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Gen. Ulrich Kleemann |
martedì 15 ottobre 2019
l'8 settembre 1943 a Rodi 2
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Dodecanneso
All’alba
del 9 settembre il gen. Wilson, comandante delle forze alleate del Medio
Oriente inviava a Rodi il magg. Dolbey per chiedere notizie sulla difesa dell’isola
e prometteva l’invio di aiuti. Il giorno successivo Campioni rinvia a Wilson l’ufficiale
inglese con un messaggio in cui veniva spiegata la situazione e descrive gli
accordi conclusi con il comando tedesco, a cui i tedeschi non avevano prestato
fede. Chiedeva l’invio urgete di aiuti in quanto i tedeschi erano all’offensiva
su tutta l’isola. Infatti questi nella mattinata del 9 con un tranello avevano
preso prigioniero il gen. Scaroina e tutto il suo stato maggiore e attaccato le
caserme. I collegamenti con i presidi italiani sparsi nella parte meridionale,
ancorché rimasti senza ordini, di
iniziativa reagirono violentemente alle richieste tedesche. Questa situazione fece
sì che i tedeschi nel pomeriggio del 10 settembre chiesero un colloquio a
Campioni accordato per l’indomani. Preceduti da un furibondo bombardamento aereo,
si presentarono a Campioni un ufficiale tedesco ed il ten. Col. De Paolis
latore di un biglietto del gen. Scaroina che invitava l’ammiraglio a consentire
la resa: in caso contrario i 3000 uomini della sua divisione sarebbero stati
fucilati. Messo di fronte ad una tale scelta, Campioni convoco alle 13 i
comandanti presenti a Rodi ed esternò la sua decisione di accettare l’ultimatum
tedesco; dopo qualche tentennamento, questa decisione fu accettata da tutti i
presenti. Alle 17 fu firmato un accordo secondo il quale Campioni restava a Rodi
con compiti civili, gli italiani deponevano le armi ed il generale tedesco
Kleemann assumeva l’incarico di comandante militare dell’Isola. La decisione di
resa non fu ben accolta dalla truppa e molti disapprovarono tanto che qualcuno
non identificato sparò contro la macchina dell’Ammiraglio Campioni in un clima
di tensione, sofferenza ed amor di patria ferito.
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