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Contro tutti e tutto. I soldati Italiani nei Balcani nel 1943

Il Volume "La Divisione "Perugia" Dalla Tragedia all'Oblio" è disponibile in tutte le librerie. ISBN 886134305-8, Roma, 2010, Euro 20,00 pag. 329.



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Un Triste destino per la Divisione "Perugia"

Un Triste destino per la Divisione "Perugia"
La Divisione "Perugia" avrebbe avuto miglior sorte se Informazioni ed Intelligence avessero trovato più ascolto presso i Comandi Superiori

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venerdì 10 gennaio 2020

L'8 settembre a Lero 1


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
 Dodecanneso






All’inizio di novembre i tedeschi furono costretti a rinviare ancora una volta l’attacco all’isola di Lero. Una decisione dovuta in un primo tempo alle notizie di rinforzi ricevuti dalla guarnigione italiana da parte inglese. Il 12 novembre l’operazione finalmente ebbe inizio. Alle 5,43 sbarcarono a Lero 500 uomini del Gruppo di combattimento Muller, mentre altri reparti sbarcati su altri punti della costa furono respinti e furono costretti a prendere terra soltanto il giorno dopo. Alle 13,27 sempre del 12 settembre i tedeschi effettuarono un lancio di paracadutisti della forza di un battaglione rinforzato[1] in un a zona ritenuta da tutti inidonea ad operazioni di aviolancio; infatti subirono al momento della presa a terra numerosissime perdite, ma ottennero il risultato di separare le forze britanniche da quelle italiane, ed in sede di considerazioni finali questa impresa temeraria al limite del suicidio fu determinate per il successo e della conquista dell’isola . Con ciò è dimostrato l’impegno e la determinazione tedesca a voler conquistare Lero.
Questa azione ebbe anche successo per il fatto che il comando inglese, malgrado il consiglio datogli dal comando italiano aveva preferito impiegare buona parte delle sue forze per integrare la difesa della costa anziché schierarle al centro di ogni settore pronta ad intervenire dove fosse occorso. Il possesso del settore centrale dell’isola a parte tedesca e la conseguente mancanza di riserve a nord permise ai paracadutisti tedeschi di infiltrai e raggiungere il monte Rachi. Questo fu l’unico successo tattico dei tedeschi che nel corso della prima giornata non riuscirono a raggiungere obiettivi più consistenti. . La notte del 13 settembre il comando inglese decise di contrattaccare tra le baie di Alinda e di Gurna e nella zona del monte Appetici per arrestare i paracadutisti nella regione del monte Rachi. Verso l’alba i tedeschi attaccarono il comando del I battaglione del 10° Reggimento fanteria a nord est del monte Maraviglia ma vennero respinti. L’episodio indusse il comando inglese a procrastinare la preordinata azione offensiva. .
Nella giornata del 13 la lotta si riaccese ovunque ed i tedeschi ebbero ragione delle difese del monte Appetici e del monte Clidi per cui si delineò una situazione preoccupante alla quale il comando inglese pensò di poter far fronte preparando per il mattino successivo un contrattacco con tutte le forze recuperabili mentre il comando italiano si preoccupò di chiedere a Samo, al generale Saldarelli, l’invio urgenti di almeno 800 uomini di rinforzo.
Il girono 14 mentre i tedeschi sferravano una nuova pesante azione aerea sull’isola, si svolse i progettato attacco inglese tendete alla eliminazione dei paracadutisti, ma ad essa venne sottratta un’aliquota delle forze preventivate per inviarla a sostegno delle truppe impegnate nella zona di monte Appetici. L’azione contro i paracadutisti si risolse in un insuccesso.. Nel pomeriggio i tedeschi effettuarono nuovi lanci di paracadutisti nel settore centrale, mentre le forze britanniche riconquistarono la batteria del monte Clidi e, sostenute dai marinai italiani contennero i tedeschi nella zona compresa fra la baia di Pulma e di Blefuti. Alla sera arrivarono da Samo 180 uomini in rinforzo ed in un tempo successivo ne giunsero altri 400
Un nuovo contrattacco inglese sferrato all’alba del 15 settembre non ebbe successo, mentre i tedeschi, padron dell’abitato di Lero e dei dintorni, riprese le azioni aeree di bombardamento, riuscirono a sbarcare altre truppe nel settore settentrionale, attaccarono il Castello e l’occuparono nonostante la strenua difesa del nucleo di marinai italiani poste alla sua difesa. Conquistarono poi le posizioni del monte Meraviglia ampliarono l’occupazione tra le baie di Alinda e di Giurna e riuscirono a congiungere le forze operanti in questo settore con quelle del settore settentrionale
La lotta proseguì anche il giorno 16 novembre a monte Meraviglia, a porta Vecchia e nella via di Portolago: non pochi furono i tentativi sia italiani che inglesi per contrastare l’azione tedesca.
L’ammiraglio Mascherpa rifiutò e respinse la proposta di resa avanzata dai tedeschi alle 12, 30 del 16 novembre e la difesa, sebbene ridotta ai minimi termini, ancora era in grado di reggere.
 Verso le 17,30, il comando inglese, visto che la pressione tedesca sul monte Meraviglia sede del comando britannico si era fatta serrata, decise di arrendersi e mandò al comando italiano l’ordine di sospendere il fuoco. Il generale inglese, accompagnato da ufficiali tedeschi che lo tenevano prigioniero si recò presso il comando dell’ammiraglio Mascherpa per comunicargli personalmente la sua decisione di non aver potuto più oltre la lotta e per ringraziarlo per il valoroso contributo e la fraterna collaborazione[2]degli italiani.
La sera del 16 novembre cadeva Lero, con gli italiani che si arresero per ultimi.


[1] Il numero di detta forza è dato da parte di Filippo Stefani in 400 unità, mentre Gerhard Schreiber indica in 600-800 uomini.
[2] Frasi scritti in corsivo nella ricostruzione, che abbiamo ripreso, fatta da Filippo Stefani, Cfr. Stefani F., cit, pag. 957 e segg.

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