venerdì 31 gennaio 2020
sabato 25 gennaio 2020
Cuozzo comunica il programma Febbraio 2020
UNIONE
NAZIONALE UFFICIALI IN CONGEDO D’ITALIA
ENTE DI DIRITTO PRIVATO
SEZIONE DI SPOLETO
Via Anfiteatro, 19 Tel. e Fax
n. 0743.224227
e-mail sez.spoleto@unuci.org - unucispoleto@libero.it
PROGRAMMA
DELLE ATTIVITA’ E DEGLI
EVENTI
FEBBRAIO
2020
MARTEDI 4 Conferenza sulla Figura e la Vita di
“CRISTINA DI SVEZIA(1626-1689),”, a cura del Gen. IACOPI Massimo. Figia di Gustavo II, Cristina ha appena 6 anni quando diventa “Regina
di Svezia, dei Goti e dei
Wendi, granduchessa di Finlandia e duchessa d’Estonia. Educata fuori dai canoni
convenzionali, ritenuta di sesso maschile, rifiutò di perpetuare la sua dinastia, lei
padrona di un potente regno, disgustata dal potere pur essendo appassionata di
politica, da luterana convertita al cattolicesimo, colta ma capace delle
peggiori grossolanità, era chiamata la “Pallade del Nord”.
Un personaggio stravagante e sconcertante, ma di grande rilievo, una amazzone barocca che ha intrigato e scandalizzato i contemporanei che ripetevano “In che tempi viviamo se le regine depongono il loro scettro e vogliono vivere da private cittadine, per sé stesse e le muse?”. Appassionata di politica, scienze e filosofia, Cristina infatti, preferì la Francia e l’Italia alla sua Svezia natale. In piena Controriforma il suo arrivo nella penisola italiana assunse i contorni di un trionfo, tanto che una piccola cittadina come Assisi si onoro’ di ospitarla nel palazzo Giacobetti e di ricordarla con una lapide. Il viaggio in Italia venne coronato con la fastosa entrata che le riservo’ papa Alessandro VII nella Città Eterna; il duca di Parma le mise a disposizione Palazzo Farnese, che divenne rapidamente il centro della vita mondana romana.
Un personaggio stravagante e sconcertante, ma di grande rilievo, una amazzone barocca che ha intrigato e scandalizzato i contemporanei che ripetevano “In che tempi viviamo se le regine depongono il loro scettro e vogliono vivere da private cittadine, per sé stesse e le muse?”. Appassionata di politica, scienze e filosofia, Cristina infatti, preferì la Francia e l’Italia alla sua Svezia natale. In piena Controriforma il suo arrivo nella penisola italiana assunse i contorni di un trionfo, tanto che una piccola cittadina come Assisi si onoro’ di ospitarla nel palazzo Giacobetti e di ricordarla con una lapide. Il viaggio in Italia venne coronato con la fastosa entrata che le riservo’ papa Alessandro VII nella Città Eterna; il duca di Parma le mise a disposizione Palazzo Farnese, che divenne rapidamente il centro della vita mondana romana.
L’invito
che rivolgo a tutti per una larga e sentita partecipazione, è aperto anche
a familiari ed amici. Sezione, ore
17,00.
DOMENICA 16 Pranzo
conviviale Ristorante Hotel dei Duchi Spoleto, nell’atmosfera gioiosa del
Carnevale che vedrà coinvolta l’intera città nella prima sfilata dei carri, la
cui partenza è prevista da Piazza della Libertà intorno alle 14,30. Per noi e
familiari l’appuntamento al Ristorante è
alle 12,30 e l’ inizio pranzo alle ore 13,00.
L’invito
è aperto anche ad amici e conoscenti. Costo pro-capite € 30,00.
E’ gradita la prenotazione entro mercoledi’ 15 con l’indicazione del numero dei
partecipanti. In allegato il menù.
P.di C. Gen. B. Carmine Aulicino – Segretario cell. 360 100 1428-
DATE DA DEFINIRE: 1) 1^ Sperimentazione del Progetto di incontro e
di confronto sulla tematica dei valori di ieri e di oggi, preceduto
da un apposito filmato. Riserva del tema, del titolo del
film, del giorno e dell’ora.
