L'amico Roberto Zalambani, consigliere nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, invita alle interessanti esposizioni che da domani fino a domenica 11 gennaio si svolgeranno a Reggio Emilia nella ricorrenza dell'anniversario del Primo Tricolore, in occasione del centenario della Grande Guerra.
La guerra di carta" di quotidiani, periodici e opuscoli originali della Grande Guerra, esposizione unica del suo genere in Italia, dal 7 all'11 gennaio a Reggio Emilia.
L'Esposizione "La guerra di carta" di quotidiani, periodici e opuscoli originali della Grande Guerra, scoppiata il 28 luglio 1914 tra Austria- Ungheria e Serbia e diventata ben presto globale tra Europa, Medio Oriente, Africa e Asia Orientale fino al 1918, è, infatti, l'unica finora del suo genere in Italia.
Mostre
Dalla guerra alla pace
Materiale bellico della Grande guerra riutilizzato per la vita civile
La guerra di carta
Giornali originali dei Paesi belligeranti ( 1914 - 1919 )
Inaugurazione e apertura al pubblico
Mercoledì 7 gennaio 2015 ore 15
Le mostre resteranno aperte fino a domenica 11 gennaio 2015 alle ore 18,30
INGRESSO LIBERO
A cura di
Comune di Reggio Emilia, Unuci di Reggio Emilia, Ingortp, La Squadriglia del Grifo del Museo Francesco Baracca di Lugo di Romagna, Centro di documentazione La Palazza di Budrio di Cotignola
La guerra di carta
tra informazione e propaganda.
L' esposizione " La guerra di carta " di quotidiani, periodici e opuscoli originali della Grande Guerra ,scoppiata il 28 luglio 1914 tra Austria- Ungheria e Serbia e diventata ben presto globale tra Europa, Medio Oriente, Africa e Asia Orientale fino al 1918, è finora unica del suo genere in Italia.
La mostra vuole far emergere che, in parallelo alla guerra sui vari fronti che provocò quasi 17 milioni di morti durante e dopo il conflitto, se ne è combattuta un' altra, nelle retrovie, utilizzando tutti i media a disposizione in quel tempo, sottile e martellante.
Era un' informazione solo in apparenza obiettiva perchè cedeva alla logica della propaganda, puntava a criminalizzare il nemico ma anche, in parallelo, a tranquillizzare gli affetti di casa, ad ammantare di eroismo ogni vita perduta, a supportare decisioni politiche e militari senza alcuna riflessione critica.
Un' informazione che cercava perfino di far sorridere nei crudeli, snervanti appostamenti tra i camminamenti e le trincee in attesa di quell' ordine all' assalto che spesso portava alla morte ma che era anche portatore della disperata speranza di vincere la battaglia restando feriti in parti non vitali per poter tornare a casa benchè mutilati.
I fogli esposti, conservati in gran parte dalle famiglie dei combattenti, non sono solo italiani ma anche francesi, tedeschi, austriaci, inglesi, americani perchè tutti avevano le stesse paure e le stesse speranze.
Sono esposte edizioni straordinarie di quotidiani sull' entrata in guerra e sull' armistizio, ci sono volantini e opuscoli di propaganda, ci sono le cronache trionfalistiche di enormi bottini conquistati al nemico e i celeberrimi " giornali di trincea" attraverso i quali il nemico viene ridicolizzato fino a Caporetto per far credere a chi trepida a casa e agli irriducibili neutralisti che la guerra che si combatte al fronte non è poi così brutta .
Dopo l' invasione però lo stesso nemico viene descritto feroce e sanguinario per suscitare una barriera, anche morale, al suo avanzare.
Tanti ragazzi muoiono al fronte; anche il contributo dei giornalisti in termini di vite umane è rilevante come testimonia una ricerca ancora in corso che sta suscitando un movimento di opinione nella categoria per farne memoria; 150 quelli finora trovati dei quali 20 direttori di giornali e 9 insigniti di medaglia d' oro alla memoria.
Il primo caduto è stato il 5 gennaio 1915 Lamberto Duranti, seguito tre giorni più tardi da Ernesto Butta, entrambi volontari garibaldini nelle Argonne.
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