sabato 25 maggio 2013
Cefalonia IV Il contesto in cui si sviluppò il dramma
LA SITUAZIONE
GENERALE
Nella prima decade di
settembre, gli anglo – americani avevano effettuato il passaggio dello stretto
di Messina ed iniziato le operazioni di sbarco sulla costa salernitana.
Questi due fatti
riconfermavano, dopo l’occupazione della Sicilia, che il loro indirizzo
operativo nel Mediterraneo si era decisamente orientato verso l’invasione
dell’Italia. Ossia era divenuto ormai
evidente che fra le due linee più dirette – Italia e Balcania – per l’assalto
alla cosiddetta “fortezza europea” gli anglo – americani avevano scelto la
prima.
In Grecia, all’8 settembre,
il contingente tedesco segnava una marcata superiorità di armamento nei
confronti del contingente italiano. Superiorità acuita dagli effetti del
reciproco schieramento: mentre infatti le forze tedesche si trovavano
concentrate in grosse masse di manovra di immediato impiego, le truppe italiane
erano disposte a cordone per la difesa costiera o frazionate in minuti presidi
per il controllo delle forze partigiane greche operanti nell’interno.
Insignificante o quasi era
infine il contingente d’aviazione italiano rispetto a quello tedesco, forte di
circa 350 apparecchi efficienti.
Il definitivo orientamento
operativo degli Alleati nel Mediterraneo aveva prodotto, in sostanza, due
effetti opposti: di vantaggio per i tedeschi, che si trovarono così liberati
dalla preoccupazione di grosse operazioni in Balcania; di svantaggio per gli
italiani che, nel mentre erano colpiti, con l’invasione della madrepatria, alla
fonte stessa della loro vita, non potevano ormai più far conto – ed a tempo
indeterminato – su aiuti da parte alleata.
Così stando le cose, era
dunque possibile da parte tedesca porre
meglio in opera la propria superiorità di armamento e di mobilità per
soverchiare il contingente italiano ed assumere – come era indispensabile nel
quadro della loro guerra – la padronanza esclusiva della penisola greca e delle
sue importanti appendici insulari
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