2) Visita di
cortesia al nuovo Comandante del Btg. Gran. “Cengio” di Spoleto, Ten. Col. ISSMI Gabriele GUIDI.
Con il mio più caloroso invito a voler
partecipare attivamente alla vita di Sezione, Vi saluto con la più viva cordialità
e stima.
f.to IL PRESIDENTE DI SEZIONE
B.Gen.(ris.)
ing. Antonio CUOZZO
Orario di
apertura della Sezione
Martedì 10,00 - 12,00
Venerdì 18,00 -
20,00
MENU’ IN
ALLEGATO
lunedì 20 gennaio 2020
L'8 settembre a Lero 2
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Dodecanneso
I tedeschi impegnarono nel corso
dei combattimenti circa 2700 uomini contro 7603 militari italiani e 4000-5000
britannici. Le truppe tedesche combatterono sino all’estremo delle loro
capacità e che il successo fu appeso letteralmente ad un filo. Dato il rapporto
di forze che era di 2 a 11, un ruolo rilevante lo giocò la Luftwaffe che riuscì
a tenere in scacco la flotta britannica e ad avere il dominio assoluto del
cielo della battaglia. Le perdite tedesche furono alte furono in termini di
Caduti e feriti di 1109, ed altre fonti indicano 1183 uomini, vale a dire il
41% della forza impiegata.
I Britannici ebbero oltre 600
Caduti, e caddero prigionieri 200 Ufficiali e 3000 uomini di truppa , mentre
gli Italiani, che i tedeschi chiamavano “truppe di Badoglio” ebbero 87 Caduti e
164 dispersi, mentre caddero prigionieri, tra cui Mascherpa 250 ufficiali e
5000 uomini di truppa.
Hitler tributò un vivo elogio a i
“conquistatori di Lero” definito un caposaldo britannico nel Mediterraneo
orientale. Churchill fu folto
amareggiato da questa perdita. Il Comandante del medo Oriente, gen. Wilson ebbe
a scrivere
“Lero è caduta dopo eroici combattimenti contro preponderanti attacchi
aerei- E’ stata una azione intermedia tra il successo e la sconfitta. Ben poco
sarebbe bastato a inclinare a bilancia a nostro favore, e a riportare un
trionfo. Abbiamo invece patito un rovescio le cu conseguenze sono fin troppo evidenti..
Quando assumemmo il rischio in settembre lo facemmo con gli occhi bene aperti.
E tutto sarebbe finito bene se avessimo potuto prendere Rodi..”
Eisenhower ricevette severe e
durissime critiche, in quando aver perso il controllo del Mediterraneo
Orientale non era cosa da poco.
venerdì 10 gennaio 2020
L'8 settembre a Lero 1
LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Dodecanneso
All’inizio di novembre i tedeschi
furono costretti a rinviare ancora una volta l’attacco all’isola di Lero. Una
decisione dovuta in un primo tempo alle notizie di rinforzi ricevuti dalla
guarnigione italiana da parte inglese. Il 12 novembre l’operazione finalmente
ebbe inizio. Alle 5,43 sbarcarono a Lero 500 uomini del Gruppo di combattimento
Muller, mentre altri reparti sbarcati su altri punti della costa furono
respinti e furono costretti a prendere terra soltanto il giorno dopo. Alle
13,27 sempre del 12 settembre i tedeschi effettuarono un lancio di
paracadutisti della forza di un battaglione rinforzato[1]
in un a zona ritenuta da tutti inidonea ad operazioni di aviolancio; infatti
subirono al momento della presa a terra numerosissime perdite, ma ottennero il
risultato di separare le forze britanniche da quelle italiane, ed in sede di
considerazioni finali questa impresa temeraria al limite del suicidio fu
determinate per il successo e della conquista dell’isola . Con ciò è dimostrato
l’impegno e la determinazione tedesca a voler conquistare Lero.
