unica speranza quella di tornare al più presto in patria: la Divisione “Parma”, la “Arezzo”, la “Puglie”, la “Firenze”, la “Brennero” e la Divisione “Perugia”. A tal proposito Coltrinari si sofferma, in modo dettagliato, sulle esperienze dirette vissute da ogni singola divisione. Ad esempio la Divisione “Parma” era impegnata nella difesa della città di Valona, ma alla fine si arrese; mentre la Divisione “Arezzo” nel Corciano, decise di rimanere fedele alla vecchia alleanza; la Divisione “Puglie”, invece, fu oggetto di rappresaglie e venne lasciata al suo destino in Kosovo; la Divisione “Firenze” non si arrese e nel Settembre 1943 combatté una dura battaglia contro i tedeschi prima di unirsi alla lotta sostenuta dall’Esercito di Liberazione Albanese; la Divisione “Brennero”, invece, fu rimpatriata dai tedeschi, prima a Trieste e poi a Venezia, per poi decidere di essere internata in Germania; per concludere l’attenzione viene lasciata alla Divisione “Perugia” che, dopo aver tenuto il porto di Santi Quaranta fino all’Ottobre 1943, resistendo come gli era stato ordinato, fu abbandonata a se stessa e al suo tragico epilogo nonostante nei suoi ultimi giorni di vita avesse respinto un massiccio attacco tedesco in mare.

Il testo in analisi, oltre a proporre una descrizione puntuale degli eventi realmente accaduti, mira a trovare risposta agli innumerevoli  “perché” sorti dai tanti fatti storici e dallo studio degli stessi, soffermandosi esclusivamente su prove documentali e non su versioni memorialistiche di comodo o di parte, in quanto solo in questo modo è possibile pervenire ad una memoria comune e condivisa tra tutti i partecipanti della Guerra di Liberazione, con riguardo ai fatti che hanno caratterizzato lo stesso Conflitto Mondiale. Lo sforzo dell’autore si presenta meritevole proprio in questo senso, perché a distanza di ormai molti anni dalle vicende belliche le mozioni ideologiche si presentano scolorite, tempo opportuno allora per l’indagine dello storico. In modo che dalla correttezza nell’esposizione dei fatti possa, sperabilmente, “nascere” un passato davvero condiviso. 
                                                                                        Alessandra Verdecchia 




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