Questa azione ebbe anche successo
per il fatto che il comando inglese, malgrado il consiglio datogli dal comando
italiano aveva preferito impiegare buona parte delle sue forze per integrare la
difesa della costa anziché schierarle al centro di ogni settore pronta ad
intervenire dove fosse occorso. Il possesso del settore centrale dell’isola a
parte tedesca e la conseguente mancanza di riserve a nord permise ai
paracadutisti tedeschi di infiltrai e raggiungere il monte Rachi. Questo fu
l’unico successo tattico dei tedeschi che nel corso della prima giornata non riuscirono
a raggiungere obiettivi più consistenti. . La notte del 13 settembre il comando
inglese decise di contrattaccare tra le baie di Alinda e di Gurna e nella zona
del monte Appetici per arrestare i paracadutisti nella regione del monte Rachi.
Verso l’alba i tedeschi attaccarono il comando del I battaglione del 10°
Reggimento fanteria a nord est del monte Maraviglia ma vennero respinti. L’episodio
indusse il comando inglese a procrastinare la preordinata azione offensiva. .
Nella giornata del 13 la lotta si
riaccese ovunque ed i tedeschi ebbero ragione delle difese del monte Appetici e
del monte Clidi per cui si delineò una situazione preoccupante alla quale il
comando inglese pensò di poter far fronte preparando per il mattino successivo
un contrattacco con tutte le forze recuperabili mentre il comando italiano si
preoccupò di chiedere a Samo, al generale Saldarelli, l’invio urgenti di almeno
800 uomini di rinforzo.
Il girono 14 mentre i tedeschi
sferravano una nuova pesante azione aerea sull’isola, si svolse i progettato
attacco inglese tendete alla eliminazione dei paracadutisti, ma ad essa venne
sottratta un’aliquota delle forze preventivate per inviarla a sostegno delle
truppe impegnate nella zona di monte Appetici. L’azione contro i paracadutisti
si risolse in un insuccesso.. Nel pomeriggio i tedeschi effettuarono nuovi
lanci di paracadutisti nel settore centrale, mentre le forze britanniche
riconquistarono la batteria del monte Clidi e, sostenute dai marinai italiani
contennero i tedeschi nella zona compresa fra la baia di Pulma e di Blefuti.
Alla sera arrivarono da Samo 180 uomini in rinforzo ed in un tempo successivo
ne giunsero altri 400
Un nuovo contrattacco inglese
sferrato all’alba del 15 settembre non ebbe successo, mentre i tedeschi, padron
dell’abitato di Lero e dei dintorni, riprese le azioni aeree di bombardamento,
riuscirono a sbarcare altre truppe nel settore settentrionale, attaccarono il
Castello e l’occuparono nonostante la strenua difesa del nucleo di marinai
italiani poste alla sua difesa. Conquistarono poi le posizioni del monte
Meraviglia ampliarono l’occupazione tra le baie di Alinda e di Giurna e
riuscirono a congiungere le forze operanti in questo settore con quelle del
settore settentrionale
La lotta proseguì anche il giorno
16 novembre a monte Meraviglia, a porta Vecchia e nella via di Portolago: non
pochi furono i tentativi sia italiani che inglesi per contrastare l’azione
tedesca.
L’ammiraglio Mascherpa rifiutò e
respinse la proposta di resa avanzata dai tedeschi alle 12, 30 del 16 novembre e
la difesa, sebbene ridotta ai minimi termini, ancora era in grado di reggere.
Verso le 17,30, il comando inglese, visto che
la pressione tedesca sul monte Meraviglia sede del comando britannico si era
fatta serrata, decise di arrendersi e mandò al comando italiano l’ordine di
sospendere il fuoco. Il generale inglese, accompagnato da ufficiali tedeschi
che lo tenevano prigioniero si recò presso il comando dell’ammiraglio Mascherpa
per comunicargli personalmente la sua
decisione di non aver potuto più oltre la lotta e per ringraziarlo per il
valoroso contributo e la fraterna collaborazione[2]degli
italiani.
La sera del 16 novembre cadeva
Lero, con gli italiani che si arresero per ultimi.
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